RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977
RE NUDO/30 analizza il linguaggio dei primi film e ti dice come si differenzia la precezione filmica dalla percezione reale, e ti fa notare per esempio che la gente quan– do si guarda in giro abitualmente ha un'idea della totalità delle cose, invece il cinema ti seleziona una cosa brutal– mente e ti dice "è questo che devi guardare!" Oggi leggere questo libro fa rabbrividire perche ti rendi conto che la tua percezione del mondo è quella del cinema. Noi non vediamo la totali– tà delle cose, non a caso la si vede in stati di alterazione, ma la tua percezio– ne normale meccanica è quella di isolare certi particolari. Allora non è possibile ritornare al corpo se non si fa anche una esperienza un po' di catarsi, vivendo fino in fondo questa esperien– za meccanica, anche usando questa stessa nuova sensibilità meccanica MireJ!a: cioè tu dici che l'unico modo per liberarsene è fare un viaggio cri ti– camente attraverso queste cose per prenderne coscienza ... Gianfranco: c'è una dimensione che è stata negata dal capitalismo che è la dimensione dei mondi: il mondo cor– poreo, il mondo degli elementi, il mon– do mistico. Cioè il fa-tto che esistevano diversi piani di realtà su cui tu ti spostavi, non a piacimento perchè poi la realtà quotidiana era misera, ma potevi spostarti a diversi livelli di per– cezione della vit_a. Questo è stato ap– piattito ad un unico livello che è la storia, il lavoro, la meccanica ecc. Però nello stesso tempo la meccanica ha sviluppato delle enorn'li capacità per– cettive, conoscitive, comunicative che sono"sempre·utilizzate in direzione del– l'appiattimento. Proviamo a pensare che possono essere utilizzate come di– mensione di un nuovo mondo in più; non penso che sia da negare l'esigenza di un viaggio anche nella meccanicità, anche per scoprirne le origini... ". Roberto: ma per fare un viaggio nella meccanicità del corpo, bisogna prima conoscere la prorpia dimensione natu– rale ... Gianfranco: ci sono ancora delle am– plissime zone di resistenza dei corpi, però è anche vero che nella nostra quotidianità la dimensione naturale corporale è stata largamente ringoiata nel ciclo, non solo ridotta ma anche sviluppata in meccanicità, allora il problema è anche di vivere questa meccanicità, viverla nel senso di vedere come la puoi sviluppare. Marina B.: ma cosa vuol dire "come la puoi sviluppare"? Secondo me l'unica strada è riconoscerti la tua meccanici– tà, rendertene conto, capire da dove viene ecc. ma il tuo discorso sull'uso che se ne può fare non l'ho capito. Gianfranco: per esempio la questione famosa dei mass-media. Di solito l'at– teggiamento che si è avuto è: c'è la quotidianità che sono i ricchi rapporti umani, poi ci sono i mass-media che mistificano perchè riducono tutto ad apparenze. Poi ci si rende conto che se i mass-media riducono tutto ad appa– renza è anche perchè spesso la realtà quotidiana è fatta di apparenze che i mass-media registrano. Allora il supe– ramento non è solo nella critica del mass-media e nella riacquisizione di una quotidianità sensata e materiale e materialistica, ma insieme nell'altra direzione cercare di vedere come tu puoi sviluppare il mondo delle appa– renze, il mondo dei' mass-media non per dare una visione imitativa della realtà, ma una dimensione di lettura della realtà che è un altro piano di realtà, un piano di realtà in immagini. Marina V.: il viaggio nel corpo, la riscoperta della tua dimensione del corpo, la riscoperta di pratiche "misti– che", comunque di altre dimensioni che non siano quella razionale, sono delle cose che normalmente si svolgono nel privato cosiddetto, cioè la cosa che ti fai per conto tuo; anche questo viaggio nella meccanicità come lo de– scrivevi all'inizio sembrava una cosa da fare anche questa per conto suo. Se lo intendi così come puoi pensare di giocare tu e di non essere giocato? Gianfranco: per esempio sviluppando delle capacità d'i ricezione distorta del– le cose. Si continua a fare il discorso su come ti arriva il messaggio, sull'intimi– dazione del messaggio e non si fa mai il discorso su come tu potresti sviluppare delle ricezioni diverse. Al cinema per esempio, leggere altre cose nel film, non stare a seguire la trama, per dirne una, seguire i colori o i secondi piani ... E il fatto di sviluppare una necessità di vedere diversa ~nte le cose può essere legato a una capacità di fare un cine– ma che permetta queste letture, che le ampli, anzi le solleciti. Roberto: io sento come prima esigenza il fatto di liberarmi della macchina, non di recuperare la macchina in senso positivo. Gianfranco: questo va benissimo, però quando uno fa una rimozione troppo violenta pensando di aver trovato mi– racolosamente l'altro ambito indenne e non sta poi attento a come vive questo altro ambito, può magari ritrovarsi a viverlo in modo meccanico, di adesione totale. ShcrcIlitl' RAPPORIO l lNA INCHIESfA Nl IO/A SUL.I.ASf.S.<;1. IAf JTA FTh1MJNII.E J 000 do,inr. dt rt/J /f'O, ,, , , 1§ 0/tfll, rupmtdoflO a donwttJr J, qwnto ~Ml'l' T, p1o<r1I fùff""" 1r1iwulr' Clu <OSD ti pioc, r<ltt '"'" 1, JiJ f1J111J1u ttrlroppono' 1/ two 1"1"""' e 11n,n, t', lwm dttJttkfl Jt'1t111ol, t' 1/111,,,.,,p,.• Prr tr t' 1mpori,;111, ,.,, , 11r11 t' J1mo11r,ir11 uftr1111 • /111 ""'' finti) J, f<Jl('l,'IUlll('t'rt' ,.,,,_l('lllmo' Bomp~mi Shere Hite IL RAPPORTO HITE "Il rapporto Hite" potrà avere altrettanto impatto sui costumi sessuali del rap- porto Kinsey. · Erica Jong: "The New York Times Book Review". L. 7.500 Colleen McCullough UCCELLI DI ROVO La grande saga di una fami– glia dal)'Australia in Europa. Il romanzo più letto in tutto il mondo: 2 milioni di_ copie nel ~ 977. L. 7.000 - •
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy