RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

RE NUD0/64 VIVISEZIONE , L'animale oggetto Abolire la vtvtse1lone vuol dlre cambiare la medicina La v1v1sezione non è soltanto una pratica orrenda fatta sulla pelle degli animali: essa è soprattutto una fonte di profitti colossali per le case farmaceuti– che ed un mezzo di potere per la medicina ufficiale. La legge che impone la sperimentazio– ne sugli animali dei farmaci è una legge che passa sulla nostra pelle in quanto ogni risultato ottenuto sugli animali non è trasferibile all'uomo. La malattia provocata in laboratorio su un animale traumatizzato e costretto in modo innaturale, non ha niente a che vedere con quella che insorge spon– taneamente in un organismo che al– trettanto spontaneamente predispone le sue naturali difese. La realtà è che si preferisce "curare" la malattia anzichè prevenirla, perchè ciò evidentement è-più lucroso. Il risultato è che in Italia circolano 28.000 farmaci mentre quelli necessari e sufficienti secondo l'Istituto "Mario Negri" sono circa 800; in tutto il mondo ogni anno vengono sfornate 15.000 nuove medicine, di cui 12.000 vengono frettolosamente ritirate per– chè dannose per l'uomo. Per di più questa p udo ricer a scien– tifica che fa guadagnare miliardi con la vendita di farmaci che non servono ad altro che a provocare nuove malat– tie, viene finanziata dallo Stato (cioè da tutti noi) con fondi che ben più utilmente potrebbero esser utilizzati a tutela della salute pubblica. Non a caso dal 1933 ad oggi il cancro è aumentato del 66% (quello dei polmo– ni dell' 1.40%). Abolire la vivisezione vuol dire cam– biare la medicina. Vuol dir dare la possibilità a tutti di gestire la propria salute: - con la PREVE ZIO E; risalendo alle radici delle malattie eh stanno nei fattori ambientali, nell'alimentazion , nel massiccio consumo di farmaci, nel– le condizioni di lavoro (silicosi, scoliosi, cancro, alienazione, ecc.). - col CONTROLLO popolare de li strumenti sa1;1itari e del potere delle industrie (alimentari, cosmetiche, tessi– li e tabacchi). E' evidente che tutto questo non ci verrà sp·ontaneamente concesso; è ne– cessario organizzarsi ed imporre con la lotta la nostra volontà di difendere la nostra salute e di combattere un prin– cipio di violenza, sia pure verso gli animali, che è pur sempre, come la violenza dell'uomo sull'uomo, funzio– nale al sistema. Già nel 1961 il dott. Walter Modell, a tutt'oggi univer almente riconosciuto come il ma simo esperto di farmacolo– gia, scriveva in Clinica! Pharmacology and Therapeutics: "Quando si capirà che esistono troppi farmaci? Ce ne sono già 150.000 ai quali se ne aggiun– gono ogni anno migliaia di nuovi, mentre migliaia vengono ritirati dal commercio perchè rivelatisi inutili e danno i. Senonchè nessun farmaco è stato capa– ce di impedire la catastrofe dei bambi– ni focomelici prodotti dal Talidomide, ritenuto innocuo dopo anni di prove su centinaia di migliaia di animali, nè dei vari altri medicinali usciti in seguito e rivelatisi dannosi e nefasti ·per l'uomo. E nessun farmaco sarà capace di limi– tare una delle ultime tragedie, attual– mente appena agli inizi: quella d gli estrogeni sintetici che per decenni sono stati somministrati e in molti casi con– tinuano a venire prescritti da medici male informati alle gestanti, col prete– sto di assicurare il buon esito della gravidanza, ma che recentemente, lo ha comunicato l'Organizzazione Mon– diale della Sanità di Ginevra, si sono dimostrati inconfutabilmente respon– sabili di cancri, che possono venire innescati nel bimbo attraverso la pla– centa materna sin dall'età fetale! Inutile dire che i farmaci responsabili delle focomelie come quelli re ponsabi– li di cancri nei bambini erano stati anche e si ritenuti innocui, e pertanto prescritti alle gestanti, in seguito ad e tese prove su animali. A quanti milioni di donn ono stati somministrati questi e trogeni cancero– geni negli ultimi decenni? Quante per– sone che moriranno di cancro nei pros– simi anni hanno ricevuto dalla placcn- ta materna, invece della vita, la I ro condanna futura? on lo sapremo mai. Ciò che sappia– mo con sicurezza è che tutta una rie di cause contribuenti all'inarrestabile aumento del cancro è dovuta alla sperimentazione animale. L'animale è diverso dall'uomo Gli animali sono immuni dalla quasi totalità delle grandi infezioni umane: difterite, tifo scarlattina, morbillo, vaiolo, colera, febbre gialla. Altre, come la tubercolosi e le varie settice– mie, assumono in essi forme del tutto diverse che nell'uomo. All'uomo non è trasmi sibile la ga– stroenterite virale che falcia la maggior parte dei gatti in tenera età; nè il cimurro che fa strage di cani, ecc. ·Sarebbe sufficiente tutto questo per capire che la sperimentazione sugli animali, cioè la VIVI EZIO E, è un metodo assurdo e antiscientifico. Ma c'è di più: l'angoscia continua e le terribili sofferenze degli animali strap– pati al loro ambiente abituale, terroriz– zati dalle scene di laboratorio e dallit brutalità cui vanno soggetti, ne altera– no talmente l'equilibrio mentale e le capacità di reazione organica da falsa– re a priori qualsiasi risultato. L'animale da laboratorio è un mostro, reso tale dagli sperimentatori. Fisica– mente e mentalmente esso ha ben poco in comune con un animale normale e tanto meno con un uomo. on solo: le varie pecic animali re :1.gi – scono in modo di~ rente, an he qt,an– do si tratta di pecie affini, corr.e il topo e il ratto, o come il ratto biar.co e quello bruno. Per ovviare a tale in,:on– veniente si allevano ceppi di animali batteriologicamente terili, oprat1 utto topi e tani, i quali vengono al mondo per parto ce areo in ambienti sterili e nutriti con cibi sterili, nella peranza di assicurarsi così un "materiai biologico uniforme". · Ma animali tirati su in condizioni co l anormali si di o tano più che mai dall'organismo umano. Tali animali non viluppano I naturali facoltà di rigetto, o ia il poter immunologico che è una delle più importanti caratte– ristiche di ogni organi mo vivente. Per cui sarebbe difficile immaginare un materiale di esperimento meno atten– dibile. (da "lmperatna nuda - la scien::amedica attualesottoaccusa"di Hans Ruesch).

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