RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

Riprendiamoci. ·, la terra 2 - Un podere è come un uomo: riuscire a penetrarne gli equilibri, gli squilibri, le necessità, significa comprendere gli equilibri. squilibri e necessità di noi stessi. dell'uomo Contadini tradizionali e fricchettoni con vocazione burina sono general– mente accomunati da due errori fon– damentali, che rendono estremamente difficile vivere sulla terra. Il primo errore è quello della mancan– za di fantasia: in un podere si possono fare molte più. cose - e molto più interessanti sul piano del reddito - di quante generalmente non se ne facciano. Per esempio: coltivar carote è senza dubbio opera degna della massima stima, anche perchè le carote sono - tra i vegetali - uno dei prodotti maggior– mente dotati di proprietà nutritive, ma non è certo un'operazione che consenta di portare a casa quel minimo di lira indispensabile per comprare di che vestirsi,· o di che pagare la bolletta della luce. Ci sono attività agricole molto più redditizie, come, per esempio, l'alleva– mento di lumache, la coltivazione dei funghi, l'allevamento dei lombrichi,la produzione di frutta "stravagante". Tutte cose piuttosto facili da fare, e che consentono di realizzare una ragione– vole retribuzione del proprio lavoro. Allevar lumache è semplicissimo: basta fare dei recinti di rete sottile, larghi un metro e lunghi quanto si vuole, in zona ombrosa ed un pò umida. La rete dev'essere ripiegata all'indietro in alto, per evitare che le lumache scappino fuori. Nel recinto si mettono le lumache - piccole e grosse - che si trovano in giro, dopo gli acquazzoni. Tra l'altro, con questo si evita che le lumache stesse vadano a far danni nell'orto, toglien– dole dalla circolazione. Poi, nel recinto si mettono - abba tan– za spesso - foglie fresche di cavolo, di lattuga, di in alata matta, ed anche qualche spinacio o bieta. Occorre far attenzione che i recinti siano sempre puliti, togliendo con cura tutte le foglie vecchie che tendono a marcire. Nei recinti è anche bene che ci siano cumu– li di grossi sassi, dove le lumache possano nascondersi nelle ore calde. Poi ci si mette d'accordo con qualche ristorante della zona, per vendere le lumache "mature" (quelle diventate abbastanza grosse): è una cosa che costa poca 'fatica e rende abbastanza bene. Per i funghi, la cosa è un pò p1u compliciita, e non si può fare dapper– tutto (ci vuole una zona con un pò di bosco, oppure una grande cantina, o delle grotte), e poi bisogna comperare il micelio, cioè le spore attive. Ma è sempre un'attività che non richiede impegno eccessivo, e che consente sia buoni guadagni vendendo i funghi, sia l'approvvigionamento di un nutrimen– to altamente proteico e completo sotto il piano nutritivo. Per i lombrichi, invece, la cosa è molto semplice: basta avere un letamaio - cosa che c'è in ogni podere - in cui immettere dei riproduttori (si compra-. no) e dei lombrichi randagi e trovatelli. Meglio - per evitare le fughe - che il letamaio sia costituito da una grande vasca di cemento, o comunque con pareti tali da impedire il passaggio dei vermiciattoli. I lombrichi si vendono - a prezzi piuttosto interessanti - nei negozi per pescatori, e quindi l'iniziativa è interes– sante soltanto in quelle zone /n cui ci. sono pescatori e negozi a loro dedicati. Ci sono poi altre cose intelligenti da fare: formaggi, conserve di vegetali, alcool di frutta, e via fino alle creme di bellezza a base d'erbe, per cui occorre però attrezzare un piccolo laboratorio. Tutte queste iniziative, salvo casi raris- RE NUD0/47 simi, sono generalmente assenti dal P-atrimonio delle attività sia dei conta– dini tradizionali, sia dei fricchettoni tornati alla terra. · C'è poi un secondo errore, anche più grave del primo: quello di non orga– nizzare il podere in modo che sia "a ciclo chiuso", ossia il più possibile autosufficiente per gli equilibri ecologi– ci interni, senza dover dipendere da· scambi monetari e commerciali con l'esterno. Esempio: tenere .polli è molto utile, in quanto i polli fanno le uova e - per i carnivori - sono buoni da mangiare. Ma diventa quasi antieconomico tene– re i polli se: - non si coltiva il granturco con cui nutrirli, e bisogna quindi andare a comperare mangimi vari al negozio. - non si fanno cova~e le galline, e si comprano costantemente al mercato i nuovi capi. Lo stesso discorso vale per gli altri animali: è inutile tenere la vacca se non si produce l'erba ed il fieno con cui nutrirla, è inutile tenere le capre se non si sa dove mandarle a pascolare, e via di seguito. Questo discorso, però, fa nascere im– mediatamente un tipo di problema che bisogna affrontare subito: quello del– l'eliminazione dei capi in soprannume– ro. Chi alleva animali, necessariamen– te, deve accettare la logica dell'assassinio. Prendiamo i polli. Perchè valga la pena di averli, qisogna farli covare e riprodurre in casa, senza andare a comprare pulcini al mercato, sia per ragioni di costo che per ragioni di qualità della razza (i pulcini comprati al mercato vengono da mostruosi alle– vamenti "moderni" in cui l'indeboli– mento genetico è all'ordine del giorno). Ma facendo covare le galline, si otterrà

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