RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

RE NUD0/46 tecnichecheho appreso,comela concentrazio– nedel respiro,poi in unpunto ... Erica: Ti verrebbero subito tolte. Kappa: Fai conto che in un qualsiasi istante di za zen devi stare attento al fatto che le ginocchia stiano bene ap– poggiate per terra, che la quinta verte– bra lombare sia spinta in avanti, che la testa deve essere eretta e le vertebre del collo diritte come le altre, che le mani devono stare in un certo modo e i pollici sfiorarsi, che la lingua deve essere appoggiata sul palato, che lo sguardo deve inclinarsi di 45 gradi ed essere uno sguardo attento e non ad– dormentato, gli occhi socchiusi ma non chiusi, oltre a far attenzione continua– mente alla respirazione. Non hai molto spazio per dedicarti ad altre tecniche. Se per caso incominci ad andare in trance (e te ne accorgi per esempio dal fatto che il casino che fanno i pappa- gallini del Centro a un certo punto non lo senti più) allora chiami il tuo mae– stro ... W.: E ti dà la stangata! Kappa: Ti arriva il colpo di bastone, che però non fa male, serve solo a tirarti fuori dal torpore. Erica: Perchè lo zen è contro l'indolen– za, l'addormentarsi sulle abitudini. Racconto un'esperienza mia, cosi tutto diventa più chiaro forse. Quando ho iniziato lo za zen, la respira– zione non mi funzionava, per cui mi concentravo tutta sul respiro. A un certo momento èhiedo un colloquio e parlo col maestro di questo problema ch_eera diventato centrale per me. Lui m1 ha tolto il compito di controllare la respirazione. Cosi respiro in un altro modo. Dopo un po' subentra l'abitudine, e un'altra cosa incomincia a diventare il ~- 1!( 1-1: - ~J ~$ ~ ,_ ______ _. ~cc : ~- --- ~--:0) ___,, 1Ì ( -- ■ ~~ C_,,/ - ~ ~ - ~ . ~ • /1,,:f- .,,. --- ~ ~ i;,;;!. ?' ~~----- r; := ~ ~ ' ~.I.Il·~->..,.. . --<!! ,, Il - ~:~k . . .. .. w )°) ,.,. :,''!) _,/,,, ~ t,;; e I "et> \alf ~ !...: ..... ,-:-~ i ~"' lff>~,,; .. ~.: .. t• 'e'.,,,: •.,. ,,-:'~ '\(."-'"' ,, _ .. :·-; .:..;.~. 7) ..,:._ì) ' -;-~ .. ' , 1 . .f_~~ ~ • I.: 11•1/J -"" •. I/ " .... ,:, .. ... ,, .... ·~•:·.··, ~ ..... ·''\ .,,,. :.,·.~ ~ • .. Nel sole della sera il ruscello di primavera scorre lentamente lungo la riva costeggiata dai salici; Nell'atmosfera nebbiosa l'erba del prato cresce fitta; •• Quando_ ha fame pascola quando ha sete beve, e il tempo scivola dolcemente, Mentre 11 ragazzo.sulla roccia passa le ore sonnecchiando senza notare nulla di ciò che accade intorno a lui. problema centrale, e mi viene tolta anche questa. E' sempre un gioco. Attacchi a fare un esercizio e dopo un po' ti abitui· a condurlo in un modo che ti porta a un determinato risultato, che è sempre quello. E lì interviene il maestro: lui ti toglie quella cosa e te ne mette un'al– tra. E tu ti trovi in una situazione nuova e ricominci d'accapo. Perchè l'abitudine è mortale: dai per scontato quello che deve succedere ti aspetti che dopo quella cosa ne ve~ga un'altra che logicamente è conseguen– te. Invece con lo zen: tac, via! Un colpo di spugna, tutta u'n'altra cosa. Kappa: .Nella nostra pratica non ab– biamo degli appigli, non disponiamo ~ai di cose. sicure. Quando ti accorgi d1 essere arnvato a quel punto, devi tu stesso cercare di cambiare. W.: Vogliodirvi l'impressioneche ho auuto da quello che avete detto fino in questo momento. Da una parte mi rendo conto che il tipo d'insegnamentoche mi è stato dato è un insegnamente impermanente, che si è lasciato dimenticare,o per lo menodiluire;mentreil vostromi sembrapiù stimolante,più collegato al maestro,semprein tensione,moltocoinvol– ,{!ente. D'altra parte mi vieneil dubbioche la vostra tecnica sia in fondo un volersi creare dei problemi,chesia un tantinomonomaniaca. Se io sto bene,perchèmi devometteredavanti a un muroe sentiredeipesi sullostomaco, per poi soffrirea togliermeli? Kappa: E' un po' pericoloso questo discorso . Come mai il. signor poliziotto che ti spacca la testa è cosi contento di farti del male? Certo, se lui è contento, che continui a farlo. In realtà sappiamo abbastanza bene che, perchè uno arrivi ad avere un , comportamento dilinquenziale, deve stare abbastanza male. Per capire que– sto basta la psicoanalisi, non occorre lo zen. Però lui è contento, è inserito nella situazione, tutti gli dicono: che bravo!, e se muore gli danno pure la medaglia. E' molto pericoloso abbandonarsi al– l'essere contenti. E' molto meglio veri– ficarlo dieci volte, mettendosi alla pro– va. Se poi, dopo dieci volte sei sempre contento, allora va bene, non c'è pro– blema. Però se ti metti alla prova e scopri che non sei contento, allora sarà il caso di modificarti per esserlo veramente. Questa prova è fondamentale: altri– ~enti rischi di fare un gioco meschino, d1 fartelo a te stesso: il gioco di accon– tentarti al posto di essere contento.

RkJQdWJsaXNoZXIy