RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

La speranza sotto il tavolo Superare il ricatto continua~ente imposto fra la morte in nome dello stato di diritto e la morte in nome dello stato di necessità "L'internazionale controrivoluzionariadi– spiega tutta la trita inventiva dei suoi sceneggiatori segretiper resuscitare artificial– mentelo spettro,dellaguerracivile.Solo così può speraredi trattenere allapolitica,e al suo gioco delle parti, la forza crescentedi una rivolta che assumendocome sua parte la negazionedefinitivadi ognipolitica,prenden– do il partito dellavita, avvicinaognigiornoil capitalealla scadenzadellesue contraddizio– ni con la vita. La guerracivileprodotta "in vitro" è il narcotico cui il potereaffida i suoi sogni:sostentarela propria·durata moltipli– candogli incubi dei proletari: far si che le aree'di dominio si definiscanocome campi trincerati, che i suoi cittadini fedeli si identifichinocon i suoi poliziotti e che, per controe simmetricamente, ogni uomoche non si riconosca nel poteresi sentasospintoverso la "posizione" che stà dalla parte delle bocche da fuoco. O dalla parte di altri grilletti: a sua scelta". Questa lunga citazione di Cesarano (Apocalisse e rivoluzione - Dedalo li– bri) datata 1975, torna oggi di dram– matica attualità in seguito all'ango– sciosa vicenda del massacro nel carcere tedesco di Stammhein, dell'u~cisione sommaria del pilota del Boeing seque– strato e della logica che sta dietro a questi episodi. Il rafforzamento politi– co di Schmidt e del suo governo, oggi dopo i fatti di Mogadiscio, è senza precedenti. Si sono sentiti talmente forti da per– mettere l'esecuzione di ufficiose con– danne a morte di Baader, di Ensslin, Raspe. e G. o Non ci interessa qui dimostrare come questo terrorismo oggi, pur smasche– rando la ferocia del capitalismo, sia in realtà "politica perdente". Lasciamo questo compito agli innumerevoli stra– teghi delle nostre sinistre chiese, che ci dimostreranno come solo la "violenza di massa" vince , lasciamo quindi questo compito agli adoratori della chiave inglese contrapposta alla P38, ai figli della rivoluzione bolscevica i cui padri esercitarono la giusta violen– za di massa massacrando gli anarchici in Russia e in Spagna. Lasciamo in eredità queste lezioni di storia ai nuovi disciplinati scolari del socialismo rea– lizzato nelle varianti Russe o Cinesi Noi che abbiamo sofferto per la prigio– nia degli ostaggi presi a caso, che abbiamo sperato senza crederci nella liberazione di Baader e degli altri prigionieri, noi che non ci siamo indi– gnati per il sequestro di Schleyer e per la sua morte, abbiamo il diritto di superare il ricatto che ci viene conti– nuamente proposto tra la morte data in nome dello stato di diritto (assassi– nio a sangue freddo) e la morte data in nome dello stato di necessità (assassinio a sangue caldo). Non ci riconosciamo nello stato di diritto che assassina per difendersi, ma non ci riconosciamo neppure nell'em– brione di stato rivoluzionario che gioca con la vita di chi non ha condiviso la scelta del martire omicida. Dire che "i proletari non viaggiano in aereo" è una- mostruosità di cui non cogliamo l'essenza se non ci togliamo gli occhiali dell'ideologia rivoluzionaria, che attra– verso il perpetuarsi di immagini defor– mate e deformanti, giustifica e fa ac– cettare eccidi di massa e/ o individuali, identici nella sostanza. Identico è infat– ti il giudizio sul carnefice col pizzetto Trotzky che massacra i marinai di Kronstad, e sulla vittima Trotzky in esilio picconata da un intellettuale "organico" a un altro boia con i baffi. Le mostruosità che i rivoluzionari ac– cecati dalla loro ideologia digeriscono, rimuovono e dimenticano sono tali da inficiare alla radice il loro essere rivoluzionari. Abbiamo il diritto di rifiutare il ricatto del capitale comunque terrorista, che pure attraversa i nostri corpi e i nostri pensieri. Dicevamo qualche numero fa: "mo– strarci altro dal capitale". Non sederci quindi alla tavola del potere e trovare, invece, un'altra tavola a cui sedere. Il Che diceva "rovesciare quella tavo– la". Oggi non esiste più un soggetto storico che possa farlo, ma ogni indivi– duo può rovesciare la propria tavola. Questo è mostrarci "altro" dal capita– le, che invece vuol conservare il pro– prio potere; questo è anche mostrarci altro dal capitale rosso che, sia pure in nome del proletariato, mantiene intat– to il potere e la sua logica inglobante. Intorno alla Germania oggi si stringe il "mondo libero" i cui confini del resto

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