RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977
GRAVE REATO!). Insomma: MORALMENTE NON poTEVA FARLO. (Però si faceva di vodka, ma si sa: l'alcool non costituisce 'reato'.) Alla fine diede due o tre tiri, colpe– volizzandoci a tal punto che ci ten– ne a precisare di essere 'fatto' di vodka e non di fumo. Chissà perchè alcuni compagni non hanno particolari problemi riguardo l'alcool, mentre chi 'fuma' per loro finisce col diventare un antirivolu– zionario o comunque un alienato. Ciò è grave. PENSIAMOCI SU. Tiziana Caricompagni ho letto su Re Nudo n. 54 una lettera abbastanza confusa del mo– vimento nonviolento di Verona con una risposta ugualmente confusa di Marina Valcarenghi, risposta che non chiarifica nulla circa le diffe– renze tra compagni e quef tipi di persone che occasionalmente ci tro– viamo vicini nelle battaglie di tipo ecologico, naturalista o spirituale ma che chiarificando gli obiettivi verifichiamo muoversi verso finalità ben diverse. Si può infatti lottare contro la società borghese anelando a una specie di ritorno al medioevo e non verso una società libertaria Per esempio, per quel che riguarda il marchese Pucci ·andrebbe infatti detto che nel suo gruppo di Fiesole (Firenze) ci sono elementi di Comu– nione e I,,iberazione, sono inoltre note le sue prese di posizione contro l'aborto e del resto anche attual– mente gli stessi ciellini suoi am1c1 conducono la battaglia antiaborti– sta. Anche sulla questione sessuale al– l'interno del gruppo di Pucci ci sono usanze di tradizione conservatrice e repressiva, per esempio alla sera le donne e gli uomi,ni devono andare a dormire in cascine separate. La con– cezione integralista di questo grup– po, denominato Arca perché sarà il loro gruppo a salvarsi dal disastro generale, emerge da più parti nei loro discorsi e se é vero che anche costoro lottano contro le centrali nucleari e che questo aiuto non va rifiutato, é però anche vero che non é questo un buon motivo per sfuma– re ambiguità e differenze profonde fra il movimento nelle sue mille sfumature e questi cristiani integra– listi. Cari saluti e state più attenti alla controinformazione. (letterafirmata) La mia lettera- m risposta ai compagni del mòv,mentonon-vwlentodi Veronanon aveva certo lo scopo dz chiarire niente "circa le differenze" .fra noi e altri compagn; ma solo quello di spiegare il motivo del nostroatteggiamentonei con– .fronti di "quei" compagnidi Verona.E • in questosenso - iocredo - la mia risposta noneraaffatto confa.sa . · Per quanto riguarda invece Giannazzo Pucci (e che sia marchese è unfatto che nondipendeda lu; che è da lui ignorato e che è quindi odiosoda parte tua ricorda– re), anche nel suo caso noi amiamp conftontarci direttamente e sulle cose. Ora.·noi conosciamoGiannozzoper la sua tenace battaglia antinucleare e per "Il Sillabario" giornale che riconosciamoa pieno diritto del nostroschieramento(ba– sterebbepensareal suo rifiuto degli esper– ti nuclearidi sinistra e all'obiettivotklla politica popolareper l'energia). Noi altro nonsappiamo. Le tue notizie dovresti portarle in una setk di con.fronto dove Giannozzopotesse risponderti - per esempioa una manife– stazione antinucleare - e questonell'inte– resse non solo tuo e di Giannozzo, ma di tutti i compagni.Altriment;· secondome, ti porti ai confinidella diffamazione. Marina Valcarenghi Per Re Nudo due volte al mese La genuinità degli interventi che ~rtano dal vissuto, dal personale (che finalmente s'è capito essere politico). La capacità di sintetizzare lo stato del Movimento, L'unico rotocalcolo della Sinistra Psichedeli– ca, dell'Area Creativa del Movi– mento. Troppi avvenimenti occupa– no la nostra quotidianità.I vari fogli di movimento collegano strati di compagni e fratelli focalizzati. C'è bisogno di estensione delle sensazio– ni. Necessita un colle~amento più ampio per tutto il movimento, tutti debbono essere contemporaneamen– te informati su tutto: quello che succede a Firenze si deve sapere a Piazza Armerina come· a Milano; quanto accade ad Azignano lo deb– bono sapere a Roma. In grado di fornire tale servizio senza allestirne uno dal nulla, e già ramificato e credibile, cè appunto Re Nudo Ma è handicappato dalla periodici– tà. L'uscita mensile è castrante per l'attualità e l'immediatezza della notizia, del messaggio, dell'informa– zione, della critica La mia proposta è quindi che Re Nudo cominci col trasformarsi in quindicinale. Ripe– to: tali e tanti sono gli eventi che con troppo frequenza s'accavallano che quando ven~ono pubblicati (sul mensile) sono già consumati, com– mentati, superati. Queste sono brevi considerazioni,buttate Il soprattutto nell'intento di aprire un dibattito, con una certa urgenza, su questa proposta (senza menarla troppo, pe– rò: cerchiamo di fare). Re Nudo come strumento nazionale del movi– mento, un momento di verifica a disposizione di tutto il movimento. La necessità d'informazione è epi– dermicamente sensitiva. Trasfor– miamo questo bisogno in realtà per– manente. Uno strumento diverso ad uso di tutti i diversi. tony viviani Caro Tony, hai ragione, ma le/orze e i soldi per fare un quinaicmale? Dire che siamo stati bene a Guello.è vero ma è un modo superficiale di valutare l'esperienza. Se esaminia– mo la cosa più profondamente ve– dremo che sl siamo stati bene ma che si trattava di un'illusione. Ciò non significa che bisogna rifiutare questa esperienza o considerarla ne– gativamente ma semplicemente ac– cettiamola con questa consapevolez– za Perchè dico che si tratta di illusio– ne? Noi siamo continuamente alla ricerca di noi stessi e nello stesso tempo ci sfuggiamo continuamente. In tutte le esperienze che abbiamo fatto: la politica il fump, l'acido, le feste, i raduni c'era questa ricerca affannosa di noi stessi. Quando è che ci sentiamo vivi, che sentiamo di esistere? Quando ci identifichia– mo con qualcosa; un'idea, un movi– mento, un gruppo, una persona Non appartenendoci, solo l'identifi– cazione con qualcosa che sia altro da noi, fuori di noi, ci dà un senso di sicurezza. Chi non ha provato l'angoscia dei momenti in cui non c'è questa iden– tificazione in cui non ci sentiamo di appartenere a niente? E' questa an– goscia insopportabile, questo senso di vuoto che ci spinge a cercare qualcosa, a cercare gli altri e questo lo chiamiamo fare esperienze, stare con gli altri. In realtà stiamo eva– dendo da noi stessi. La nostra continua ricerca di "sé" è in realtà una continua evasione da "sè". Procediamo accumulando co– noscenze, esperienze, cose e pensia– mo che questo bagaglio siamo noi. Io penso invece che il procedimento debba essere proprio il contrario e cioè l'abbandono di tutto ciò che ci impedisce un contatto diretto col sè con l'esistenza E per abbandono intendo disidentificarsi da ciò che è fuori di noi, da ciò che é accumula– bile materialmente e spiritualmen– te. Solo così potremo trovare il rappor• to reale tra noi e gli altri perchè sperimenteremo uno stato in cui non c'è noi e altri in cui non c'è separazione tra noi e l'esistenza. A Guello tra noi e gli altri c'era "Guello" e cioè le nostre aspettati– ve, le nostre proiezioni, i nostri bisogni. E' stato un momento bello e positi– vo ma se non ci rendiamo conto di questo meccanismo sottile che ci fa muovere creeremo un altro Guello o un'altra cosa più bella, più positiva e così all'infinito provando però in fondo un continuo senso di frustra– zione, rincorrendoci all'infinito di esperienza in esperienza, di reincar– nazione in reincarnazione ... Simona - Milano RE NUD0/65 Compagni.fratellicarissim; mi trovo in un posto veramente "bello" mentre scrivo, una piccola valle, dei prati, davanti a me due filari di vite che vivono in consocia– zione con altre piante che coltivo con cura ma soprattutto in modo naturale, proprio davanti ai miei occhi si erge invadente la Borraggi– ne con i suoi incredibili fiori azzurri. Vengo spesso qui a raccogliere erbe e a meditare, cosi poco alla volta ho imparato a conoscere e scoprire i posti più strani ed ancora segreti di questa piccola Valle. Ma voglio dir– vi di Guello ora, nella consapevolez– za dei miei limiti, della mia non eccessiva "comunicativa", alla festa sono stato bene. Guello rimane sen– z'altro un'esperienza importante nella ricerca della mia (nostra) Lis berazione che può passare Attraver– so la mente e il corpo per la realiz– zazione completa del mio/nostro es– sere. E' una forte tensione in questo senso quella che mi porto dentro, frenetica che mi porta a volte (spes– so?) a star male perchè la via della liberazione é lunga, perché forse stiamo ancora troppo male, perché abbiamo cosibisogno di FELICITA'! del vero socialismo li– bero, di vivere l'utopia ... infine perché senza retorica quello squalli– do sepolcro che si chiama potere - kapitale - stato, orienta sempre più la sua ferocia nella repressione bru– tale della nostra Voglia di Vivere attraverso ghetti di disperazione: lager - carceri, eroina, alcool, non mettiamo il "vuoto" della "normali– tà" quotidiana. Di Guello mi rimangono soprattutto le sensazioni più belle: il posto già per se stesso veicolo di buone vibra– zioni, la gente che è salita in alto veramente "disposta" ad un tipo di esperienze, nuovo e diverso, con cui non era difficile comunicare, la me– ditazione dinamica momento incre– dibile collettivo e "liberatorio" poi la musica sabato sera al fuoco l'atti– mo forse più "imprendibile" per cui poco servono le parole tanta è la vibrante profondità, la gioiosa crea– tività di quel lungo attimo (2 o 3 ore?) un approccio immediato per chi COJlleme già da tempo a.ma il suono - diretto al cervello (e al corpo) di Riley e la Monte Young. Un'esperienza positiva dunque, ca– pace di partire da te stesso· per coinvolgerti e non per farti sentire ancora più solo (Lambro) capace altresì (per chi le sente ovviamente) di segnare un nuovo modo di tra– sformarsi, capirsi, sentirsi, stare in– sieme ... Una festa semplice di una semplici– tà che io amo. ConAmoree rabbia,Gino. Sovramonte • Belluno.
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