RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977
lettere lettere - lettere - lettere - lettere - lettere O.K.! Anche se non ho NULIA da dire a voi in particolare, voglio farvi sapere, cari compagni, che vorrei tanto un bambino ma sono già tre mesi che provo e non ci riesco. Sfiga. Che schifo. A scuola mi han– ~o bocciato. Ma tanto a chi può mteressare questo (neanche a me!)? Insomma ogni due minuti mi metto a piangere istericamente. Non ne posso più, di nessuno, e intanto vorrei conoscere tutti. Ma dopo un secondo mi annoio. Mi faccio pro– fondamente schifo. Neanche pietà, per carità, puro e semplice SCHI– FO. Vorrei ammazzarmi, e ho pro– vato tante volte, senza tanta convin– zione. Ma probabilmente seiviva solo a "far paura" ai miei, e a non so chi. Tanto "elio" se ne frega. Va be' so bene che dio e comp_any sono solo dentro di me, ma io non li voglio, io non voglio esistere! Certe volte mi sveglio, e mentre apro gli occhi mi chiedo che cazzo sto a fare Il in quel letto! Con una persona vicina, spes– so che dorme abbracciata, che dor– me e se ne strafotte (in quel mo– men~o) di me, etc. L'altra sera era– vamo andati a letto, lui si è addor– mentato, io, circa due ore dopo, ho cominciato a piangere ·e a fare un gran casino, volevo anche buttarmi dalla finestra (ma eravamo in cam– pagna e la finestra è alta due metri e mezzo da terra) e sai perchè? Perchè nel sonno lui cercava di buttarmi fuori dal letto (letto a una piazza, . pure piccolo). E poi non voglio crescere, voglio rimanere cosi! Non voglio arrivare ad avere 20 anni o addirittura 30! Ecco, dopo mezzora di urli, pianti e strepiti, tutti volti a svegliarlo per farmi consolare, lui NIENTE! Mi accorgo che un orrendo ragno nero si sta calando su di lui dal soffitto, glielo dico, e quello zompa su sve– glissimo, ammazza il ragno e si rimette a dormire. Non è sempre cosi, però sono tre mesi che viviamo insieme, e a me manca sempre qual– cosa. Già la mattina quando mi sveglio sono tirata, nervosa, stufa, etc. In più è un po' di tempo che il fumo mi fa quasi vomitare. Nori sono incinta, non preoccuparti, sa– rebbe troppo bello. oB Finito lo sfogo? Manco per sogno! Qual è il metodo migliore per am– mazzarsi? Io avevo pensato di pi– gliarmi cinque dosi di eroina tutte insieme. Chissà Almeno rispondimi questo: allora, qual è il modo mi– gliore? Però è vero che uno vuole ammazzarsi veramente non ci sta a pensare tanto. Forse la ·mia è una vendetta, forse una dimostrazione, mi faccio schifo! Vorrei seppellirmi, non pensare più, cosl, da un mo– mento all'altro! O.K. Addio. Ci risentiamo. Yoi (Roma) Sono stufa, arcistufa di tutto, tutto, tutto quanto! La mia vita, quella vera, dov'è? che cosa ho fatto, dove l'ho dimentica– ta? La nostra vita compagni dove l'abbiamo dimenticata? I nostri ge– sti, i nostri sorrisi non conoscono più la spontaneità, il chiederci "come stai"? è diventato automatico, la risposta la sappiamo già "sto male" stiamo tutti male. Ieri sera sono stata a vedere uno spettacolo in Brera alla chiesa sconsacrata. C'era musica e un ragazzo ha co– minciato a ·ballare da solo, si sbatte– va freneticamente, si capiva negli occhi che si era bucato. Alcuni ridevano, io provavo solo un gran dolore, avrei voluto andargli vicino e parlargli, accarezzarlo, ma non l'ho fatto (a proposito di spon– taneità); lì dentro chissà quanti ce n'erano nelle sue stesse condizioni. Io non mi buco, ma solo per paura, ho visto da vicino la distruzione che porta, ma mi sono chiesta se non è peggio la mia distruzione "natura– le", il non avere neanche quei pochi attimi di finta distensione. Guardare attimo per attimo il pro– prio (di tutti) sfacelo restando sem– pre perfettamente coscienti è mo– struoso, terribile, e non credo più molto alla lotta a livello di manife– stazioni o convegni (ne ho sorbiti fin troppo quando ero dell'MLS; avete ragione se arricciate il naso, ma anche questo mi è (non) servito. HO VOGLIA DI DISTRUGGERE TUTTO! Non provate pena per me! lo so che tutti noi abbiamo questo desiderio che è sempre più difficile da reprimere. Il mio desiderio più grande è quello di conoscetvi tutti, centinaia, mi– gliaia di volti anonimi che siete tutti in me, di stringervi, di baciarvi, di farmi amare da voi. HO UN BISO– GNO DISPERATO DI ESSERE AMATA DA TUTTI VOI, di sape– re che tutti voi avete la certezza che qualcosa cambierà; dei vostri occhi, sorrisi, dei vostri pugni stretti pronti a spaccare tutto. I miei occhi non ne possono più di vedere tanti compagni monre di eroina, il mio cuore non ce la fa più. Questa è solo una lettera cli dispera– zione, so di non avere detto niente cli nuovo, ma se ascoltata da voi è già una speranza in più. dauna compagna. Con tantoAmore CaTissimo RE NUDO colgo l'occasione per dirti che il giornale é veramente buono ed è sempre all'avangi•.ardia; solo il prez– zo mi fa un po' incazzare (L. 1.000) sono veramente troppe per le mie tasche. Comunque vengo allo scopo della mia lettera: Adriano (Re Nudo n. 55) con la sua lettera mi ha dato modo di spiegarmi cos'è il fumo per me, per tanta gente come me. E' vero che certi gruppi di compagni, gent_edi centri sociali, etc., fumano, con la scusa di riuscire a parlare, a discutere, a fondere bene ed in comune le ideologie. Tutto questo si sente dire, ma chi lo vive veramen- te? · lo fumo, conosco gente cli un centro sociale che fa più che altro lavoro di teatro nel quartiere; ma la maggior parte delle loro feste e riunioni, sono solo un pretesto per farsi spinelli su s,i;>inell~scroccando il fumo a chi I ha portato. Non c'è nessun dialo– go, ognuno vive il suo sballo per i cazzi suoi, al limite si e.anta e si suona insieme; non si è mai andati oltre. Penso che la gente che oggi fuma, non crede più alla cazzata della COMUNICABILITA'. Non credo quindi all'erba come un fatto- re di consumismo paragonabile alla t~levisione (cioè che rincoglionisce), runanendo r,_ursempre consumismo in quanto c è gente che ci guadagna sopra. Mi sembra assurdo che Adriano dica con terrore che a questo punto il fama è uguale ad emargina– zione. Mi sembra chiaro e scontato che lo sia; la gente fuma perchè è contro il conformismo, la società, perchè è stufa di sentirsi schiacciata, soggiogata, perchè "fumando" rie– sce a sentirsi DIVERSA e tutti sanno che, il più delle volte, il diverso è emarginato. Io non mi incazzo, non mi spavento se mi definiscono EMARGINATA, è stata una mia scelta, una alterna– tiva a tutto; nel fumo ci vivo bene e i rapporti con gli altri non sono certo più freddi di quelli fra "bor– ghesi" o fra "normali". Quando sono insieme loro parlano delle loro cazzate, noi dell'hashish. Quello che voglio dire è che ormai si è formato il ghetto degli sballati, con tutte le contraddizioni e le paranoie che un ghetto comporta. Per i nuovi "INI– ZIATI" (come me) l'erba porta con sè, e in sè, una nuova ideologia; non è uno strumento politico di unione per rafforzare la lotta; è solo una realt_à nuova, più intima e penona– le, che riesce finalmente a dist~ ci. (nel limite del possibile) dalla società, perchè è questo che voglia– mo: rimanere fuori dal giogo della società Eva59 Scrivo questa lettera con la speran– za che venga letta dal maggior nu– mero possibile dei cosiddetti "com– pagni duri" e da tutti quelli che credono cli essere liberati, ma che verso se stessi sono dei veri tiranni contrari alla gioia. La storia di cui voglio scrivere è questa: in questi giorni ho conosciu– to, tramite un'amica, un militante dell'M.L.S., con il quale ho trascor– so una serata in casa di amici comu– ni. Bene, il sopracitato compagno ave– va già precedentemente manifestato il suo disappunto nei riguardi di coloro che fumano "roba", mentre io P.arlavo di questa con molta tran– quillità, come si parla del più e del meno, proprio perchè ritengo che IL FUMO SIA UNA REALTA' CHE SI HA A DISPOSIZIONE e che si può adoperare in modi diversi. Tornando alla serata in casa di amici, ad un certo punto ha fatto la sua apparizione un "tocco" di ha– shish ed io ho invitato il compagno dell'M.L.S. a dare, se voleva, un tiro. E da Il crisi! A giudicare dalla sua espressione, quel compagno si trovava in un imbarazzo mica da ridere, perchè per lui era inammissibile che uno dell'M.L.S. provasse il fumo e difat– ti mi chiese se io ne conoscevo qualcuno che l'aveva fatto (QUEL
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy