RE NUDO - Anno VIII - n. 53 - maggio 1977
sisto. Non siamo mica tutti uguali. E poi non è l'unico a non potersi pro– prio immaginare in una qualsivoglia assimilazione alla donna. Neanche D. P. Schreber, per esem– pio, nonostante fosse Presidente del– la Corte d'Apello di Dresda. Infatti, quando si trovò a pensare che «do– vesse essere molto bello essere una · · donna che soggiace ad una copula», subito rimeditò: «questa rappresen– tazione era talmente estranea a tutto quanto il mio modo di sentire e io l' avrei respinta, come posso ben dire, se fossi stato in piena coscienza, con una tale indignazione che...» ( 2). , Ma - tornando a noi - una schiena senza foruncoli potrebbe risolvere il problema? E' quello che SI scoprirà proseguendo la lettura. VORREI E NON VORREI, MI TREMAUN POCO IL CULO ... Che un maschio mi trovasse bellissi– mo non m'era mai capitato. E, negli ultimi tempi, raramente anche le donne. Ma dove.va pur esserci una prima volta (penso alla faccia che fa– rà R. da Milano quando glielo rac– conterò; lui che ogni tanto conclu– de: «se quelli come te fossero anche bellissimi cosa potrebbero desiderare di più dalla vita?»). Mi è capitato con M. da Torino (35 anni). Lo conosco ad una contrastata riunione serale. Sarebbe più esatto dire che lo riconosco: stessa età, stesso segno, stessa università, stessa opinione sull'eroina. W. da Milano che mi vuol bene cerca di mettermi in guardia dall'ennesima pazzia. Fia– to sprecato. Sento subito che dovrò darmi carico non solo del suo desiderio (se non lo incoraggio non si farà mai vivo); ma anche della sua censura (se non lo tranquillizzo scapperà come una le– pre). Sento che sarà un'altra gatta da pelare e che proprio adesso non ci avrei né energie né bisogno. Decido in base ad un'unica considerazione: che mi piace e che ho voglia di far– lo. Ci passo insieme uno dei più bei po– meriggi della mia vita. complice un minestrone senza carr;iee senza dado al quale mi costrinse la sua sofferta fede macrobiotica. Lui mi segue e si segue con un'attezione concitata. Fi– nalmente uno che sembra aver voglia di capire quel che gli succede. «Ma perché è cosl bello baciarti sul– la bocca?». Ha l'aria di chiederlo a me ma lo sta chiedendo a sé. Mi spiega che all'inizio era spaventato dal ·sapore che la mia bocca avrebbe avuto e adesso tutto gli pare un mi– racolo. Mi dice che la prima volta che ci siamo visti gli ero subito sem~ brato bellissimo; che però aveva sen– tito ergersi un muro appena io avevo detto di essere omosessuale. Continua a baciarmi; se mi alzo qua– si mi impone, poi, di riprendere la posizione precedente; mi travolge con uno slancio affettivo sorprenden– te. Dice che è emozionato che vor– rebbe facessimo delle corse insieme per i prati... vorrei dirgli le stesse cose; che mi è subito piaciuto tantis– simo il gioco di squadra che fanno i suoi occhi fondi con la bocca ( è co– me una circolarità dell'espressione / che dagli occhi rimanda all'esterno e che poi la bocca riprende interrogati– vamente) . Ma ha cominciato troppo presto suo padre a dimostrargli il contrario, con la sua autorità, perché io possa sperare qualche risultato nel breve periodo. Gli chiedo che cos'è che non gli pia– ce di sé. Mi dice sconsolato che fa. rebbe prima ad elencare le cose che gli piacciono; cita la schiena perché tutt~ l'han sempre trovata senza bru– foli e la grana della pelle è molto fi-· ne. Gli viene in mente però. che è un bel po' che non fa il bagno ... e questo lo fa sentire a disagio. Ripete che gli piace tantissimo ba– ciarmi finché scopre. mostrando un certo disappunto, che non gli tira; è adombrato come se si trattasse di una bellissima giornata alla quale manchi il ... sole. Mi chiede il perché. VORREI E NON MI TIRA. P.ER – CHE'? Una risposta ce l'avrei. E anche la. voglia di compitargliela per benino con molto affetto. Ma ho già dovuto assumermi il rimorso di G. che gli tirasse, la boria di E. perché non gli tirava, l'assillo di L. perché gli tira– va. L'unica cosa che mi viene in mente è che non gli tir~--- sono un po' cazzi suoi. D'altra parte quello che succede al suo cazzo da un bel pezzo non mi interessa più; adesso è all'affettività che penso e non tira neanche a me. Che sia un ripiego? Se lo· è mi pare dei più raffinati. Prima di anc:Iarsenemi prega di non lasciargli la possibilità di farmi del male... Il godere deve essere operaio? Questo mi rimanda a E. da Genova. Il discorso sulla pelle della schiena a L. da Pisa; il problema della gelo– sia a G. da Roma. Insomma tutto mi rimanda a tutto. A scoprire, contro il pio voto della circolarità del desiderio attraverso, unl'I he11 oiù strutturata circolarità: quella del sens.o di colpa intorno ad un cazzo-cazzone, totem e tabù; uni– versale come la circolazione delle merci intorno al capitale. Un tempo, quando non ero quella gran baldracca che sono - come so– stiene T. da Padova, noto studioso clei Grandrisse ( 3) - e avevo a cuore più del cazzo i «nessi politici ... tra l' oppressione della sessualità e la so– cietà fondata sullo sfruttamento» (4) avrei chiesto a questo punto il con– forto dei sacri testi. Tenterò, invece, un'interpretazione extemporanea che
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