RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977

movimento, concludo pren– dendo a prestito coieì che ha cucito l'esperienza: «La rac– colta che presentiamo è dun– que anche una raccolta di do– cumenti. Donne che nel loro vivere quotidiano escono fi– nalmente dalla clandestinità cui le ha costrette la loro scel– ta, donne che hanno superato il senso di colpa cui la morale eterosessuale le ha costrette, si riprendono la parola, dico– no la loro condizione, raccon– tano la felicità creativa del di– verso, l'azione liberante della trasgressione ...» Luigi De Marchi. Psicopolitica . .. (Sugarco) «Una sfida al conformismo di sinistra» si dice nella fascetta che accompagna il libro: e da un lato è difficile riti utare que– sto assunto, vista la povertà, la miseria, l'ottusità, la cecità della sinistra italiana di fronte alla reali mutazioni sociali da un lato e alla modificazione della «struttura del carattere» dall'altra. Per chiunque abbia appena una vaga idea della pratica «il privato è politico», per chiunque riconosca il ruo– lo della «peste emozionale» come freno del movimento ri– voluzionario, per tutti coloro che non possono prescindere dal fatto che per cambiare la società sia necessario cam– biare ANCHE se stessi, per tutti costoro dunque il libro di De Marchi, può contenere al– cune riflessioni-indicazioni molto utili, ma vi è un altro aspetto di cui a mio avviso mette conto parlare, aspetto che avevo già colto durante la lettura di un testo di Reich (forse il principale ispiratore dei testi di De Marchi) il testo era «Ascolta, piccolo uomo» e per leggerlo tutto dovetti a suo tempo superare non poca ri– pugnanza per il tono paterna– listico, profetico e vagamente «mistico» che lo pervadeva ... così mentre i contenuti di que– sto libro potrebbero essere di- scussi TUTTI a puntate su Re Nudo, il modo, la forma sono così insopportabili da colloca– re (del resto nei fatti) il libro al di fuori del movimento ... Gli stessi accenti ho trovato nel libro di De Marchi, accenti. che non «sarebbero» giustifi– cati nemmeno da una vita di esclusione o di emarginazio– ne dal limbo della cultura o scienza ufficiali. .. ma vi è di più, vi è un modo di trattare al– cuni «specifici» non dico con un linguaggio per iniziati, ma partendo dall'assunto che TUTTI abbiano letto certi testi o siano al corrente di certe di– namiche, per cui dire ad esempio... «Stalin, Hitler, Mussolini. .. e quelli là... » può risultare chiarissimo a chi legge: «attraverso una analisi della psicologia di massa del fascismo, o delle tecniche del consenso o del ruolo dei lea– ders carismatici o della mani– polazione del fanatismo politi– co... Stalin, Hitler, Mussoli– ni. .. Mao hanno delle «struttu– re» (del carattere) in comu– ne... Mentre chi non può, per man– canza di informazione o di me– todo leggere la cosa in questa chiave, penserà: «Stalin, Hi– tler, Mussolini e Mao sono la stessa cosa ...»ossia abbiamo quadrato la teoria degli oppo– si spiega chi e come ha sco– perto l'eroina nella Germania del 1898, come il capitalismo ha creato l'industria della dro– ga, come l'eroina arriva in Ita– lia, cosa i benpensanti usano al posto dell'eroina. Questo aspetto storiografico è il più interessante di «Eroi– na» dove la documentazione di Blu mir è sempre puntuale e precisa. Scade invece l'inte– resse del libro quando l'auto– re tra le righe ripropone la tesi, con alcune varianti, care a chi considera il tossicoma– ne come malato e quindi la ne– cessità di una terapia farma– cologica nei confronti dei consumatori abituali di eroi– na. Anche Blumir comunque si scaglia contro l'uso del me– tadone la droga legale usata da alcuni centri antidroga come sostitutivo temporaneo dell'eroina. Il metadone infatti è una sostanza ugualmente nociva e abbruttente dell'ero- ina. Impressionanti le statistiche sull'uso delle droghe legali come gli psicofarmaci e sui meccanismi di mercato che hanno determinato la politica di doppio e complice mercato fra le droghe: quello illegale (mercato nero della malavita) e quello legale (industria far– maceutica). sti estremisti. Peccato dun– que che il libro di De Marchi non tenga conto di questa sua ambiguité di fondo, ambiguità , che poi nei fatti fanno più co– modo alla reazione che al mo– vimento. Peccato, perché a leggere «Psicopolitica» tra le righe vi si trovano materiali per un dibattito ancora da ve– nire ... «nel conformismo della sinistra italiana ... » EROINA flalllltillEMJl$C8flw.A -·-- Guido Blumir Eroina Feltrinelli editore - L. 3000 Contemporaneamente alla ri– stampa in Universale econo– mica di «Ladroga e il sistema» (Blumir-Rusconi) è uscita l'ul– tima testimonianz,a di Blumir sulla questione eroina. Duecentotrenta pagine in cui Silverio Corvisieri I Senzamao Ed. Savelli - L. 1. 600 Siamo tutti compagni e quello che ci unisce è la linea politi– ca. Mao sullo sfondo sorride rassicurante. Si parte da sbarbati nel '68 ... poi si diventa dirigenti, ci si fa un nome, la politica diventa un'onorevole professione. I rapporti umani possono ri– manere gli stessi dopo 8 anni? Nel frattempo i ruoli sono mutati, la situazione si presenta di piedi, le persone risultano logorate dalla fun– zione, forse dal potere. No, i rapporti non possono più essere gli stessi, ce lo dice Silverio Corvisieri (lider stori– co di Avanguardia Operaia e RE NUD0/51 ora deputato di OP) in questo libro-confessione per i senza– mao. Ascoltiamolo. «Avanguardia operaia è cre– sciuta e anche molto, ma non bene: i rapporti tra compagni dirigenti si sono fatti pesanti; non siamo più amici come pri– ma quando eravamo quattro gatti. I compagni di base sono ormai sconosciuti. Chiamano me e i miei colleghi della se– greteria mega-boss. La cosa mi infastidisce. Il clima diven– ta pesante. lo mi rifugio nel la– voro massacrante del giorna– le; altri compagni nei settori d'intervento. L'alta politica è riservata a due sole persone. Quando esco dalla redazione non so che cosa fare. Sono come svuotato. Ma non è sol– tanto la stanchezza fisica. C'è qualcosa che non va nell'or– ganizzazione e in particolare nel suo vertice. La verità è che qualcuno, in alto, manovra per spostare AO su posizioni più compatibili con un non an– cora confessato progetto di unificazione col PDUP.11verti– cismo, la politica dei fatti compiuti, del «qui lo dico e là lo nego», sono funzionali a una trasformazione di AO senza coinvolgere i compa– gni, senza una lotta aperta.» La verità è che i nodi vengono al pettine, specie quelli, fatali, di un partito leninista, o me– glio, di un partitino leninista. Per fortuna sua in questo caso Lenin non muore per la– sciare il posto a Stalin, anzi scopre che ha sette vite, e de– cide che può vivere anche senza partito, oltre che senza Mao. Si accorge finalmente dei muti sguardi di rimprovero della moglie, che per tanti anni è stata chiusa in casa a fare figli e ad accudire il Gran– de Dirigente, il Nocchiero fret– toloso e distratto. Si convince che la gioia di vivere non è un peccato, nemmeno per i mili– tanti. Scopre che fuori da AO c'è il mondo! È un momento di intenso lirismo, molto comu– nicativo. Lui dà le dimissioni. «Le rea– zioni sono quelle che mi aspettavo. Calunnie vergo– gnose dai miei ex-colleghi della segreteria, e viva emo– zione da tanti compagni». Ma è inutile recriminare. Ormai lui è fuori, ed è felice. Sua mo– glie è femminista ed è felice, o quasi. I bambini, anche se non lo dice, s'intuiscono feli– ci. E questo è il suo sesto libro. Il primo di auto-coscienza.

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