RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977

RE NUDO/30 Radio-golpe Uno scherzo a Radio Città Futura, un finto golpe annunciato per radio Jia scatenato cento reazj.,ni diverse: terrore, panico, divertimento, comportamenti grotteschi e drammatici. Eccovi qui una breve sintesi di quanto è stato trasmesso alla radio alternativa romana la notte del 24 dicembre ..... I fatti sono questi (mangiateveli). La notte di Natale a Radio Città Futura di Roma (la radio del _movi– mento) c'è aria di follia. Lo scherzo è nell'aria e a un certo punto la cosa succede. In registrazione ci sono fra gli altri, Enzo Robutti l'attore, Marianna la redattrice dei notiziari, ed Ernesto Basignano. Si interruppe la musica e Marian– na con voce rotta annuncia che una colonna corazzata avanza sulla Cassia verso Roma. Il secondo annuncio dopo pochi minuti comu– nica che una seconda colonna è in marcia dalla Cecchignola; il terzo infine dichiara che le truppe hanno circondato il Viminale. Il tutto in– frammezzato, da grida, sibili, la– menti, imprecazioni. Il terrore si comunica agli ascoltatori: il pani– co, una cilena telefona piangendo in redazione chiedendo dove dia– volo andrà ora, molti scappano di casa e si nascondono di quà e di là, vengono divorati taccuini e agende del ·telefono. Troppo tardi per rimediare e quando col quarto comunicato esplode lo scherzo, esplode anche l'incazzatura della gente. Il quarto comunicato an– nuncia che alla testa delle truppe ci sono Lucio Magri e Guido Viale, che il golpe è di sinistra e che l'avvenire è radioso. Intanto in redazione arrivano due compagni fuggiti da Centocelle dopo il primo annuncio, armati di due chiavi inglesi a tèsta. La trasmissione G procede fino alle 5 del mattino sempre in tono scherzoso con le interviste (inventate mii molto go– dibili) a Paolo Grassi, Fanfani, Al– mirante, Pannella ..... La cosa ha avuto strascichi: due giorni dopo una discussione all'interno della cooperativa, e la sera successiva un dibattito pubblico in radio, du– rante il quale Robutti e gli altri autori dello scherzo fanno ampia autocritica. Sembrava che la cosa dovesse finire lì e invece dopo una settima– na arrivano le dimissioni di Tullio Camiglieri, vice presidente di Ra– dio Città Futura poi a distanza di giorni quelle di Fulvio Moretti e Carlo Fusi, membri della cooperati– va. Quello che semprava essere un incidente sul lavoro rischia di tra– sfor marsi in un motivo di scissio– ne? Abbiamo chiesto a Renzo Rosselli– ni qual'è il senso di queste dimis– sioni a catena: Rossellini: E' chiaro che radio– golpe non c'entra nien1e con la scissione. Le ragioni, molto più profonde sono da attribuirsi a una diversa concezione dell'utilizzo di uno strumento delicato come una radio, a un'opposta visione della fase storica che stiamo attraver– sando, à una totale mancanza di fiducia da parte dei compagni di– missionari nella capacità del movi– mento di trovare delle forme auto– nome di espressione. In sostanza lo scontro era tra chi voleva una radio di impostazione professionale e chi voleva (vuole) uno strumento ampio e coinvol– gente da trasformarsi in un modo di espressione diretta · del movi– mento. I compagni dimissionari danno pe.r morta e seppellita qua– lunque forma alternativa (il '68 è mortò, il movimento non esiste). E', il loro, un arretramento a tappe e credo che per giustificarselo lo diano per. inevitabile nel contesto delta situazione generale. Per li;>ro la trasmissione famosa del golpé è stata la spia di una situazione di spontaneismo esasperato e folle che dimostrava l'inesistenza di una professionalità indispensabile. Certamente come a un giornale capita di "sbagliare" un articolo, a una radio capita di sbagliare un servizio e di certo ci sono autocriti– che da fare per quella trasmissione e sono state fatte. Detto questo, però, per noi è stato giusto assu– merci come .collettivo la responsa– bilità tutta intera della trasmissio– ne nei confronti del pubblico, per– chè una tendenza di moda ma odiosa vorrebbe che si sacrificasse– ro tutte le colpe sui singoli autori della trasmissione, intesi come ca– pri espiatori, come df.,noni da esorcizzare. Mentre evidentemen– te certi errori, ma anche certi pre– gi, sono insiti nel tipo di struttura che ci siamo data.

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