RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977

Vorremmo fare un Re Nudo con più cose e cioè ... Dal prossimo numero Re Nudo au– menterà in modo consistente le pagine e (non siamo prestigiatori) aumenterà il prezzo di copertina da 600 a 800 lire. Come si è arri– vati a questa decisione? Ad una riunione di critica al gior– nale alcuni compagni hanno im– putato alla redazione diverse ca– renze: non continuità sul discorso droga, insufficienza sulla questio– ne giovani, vuoto assolut9 sull'ap– profondimento del dibattito teori– co, soffocamento delle fotografie e delle illustrazioni rispe~o il testo degli articoli. I compagni cioè ci · hanno detto le cose che manca– vano nel giornale mentre nessuno proponeva di eliminare qualcosa. Sostanzialmente i compagni da– vano un giudizio positivo sugli sforzi compiuti dalla redazione alla luce dei risultati del Re Nudo - referendum. Quello che veniva richiesto era un ampliamento di alcuni argomenti e una maggiore continuità in altri. Discutendo su queste richieste in redazione ci è parso indispensabile ampliare lo spazio redazionale complessivo del giornale, cioè aumentare il nu– mero delle pagine. Non potevamo certo decidere di sottrarre spazio all'informazione estera che attraverso la lettura at– tenta di giornali come Barb, Sun, Le Monde, Liberation, come di al– tri periodici aderenti all'Alternati– ve Press Syndacate, da qualche numero è certamente migliorata e neppure era pensabile di togliere spazio ad una attualità che anch'essa da poco ha una sua di– mensione equilibrata rispetto il resto del giornale. E le rubriche? Tutte ridotte all'osso, non si pos– sono toccare, anzi. E certo che questa nostra scelta porterà alcuni lettori a porsi il pro– blema: continuare a comprare Re Nudo o no? È altrettanto certa che la risposta è strettamente legata (oltre alla disponibilità finanziaria) alla qualità del progetto culturale che anima il giornale. Questa scelta, dunque, ci impegna anco– ra di più a migliorare il giornale. Ma non solo, ci impegna ad anda- RE NUD0/3 re a coprire almeno una parte di quel vuoto culturale in cui la nuo– va sinistra naviga. Sembra un di– scorso già fatto almeno quattro anni fa. Forse è la stessa enun– ciazione ma sicuramente è diver– so il contenuto. Allora si diceva: lottiamo per un modo nuovo di fare politica, ora si tratta di fare un salto, senza nuove parole d'or– dine, senza nuove ideologie. Ci sono altri che ora dicono e lottano per questo obbiettivo (ed è la par– te migliore della nuova sinistra) noi invece abbiamo, anche se an– cora confusamente, capito che il modo nuovo di fare politica non esiste se non nel superamento della politica stessa. La politica, vecchia e nuova è sempre pratica separata. Come non esiste il mili– tante di tipo nuovo, esiste solo il superamento della militanza, il re– sto è farsa o la solita commedia. Non esiste un partito diverso esi– ste solo il «diverso» dal partito e questo diverso l'abbiamo in tanti chiamato movimento attribuendo significati ognuno differenti. Pro– viamo a chiedere oggi ai compa– gni cos'è il movimento e avremo conferma delle infinite possibilità di definizione. Come mai più nessuno oggi parla del rapporto avanguardia-mas– sa? Esiste qualche gruppo politi-

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