RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977

RE NUD0/1I Gli ultillli dei Mohicani L'articolo che precede questo dibattito è stato scritto prima della discussione coi compagni dei circoli che pubblichiamo qui di seguito. Dopo aver ascoltato questi compagni, crediamo di riconfermare il giudizio. Da loro abbiamo sentito tante enunciazioni che si possono ritrovare nel corso dei sette anni di Re Nudo. Vol~ssimo raccogliere quello che si è seminato forse oggi ci sarebbe da raccogliere, ma non è questo il nostro obbiettivo. Noi oggi ci poniamo ancora in modo critico al nuovo movimento che nasce, come facemmo nel '70 nei confronti della nuova sinistra preferendo mettere in luce e discuterne gli aspetti genativi che non cavalcarne ciò che di positivo esprime. Un rapporto critico dunque con ùn settore di movimento importante che mette in pratica molto di quello che la controcultura ha espresso in questi anni ma anche un movimento che esprime qualcosa di molto vecchio e questo vecchio non va taciuto. Il nostro compito di giornale di controcultura è ancora soprattutto questo. Fin dalla nascita dei primi _circolimilanesi questo vecchio era dentro: ideologismo, trionfalismo, esaltazione di se stessi, manifestazioni di certezze assolute. Nel dibattito che pubblichiamo manca il contraddittorio. Prima di tutto abbiamo voluto ascoltare i compagni dei circoli. Per quel che ci riguarda "ce ne que un debut, continuons le dibat ...... · Andrea. Direi di partire da quello che è successo in questi ultimi mesi per vedere quali sono le valutazioni, le riflessioni il dibattito che è in corso. Elvio. Il primo punto è quello della criminalizzazione, non solo dei circoli giovanili ma di una intera categoria; si tende ad individuare ogni giovane come un.potenziale criminale. Questo lo si vedeva mol– to bene il 7 dicembre: la polizia perquisiva tutti i giovani in tram, ma lo si vede anche tutti i giorni quando la polizia spara se un gio– vane passa il semaforo col rosso o per esempio nella situazione di Sesto dove c'è Grigolini (un amico di quel poliziotto che e stato ucciS'.) da Aloisi) che gira per Sesto-e quando vede un giovane coi ca·pel– li lunghi prima lo mena', poi gli chiede i documenti e lo perquisi– sce. Ma la repressione non avviene solo a questo livello; la famiglia per esempio tende ad agire sem– pre più come il gendarme più vicino e fa opera di repressione preventiva. In un circolo come quello della Bovisa dove i giovani vanno dai 1 3 ai 16 anni il metodo è quello classico: ti do uno schiaffo, non so perchè te lo do ma è utile che te lo dia perchè senz· altro avrai fatto o farai qualcosa (il che significa pre– sumere che tu potrai diventare un criminale, uno di quelli che brucia– no i tram o fanno le rapine o qualsiasi cosa). Tutto questo visto nel contesto generale del compro– messo storico strisciante, anzi ga– loppante, assume un aspetto mol– to grave: si tenta di eliminare sul nascere ogni tentativo di inceppa– re questo sistema. E poi ci sono i problemi interni al movimento relativi alla spaccatura tra i circoli. C'è.una crisi dei circoli di S. Marta, (quelli di A. O e M. S.) per esem– pio hanno indetto una assemblea cittadina due settimane fa circa e si sono trovati in una quarantina di persone. Non sanno più che pesci pigliare. Giorgio- Tra l'altro sono sfaldati tra di loro: l'M. S. vuol tornare all'unità, mentre A. O. ci tratta come criminali . Elvio. A. O. è andata a dire nelle 'scuole per quanto é successo il 7 dicembre che siamo provocatori, affiliazione di Autonomia Operaia ecc. che é assurdo. Per quanto riguarda il coordina– mento dei circoli proletari siamo in una fase di empasse; si sente l'esigenza da parte di molti di ,ripensare a questa fase passata, a questa ondata di lotte per l'autori– duzione ecc. vedere a che punto è il movimento adesso. Da un lato c'è chi dice: pare che il movimento sia morto, perchè non facciamo ancora un pò di autoridu– zione facendo cortei ecc.; e questa è la tendenza che porterebbe sen– z'altro all 'istituzzionalizzazione del movimento,-un pò come il movi– mento degli studenti una volta che ripeteva sempre le stesse cose; vorrebbe dire che una volta trovata la carta vincente giocarla sempre e· quindi fare l'autoriduzione non per usare la propria forza, ma perchè l'autoriduzione è l'unica cosa che si può fare. Parallelamente a questa c'è la ten– denza che vuole la discussione su perchè è finita questa fase de movimento, se bisogna continuare il nostro progetto, accrescere la nostra forza, la nostra organizza– zione ecc. Solo che c'è UI) rischio molto gros– so, cioè quello di chiuderci, di fare '1esolite discussioni intellettualisti– che sul perchè di questa fase, sul che cosa fare ora, ecc. e, quindi ancora una volta rischiare di istitu– zionalizzarci e anzichè procedere ad accumulare forza, procedere nel dibattere su questa forza che è una cosa ben diversa. Tutti stanno scappando di casa Il movimento sta incominciando a scontrarsi di fatto col problema della famiglia. Per esempio-c'è il collettivo della Bovisa dove tutti stanno scappando r.l casa; in via Ciovassino l'altra sera ne sono arri– vati sette o otto che cercavano casa. Andrea. Sono r_agazziscappati di casa che si rivolgono alle sedi dei

RkJQdWJsaXNoZXIy