RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

Il Re è sempre nudo. Perché anche per Re Nudo la pubblicità è una garanzia di au– tonomia e di li berta.· Ogni volta che compare sul gior– nale una inserzione pubblicitaria particolarmente fastidiosa ci sono compagni che in.sorgono ri– proponendo di affrontare il pro– blema qella pubblicità. Intanto su questo argomento ci sono molte false convinzioni e idee errate che è berie chiarire. Nella testa di molti c'è la convinzione che Re Nudo e gli altri giornali di movi– mento come «Effe» siano asse– diati da orde di pubblicitari visti come agenti corruttori con l'obiettivo politico di traviare e annegare in un mare di pubblicità le riviste d'avanguardia. In verità non è proprio così anzi è tutto il contrario. Siamo noi boi– cottati e rifiutati dalla stragran– de maggioranza degli inserzio– nisti soprattutto grossi indu– striali, che non intendono contri– buire alla sopravvivenza e allo sviluppo di riviste della sinistra non istituzionale anche se dal punto di vista commerciale po– trebbero trarne d~i vantaggi eco– nomici. Siamo alla ricerca continua AAO\O PIACEltt [ r,ttm./TA IIIL LL DELMAIIS ~Jl,-J dell'inserzionista pubblicitario e ci scontriamo con l'ottusità, il conservatorismo e il bigottismo di chi nonostante il relativo successo editoriale di Re Nudo, fa prevalere il proprio credo politico e preferisce orientarsi su riviste giovanili più accondi– scendenti sul piano politico– culturale. Non a caso quindi noi e la agenzia di pubblicità con cui siamo in rapporto professionale ci scontriamo con inserzionisti che scartano Re Nudo proprio per la nostra posizione politica dicendo «questo giornale è trop– po scandalistico» oppur~«Qui si fa troppa politica etc.» E chiaro che proprio per la nostra natura di giornale di movimento e non di prodotto commerciale noi non accettiamo contrattazioni che mettano in discussione il conte– nuto redazionale della rivista così come non accettiamo finti artico– li-rubriche programmate dagli in– serzionisti su moto-apparecchi stereo, hi fi etc. cosa che invece accettano tutti i giornali per gio– vani non di movimento, dove in– fatti abbondano le pagine pubbli– citarie di questi prodotti ottenute appunto con questi falsi articoli promozionali concordati con gli inserzionisti e realizzati dalla re– dazione. Re Nudo non ha mai scritto una riga commissionata redazionale per chichessia. Noi forniamo lo spazio che evidenziamo come pubblicità, dove il messaggio pubblÌcitario è evidente e non travestito. Quindi il primo punto dovrebbe essere chiarito: la pubblicità è una conquista per mantenere l'autonomia econo– mica, (e quindi politica) per ogni giornale a diffusione nazionale. Questo lo sanno tutti coloro che hanno a che fare con la carta stampata, quindi diciamo per in– ciso che la piccola velenosità di Giuliano Zincone nell'articolo sul Corriere, il cui finale riportiamo nell'apposita rublica a pag. 36, suona particolarmente come ma– lafede soprattutto per chi ha l'op– portunità di conoscere il nostro giornale i problemi dell'editoria come Zincone. Chiusa la parentesi su di un en– nesimo episodio di malcostume giornalistico del nostro «tennista– golfista-leninista», torniamo a Re Nudo. Noi comunichiamo con il lettore attraverso lo spazio redazionale che grosso modo rappresenta 1'80-90% del giornale, il rimanen– te è in vendita alla luce del sole. Ed è il 1 0-20% di spazio pubbli– citario che ci consente, insieme alle vendite e agH abbonamenti, l'indipendenza reale di Re Nudo. A questo punto c'è chi dice: va bene però selezioniamo la pub– blicità, facciamo solo un certo tipo di inserzioni. Questo, oltre ad essere un lusso, contiene in sè una mistificazione pericolosa. Cioè, nel momento in cui il lettore sa che viene scarta– ta la pubblicità «cattiva», oggetti– vamente risulta che la pubblicità

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