RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976

A MILANO AL "BUZZI" SI PUÒ NASCERE RIDENDO A Milano in via Castelvetro c'è l'Ospedale dei bambini Vittore Buzzi. Negli ultimi tempi in città, e non solo, ha cominciato frequentemente a girare la noti– zia di quello che succede, gra– zie all'apertura "illuminata" del primario prof. Miraglia e dei suoi collaboratori. Premetto che vado a fare qui ora un vago discorso introdutti– vo riservandomi di andare più avanti e più in fondo in un pros– simo pezzo. Succede comunque che chiun– que, non si tratta di una clinica privata, può scegliere di fre– quentare con 10.000 lire, tassa di iscrizione, un corso di prepa– razione psicofisicoculturale al parto; leggi per chiunque dun– que tu e la tua compagna o il tuo compagno. I corsi si dividono sin dall'inizio in due fasce: teoria e pratica. Vedi per teoria sei incontri dove uomini, donne con pancia e specialisti si confrontano in una sorta di terapia liberatoria dove ognuno tira fuori le sue para– noie speranze preoccupazioni ignoranza voglia di sapere e dunque ognuno, prima o poi, arriva a riconoscersi negli altri che si accorge essere come lui. Vedi invece per pratica, gene– ralmente frequentato dafle sole donne ma comunque aperto anche agli uomini, la proposta di una particolare tecnica che spazia e attinge qua e là da yo– ga autoipnosi training autogeno rilassamento conversazione che vede molte donne comoda– mente sdraiate in superpoltrone ad occhi chiusi dietro ai segnali di un'istruttrice che, a volte a 1atica, in fondo altro non vuole che comunicare alla gente più diversa che è necessario e non solo ma in particolare per il par– to, avere coscienza, del proprio corpo, della propria emotività, del proprio respiro. lo ho cominciato a frequentare i corsi con la mia compagna vi– sto che aspettiamo per Ottobre un figlio, e dal di dentro, insie– me al meravigliato stupore nel trovare finalmente un servizio utile maturo e cosciente, ho vi– sto anche che molta gente è lì per caso come per caso sareb– be in un altro ospedale, senza neppure sapere che il Buzzi è l'unico Ospedale a Milano e for– se in Italia (mi informerò) dove normalmente e non come scel– ta "optional" tutti i parti vengo– no giocati con il metodo "Le– boyer". Avrete forse sentito parlare di questo medico francese famo- so per aver rielaborato sulla ba– se di precisi studi sui più antichi ed "umani" metodi di far na– scere, assimilati soprattutto dalla tradizione e dalla cultura della gente di Oriente, un meto– do "morbido" a misura di neo– nato, cioè dal suo punto di vi– sta. Si tratta di rendersi conto che un bambino che arriva a nasce– re è in viaggio da parecchi mesi e anche da prima in una sorta di trasferimento intergalattico entro un veicolo particolarmen– te adatto alle sue esigenze di "entronauta", il grembo della madre. Da secoli i bimbi hanno fatto spesso, soprattutto col crescere della tecnologia appli– cata alla medicina, dei gran brutti atterraggi, arrivando a schiantarsi, dopo mesi di suoni ovattati, luci più che tenui ap– pena filtrate, morbido fluire eri– girarsi in un ambiente liquido, dico e ripeto a "schiantarsi" sotto dei fari accecanti tra il vo– ciare di chi assiste, tirati per i piedi e schiaffeggiati sul culo .alla· ricerca di quel grido, il pianto, che gli altri interpreta– vano con gioia come "è vivo", mentre lui cominciava con ter– rore e dolore "ma dove son fini– to" con l'aria entrata brusca- mente e bruciando, sconosciu– ta, ai delicati e nuovi polmoni appena messi in moto. Al Buzzi si cerca di aiutare un atterraggio "morbido". Niente fari ma luci tenui, per quanto è possibile silenzio, niente pacca sul culo ma attesa che il bimbo assistito dal padre e appoggiato sul ventre della madre, ancor legato attraverso il cordone ombelicale, regoli in completa autonomia secondo il suo rit– mo, I' "accensione" dei polmo– ni, alternando la sua incerta e fresca tecnica respiratoria al ri– corso all'ossigeno che ancora arriva attraverso il cavo della madre. È cosi che vivo e funzio– nante senza traumi di atterraggio-schianto il bimbo può essere staccato, si taglia il cordone e può e dovrebbe es– sere il padre a "battezzarlo" con le "acque esterne" dopo quelle che sono state per lui le "acque interne" lavandolo e la– sciandolo nell'acqua a ripetere un rito antico quanto l'uomo, in un elemento antico quanto la vita: l'acqua. Normalmente i bimbi nati col vecchio metodo "duro" ci im– piegano due mesi a superare lo choc dell'arrivo e a liberare un sorriso. Capita ora qui con que- sto metodo, che qualche bimbo dopo essere stato lavato strizzi l'occhio al padre e domandi un asciugamano. Non é poco. ANCHE NEL SUD VIETNAM CURANO CON ~AGOPUNTU– RA GLI INTOSSICATI DA EROINA Il governo rivoluzionario del Sud Vietnam ha intrapreso un programma nuovo e sperimen– tale per aiutare e riabilitare i circa 100.000 intossicati da E– roina, questa è una delle più tra– giche conseguenze della guerra con gli americani. A città Ho Ci Minh si è aperto un nuovo centro per combinare la rieducazione politica con l'in– serimento nella vita lavorativa. Qui viene praticata la nuova te– rapia con l'agopuntura, lo sco– po è rendere gli eroinomani li– beri dall'assuefazione e social– mente autosufficienti. Questo nuovo metodo di cura con l'a– gopuntura viene usato soprat– tutto nelle fasi iniziali per aiuta– re gli eroinomani a superare i dolori e le crisi derivanti dall'in– terruzione dell'uso continuato di eroina. (da EAST WEST JOURNAL)

RkJQdWJsaXNoZXIy