RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976

24 I FANTASMI DEL PALCOSCENICO Claudio Rocchi, Riki Gianco, Paolo Tafani degli Area, il Canzoniere del La– zio sono alcuni dei musicisti ·che hanno partecipato al festival del Lambro. Ecco cosa hanno detto a proposito di questa loro esperienza. PAOLO TOFANI Siamo venuti al festival come l'anno scorso e l'anno prima non solo per suonare ma anche per vivere lì qualche giorno in– sieme alle altre persone e fare un po' il punto sulla situazione del movimento. Dare una valu– tazione del festival è un po' dif– ficile. Da un punto di vista poli– tico direi che è stato molto po– sitivo, specialmente gli ultimi due giorni. lo ho vissuto in pri– ma persona l'ultimo giorno e mi è sembrato di intravvedere pro– prio una volontà da parte di questo sottoproletariato (perché non si può parlare di proletariato, quello era proprio sottoproletariato che era venu– to da tutte_ le parti d'Italia), di realizzare qualcosa di più con– creto dei soliti discorsi fatti da– gli esponenti dei gruppi extra– parlamentari però, questo qual– cosa ·di concreto non è· venuto fuori, ma sono venuti fuori i ca– sini. Un discorso a parte sono i dibattiti che io ho visto e segui– to nell'altro pa[co e che invece erano molto positivi. Poi per quanto riguarda l'esperienza di suonare, beh, noi abbiamo suo– nato ad un'Òra pazzesca, tar– dissimo, quando eravamo rima– sti in pochi; abbiamo suonato volentieri, erano già diverse ore che aspettavamo di farlo, però non credo che abbiamo dato molto e poi a quell'ora lì era an– che facile far ballare la gente, dopo i giorni di pioggia e di ten– sione e q·uindi dal punto di vista musicale, direi che è stata una cosa normale, non molto impÒr– tante. Tra l'altro noi avevamo prepara– to due situazioni apposta per il Lambro; unà di queste era la lettura in chiave critica dei dati elettorali. lo penso che la delu– sione dei risultati elettorali fos– se una delle ragioni per cui c'e– ra questo malcontento, quindi verificare tutto questo alle nove davanti a tutta la gente sarebbe stato positivo, mentre così è stato un concerto fra i pochi in– timi che erano rimasti. Re Nudo. Secondo te la gente cosa si aspettava dal palco, dai musicisti, con quale criterio so– no stati apprezzati alcuni, fi– schiati altri? Paolo. Ci sono dei musicisti che si muovono in un altro circuito e che vengono al Lambro solo per recuperare un certo tipo di terreno che non hanno proprio perché agiscono in questo altro circuito, e quelli che erano al parco Lambro, hanno capito consciamente o inconsciamen– te questo tipo di operazione e non l'hanno accettata, non l'hanno digerita e mi sembra giusto anche perché il festival deve essere una cosa di alter– nativa, che riguarda cioè i grup– pi e i cantanti che lavorano al– l'interno del movimento. C'è da dire poi una cosa: io non credo che la musica debba fare come ha fatto fino ad oggi, la parte del leone, perché si, è impor– tante ma con la musica non ·si fa la rivoluzione, bisogna agire in una altra maniera. Quindi io ho apprezzato molto di più la si– tuazione che si svolgeva nell'al– tro palco, che non era gèstito da nessuno; che non era il sim– bolo del potere che costringe a mettersi lì come coglioni a sen– tire quello che gli propinano gli altri ma dove confrontarsi con gli altri. Questa è stata, io pen– so, la salvezza, la vera risposta e penso che su questa esperien– _zasi dovrebbe costruire il pros– simo incontro che ci sarà. situazione tipo "stiamo insie– me" e basta. Sono venute fuori ri delle cose che dovevano venire fuori, cioè tutto questo clima di violenza che è poi quello che si vede nelle strade, nelle manifestazioni, la legge Reale, la polizia che spara ... Anche il livello di presa di co– scienza sottoproletaria che pri– ma non c'era e che adesso si manifesta su un piano che è quello del "prendiamoci tutto" che è però diverso dal "ripren– diamoci la vita". Sono cose con cui bisogna fare i conti se si vuole andare avanti, per cui il fatto che ci sia stato un Parco Lambro quest'anno che ha tira– to fuori queste contraddizioni per me è un fatto positivo. Una cosa che mi preme sottoli– neare è che non concordo mini– mamente con tutte le critiche giornalistiche dall'Espresso ai quotidiani. I giornalisti ci sono stati molto poco al parco; sta– vano lì un paio d'ore e poi anda– vano a casa e scrivevano il pez– zo sulla morte del pop oppure inventavano di sana pianta tutta una serie di cose dando un'im– magine non reale del Parco Lambro. Ricordo di aver visto in metropolitana un signore, il classico tipo dell'impiegato me– dio, che leggeva l'Espresso e mi dava l'impressione che lui si stesse facendo tutta una fanta– sia su questi qui che ballavano nudi,su questo sesso che c'era che poi non c'era. Re Nudo. La critica che stai fa– ------------ cendo alla stampa e ai fotografi CANZONi'ERE DEL LAZIO ------------ Quest'anno io mi aspettavo una cosa diversa dagli altri festival, però non mi aspettavo questo, cioè una esplosione cqsi violano ta. lo il pomeriggio che sono stato li sono stato male però, ri– pensandoci direi che è stato positivo storicamente . quello che è successo, in quanto ha voluto dire delle cose precise, e ciò che non è più il tempo dei festival tipo Ballabio o Zerbo o Alpe del Viceré in cui c'era una è giustissima e noi di Re Nudo la condividiamo in pieno. Canzoniere del Lazio. Dai gior- nali tutto il discorso della gente che sta male non è mica venuto fuori. Venivano riportate delle interviste, proprio sull'Espresso di gente che diceva: noi siamo venuti qui per scopare, sicco– me non si scopa stiamo male e poi il commento del giornalista che dice: ecco si viene al Parco Lambro con delle intenzioni e poi queste intenzioni non trova– no risposta ed ecco che c'è l'e– splosione. Insomma, il momento sessuale non era il momento principale ~ del festival. , Re Nudo. Dall'altra, dell'area a– nimazione cosa ne pensate? Canzoniere del Lazio. Ma, era molto più vero il palco centrale. Come ha detto anche un ragaz– zo che è intervenuto all'assem– blea, nell'area del secondo pal– co, dell'animazione cosiddetta, c'era gente socialmente diver– sa, il proletariato non c'era. La situazione su cui bisogna lavo– rare è senz'altro quella venuta fuori nell'area del palco centra– le. Re Nudo. Senti, e a proposito della musica? Canzoniere del Lazio. Secondo me la musica è stata messa su un piano sbagliato cioè è stata usata come pretesto, come motivo di aggregazione e non le si è dato nessuno spazio, pro– prio a livello organizzativo, co– me linguaggio ... Insomma è proprio il ruolo dato alla musica che era sbagliato, cioè un ruolo di richiamo. Que– sto lo si vede anche dai giorna– li; nessun giornale parla della musica che si è fatta al Parco Lambro. Quest'anno noi abbia– mo suonato meglio dell'anno scorso e abbiamo ottenuto ah– che un livello di comunicazione più profondo. Vorrei aggiungere un'altra co– sa: non sono affatto d'accordo con tutti quelli che hanno parla– to del Lambro come di un ghet– to; il Lambro dura quattro giorni e la gente sa benissimo che do– po c'è la vita di tutti i giorni. Parlare di. ghetto significa che non si ha neanche la maturità di starsene quattro giorni tra com– pagni a rilassarsi.i nervi, a cer– care di stare bene. Quelli che hanno criticato il festival, che hanno creato i casini e hanno parlato di uscire dal ghetto, so– no quelli che non hanno mai fatto niente e hanno bisogno che qualcuno crei le iniziative per poi fare le controiniziative, sono capaci solo di organizzare un controfestival ma non di fare qualcosa in positivo.

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