RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976

38 COPCON: LO STRANO CASO DEL PICCOLO HANS (1930) Visto che i miei inéditi incontrano, eccovene qui un al– tro. Si tratta di un romanzo breve (anzi brevissimo) del noto giallista Sygmund Chandler. Per chi non lo cono– scesse, qualche nota biografica: Sygmund nacque a · Chicago nel 1856, nell'imminenza della prima guerra mondiale si trasferi a Vienna dove compi gli studi. S'ap– passionò subito ai primi inizi della psicoanalisi ma sup– ponendo che ci avrebbe messo parecchio per diventare oggetto d'insegnamento, preferi optare per una catte– dra di Filosofia della Religione. Fece l'assistente per di– versi anni, ma il suo professore, l'esimio teologo tede– sco Franz von Dasein gli lasciava spazio solo per fare gli esami agli studenti e per suonare le campane della vicina parrocchia; Dopo anni di stenti, Sygmund decise di tornare in America: aveva seguito un corso di econo– mia politica e gli sembrava che il momento fosse propi– zio. Correva infatti l'anno 1929. Tornato a Chicago in piena crisi, mise su una etichetta di Whiski alternativo e èlandestino che lanciò con una grande campagna pub– blicitaria (anch'essa clandestina): ,tBevete TORCIBU– DELLA: è lo Spirito del Mondo!» Fu un insuccesso com– pleto. E cosi Sygmund si mise a scrivere gialli e roman– zi polizieschi di cui presto si rivelò un maestro: fu lui ad inventare il giallo d'azione psicologica, vera sintesi del giallo psicologico e di quello d'azione. Ecco qui un suo racconto. Ciao, Copcon. Non stavo facendo niente quel stessa del divano) un pacchetto giorno, come del resto il giorno di sigarette, ne accese una e prima e quello prima ancora. stette ,ad osservare il fumo az– Avevo la gdla secca e quella zurrognolo che saliva ad ampie maledetta porta dello studio volute nell'aria calda e silenzio– non si apriva ormai da mesi. sa. Dalla 902 8 strada giungeva a in- Dopo due ore e sedici minuti, termittenza la luce azzurra del arricciò il naso e disse: «Vi fa– locale di fronte: la Casa de Oro, rebbero comodo quattrocento e la mia gola era sempre più dollari?» Deglutii nonostante la secca. Pensavo già d'andarme- gola secca. «Più le spese?» feci ne a mangiare qualcosa da Co- io. «D'accordo• fece lei. «Sì stello quando lei entrò. tratta di mio figlio Hans...• «Un Era bionda, alta, con gli occhi momento, le dissi, se la storia grigio-azzurri oziosi e invitanti, I va per le lunghe ci conviene be– capelli le scendevano sul collo re qual~osa» «Non bevo mai in ampie onde e tra le onde ser- prima del tramonto, rispose lei, pegglava un riflesso d'argento. così non si combinano porche– Si sedette sul divano di pelle, si rie.» Stetti zitto e la guardai fis– distese, tolse dalla sua grande . sa~nte, nei suoi occhi notai borsa di pelle lucida (oibò la nono/tante tutto un barlume di desiderio. «Hans ha paura dei cavalli. ..• «Cristo, un altro affare di cor– se...• «Niente di tutto questo Sam, ha paura di uscire per la strada» Mi aveva chiamato Sam: era un bel passo avanti. Anche se in realtà mi chiamavo Johnny. «Rapimenti?» «No, è per via dei cavalli ...» Decisa– mente il caso si faceva intrica– to. «Vedi Pete, è che Hans ha paura di essere morso» Stavol– ta mi aveva chiamato Pete, fa– cevo progressi» «Serpenti?»

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