RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976
so la creazione di 1) Circoli Ot– tobre. Movimento culturale di Bisignano, finalmente chiarite certe posizioni politiche si è ar– rivati ad una rottura fra chi vo– leva un circoletto culturale tanto-per-passare-il-tempo, e chi, cioè noi, voleva come cosa prioritaria l'azione politica e culturale che servisse fonda– mentalmente alla denuncia e alla presa di coscienza politica. Insomma, il «Collettivo Autono– mo» vuole avere un impegno costante nell'ambito della co– munità per lo svolgimento di un'attività politica che faccia emergere i temi e i problemi di portata sia locale e meridionale sia nazionale e interrogionale. Come gruppo politico pensiamo di collocarci, pur nella diversità specifica di alcuni membri, al– l'interno dell'area dell'autono– mia di classe. In questo senso il nostro impegno è molto corag– gioso per una serie di fattori: la diffidenza della sinistra tradizio– nale (PCI-PSI) (...). Abbiamo già esordito con alcuni volantini e manifesti, con una conferenza-dibattito sull'occu– pazione delle terre nel 1949. Adesso stiamo preparando un'inchiesta sulla donazione delle case popolari e sui centri di distribuzione. Ne uscirà un bollettino ben nutrito informati– vo, e in seguito un dibattito nel– la sala del consiglio comunale al quale dovrebbero partecipa– re operai, disoccupati, contadi– ni. Un saluto a tutti. Collettivo Autonomo di Bisigna– no. Salerno 1976 Sto vivendo il Re Nudo 38/39 come un mio doppio, come lo specchio in cui sono proiettate le mie conquiste, perciò ho de– ciso di collaborare all'edifica– zione di questa creatura che fa parte di me eppure mi sta di fronte. Qualche parola per chiarire co– me si è arrivati a questa fusione-divisione. Non è comin– ciato come al solito nel '68, ma prima, l'anno prima, con un professore «democratico» di storia molto ma molto palloso, con i suoi elenchi di morti e di misfatti e nessuna prospettiva storica e il mio superego, che già si stagliava con l'accetta– zione dei canoni di abbiglia– mento delle bande motociclisti– che che rombavano dalle pagi– ne di «Qui giovani». accettò la sfida «democratica» dichiaran– dosi «fascista» negatore della «democrazia». Ci vollero le cro– nache del giornalaccio (Il Tem– po) di mio padre sul quartiere latino a Parigi per aprirmi la mente a dolci visioni di cow-boy e indiani che dall'alto delle bar– ricate si prendevano a pietrate, la rivolta giovanile era li con le sue droghe sesso orgie che zampillavano a fiotti dalle pagi– ne del quotidiano il tutto in no– me dello spauracchio rosso COMUNISMO, oh, ma tutto ciò è profondamente antidemocra– tico, tirai un respiro di sollievo, finalmente si intravvedeva qualche drappo rosso di spe– ranza all'orizzonte. E fu cosi che vissi il mio quattordicenne '68 senza accorgermi che a di– rigere le migliaia di studenti non erano altro (almeno a Salerno) che 20 tetri figaccini molto compunti, con la loro barba e la giacca alla Che Guevara. Pes– simismo? No di certo, visto che da quei semi spuntò il fiore del– l'estremismo marca «Servire il Popolo", con ovvia incazzatura per tutto ciò che c'è di «politi– co» (che però non riguardava certo le feste, le ragazze e tutto ciò che era «personale»), e poi s'affacciava sulla scena un ri– danciano personaggio dai lun– ghi capelli e dal buffo nome: Hippie! (pare si porti appresso molti utensili tipo pacifismo, poesia di protesta, sacco a pe– lo, ecc. ecc ..... ). Cambiava il canone esterno di protesta, ma la struttura con– formista restava sempre la stessa, ci voleva Rossella e so– prattutto Mescalito a destruttu– rarmi prima e poi a farmi ri– strutturare le visioni della vita secondo canoni nuovi, anomali e globali, ma restava sempre il disagio della mancanza di una specificità di massa della mia anormalità, disagio evidenziato dall'incontro con le femministe, che ce l'avevano eccome la lo– ro specificità di massa, ma por– co dio i semi del '68 non sono sfioriti tutti, c'era ancora qual– cosa sottoterra, e infatti e poi il Re Nudo 38/39 e vedi che sono tornati gli stregoni che ti sbatto– no in faccia la tua agognata spe– cificità di massa: il proletariato giovanile, IL COMUNISMO O– RA, è· l'identificazione di un bi– sogno individuale già tentato l'a~no scorso colla fallimentare esperienza del Circolo Ottobre, basta col demandare ad altri la soddisfazione dei nostri biso– gni, questo è il mio contributo per la mia e la nostra destruttu– razione. «Mi sento tanto in una vecchia istituzione esotica che si alza alle 1O, va sul lungomare a leg– gersi il suo Sartre, tornando si beve una birra in una rosticce– ria, arrivato a casa si beve un bicchiere di Porto sulla sua pol– trona ascoltando jazz e sfo– gliando «Lotta Continua». Nel pomeriggio si esce con la ra– gazza, si finisce sul molo a po– miciare e poi su una panchina a parlare di ricordi, la sera a casa di lrobindo per l'ennesima par– tita a scacchi con Squilibrix sorseggiando Whisky e parlan– do di progetti. E così giorno do– po giorno, con l'unica novità di diventare vecchi giorno dopo giorno vecchi come oggetti or– mai usuali dalla funzione bene definita. Una volta alla settima– na il concerto a Napoli con il ta– scapane coi panini alle cotolet– te e il fiasco dì vino, le stesse facce, gli stessi gesti, gli stessi rituali, la stessa bocca amara dopo, anche il fumo è diventata un'abitudine, come le buone vi– brazioni da sentire, il benessere da ostentare, l'applauso da fa– re, la discussione da sostenere, l'interesse da mostrare. Senti che 'lutto ti va a pezzi dentro, hai voglia di urlarlo e non hai nessuno a cui sbatterlo in fac– cia tra folla di «tutto va bene» ad ogni costo che ti circonda con la familiarità di chi ti è estraneo. Vorresti urlarlo in faccia alla ra– gazza che stai stringendo ma devi baciarla, mischiare la tua saliva con la sua, maneggiarla e farti maneggiare e soprattutto 7 sorriderle guardandola negli occhi, mostrarsi soddisfatti e soddisfarla, parlare di cose in– telligenti, fare una battuta osce– na con rutto spregiudicato al fi– nale. L'unico momento eccitan– te della giornata è quando ti guardi allo specchio appena sveglio, la vescica appena libe– rata, la faccia ancora stravolta dal sonno, la testa ancora pie– na dei sogni della notte, la sco– perta di tratti sconosciuti in un volto noto, il controllo della cre– scita dei peli della barba, lo schiacciare i furuncoli che for– mano come un segno zodiacale sulla fronte, il provare nuove pettinature e con esse nuove personalità e finire con lo sce– gliere sempre la solita». (Primavera 1974) Timmy Le Edizioni Re Nudo hanno tirato fuori un fascicolo sull'automassaggio tecniche varie, ecc. cioè il DOIN ( ()..~!»O "1)0 itJ, 1 ;;,"\ t..,, ,.,~ av,A.~ ù,.. t..:~o.) costa 700 lire, solito sistema di pagamento postale (vedi sotto). Praticamente un regalo per chi si abbona a Re Nudo: • Abbonamento 1O numeri più LP del Canzo– niere del Lazio il tutto solo L. 6.000 oppure • Abbonamento 10 numeri più 2 numeri arretrati a scelta il tutto solo L. 5.000 Anche qui, versamento sul c.c.p. 3/5956 (Re Nudo Milano), inviare ricevuta e specificare la forma di abbonamento che si preferisce.
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