RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976

14 MUSICA TERREMOTATA discussione su "Musica e politica" tra Giorgio Gaber, Francesco Guccini, Nanni Ricordi e redazione, do- , po una serata al Palalido. 6 Maggio, notte del terremoto. Noi eravamo al Palalido e non ce ne siamo neanche accorti: sarà magari stata la preoccupazione di vedere come scivolava la serata. Serata tranquilla, con Gucclni che chiacchie- rava serenamente e tanta gente intorno. • Però noi siamo fatti così: non ci appaghiamo d'aver organizzato una serata in fondo riuscita e "sénza inci– denti", c'è sempre qualcosa che non ci fa piacere anche nelle cose più riuscite. Nel caso si trattava di questo strano rapporto tra la gente e il "divo" che si crea nei Palalidl e la discussione rimasta in sospeso su "Musica e Violenza". Per cui dopo lo spettacolo ce ne siamo andati a casa di uno a discutere. Stefano aveva preparato il registratore (lui ancora lucido), gli altri erano tutti stravaccati per terra tra il bevuto e l'assonnato. C'era parecchia gente, ma gli interventi sono stati abbastanza pochi ... che volete? erano le tre e s'è andati avanti fino alle sei di mattina, ad esaurimento delle forze. Di qui una certa sconnessione che trapela qua e là. Però risentendo il nastro, ci siamo detti: perché pubblicare sempre contributi "di li– nea" che dicono il perché e il percome, e non pubblichiamo invece delle conversazioni reali magari meno dense di "indicazioni generali" però molto più illustrative della situazione, degli stati d'animo, delle moti– vazioni personali, dei giudizi reali della gente? Per cui pubblichiamo: è una discussione a tarda notte, a caldo ~opo l'ennesimo spettacolo, però quello che vi si dice è qualcosa in più dell'ennesimo lamento ... Guccini Qui questa storia dei palazzi dello sport è diventata un casino. Bisogna dire che non sono nati per fare della musica: li usi perché è una struttura grande, ci sta tanta gente, e avendo solo una sera a disposizione ... Gaber: ... perché solo una sera a disposizione? Guccini: bah, io e te partiamo da situazioni diverse: io sono molto brado, non sono un professionista, tutto sommato, anche se ormai lo faccio di mestiere, più o meno, perché non mi riesce di fare altro. Però io che faccio spettacoli è solo un anno, un anno e mezzo, anche se sono 1 O anni che suono e faccio canzoni. E questo proprio perché io questa cosa qui non la volevo fare. E mi son lasciato coinvolgere, anzi, sono stato coinvolto, costretto a farmi coinvolgere per le telefonate, le richieste e tutte queste cose qua. Sai cosa ti dico? ... io sto cercando · l'occasione buona per smettere di fare i Palazzetti dello Sport. E poi, insomma, io non sono un cazzo d'accordo sul discorso: la musica gratis. Ma come si fa a dire una cosa cosi? Una cazzata immane! Ma dove, insomma? E c'è un gran casino, perché questa gente rivendica la musica gratis in nome della tradizione popolare, dove la musica tutto sommato non è mai stata gratis, l'individuo musicale, che era sempre uno che suonava e cantava in mezzo ad altri che non suonavano né ballavano, era remunerato in un certo modo, e allora, noi non dobbiamo mangiare? Però è giusto, quando la gente s'incazza e dice: arriva il superdivo, va su, ci racconta lé sue càzzate, se ne va, e poi noi rimaniamo qui con le nostre sfighe. La musica è nostra, facciamocela noi, dicono. Va bene, benissimo, bravi, io m& ne sto a casa mia, non me ne frega mica niente ... Però quando c'è la fabbrica occupata o qualsiasi altra cosa, chiamano a suonare me, e non Giovanni Spupazzoni, che è salito sul palco, s'è fatta la sua canzone e poi se ne va. No!! Chiamano me. E allora, eh-a cazzo vuol dire? Allora mi pare che bisogni,rebbe agire in maniera diversa, adesso non so se lo spettacolo tradizionale ha ancora un suo valore. Un po', sì: chiaro, tu arrivi in un posto, ti fai le tue canzoni, e buonanotte. D'altra parte bisognerebbe trovare un altro modo, che so, ci dovrebbe essere un'organizzazione di un, certo tipo, ma non selvaggia, J fatta artigianale, perché allora' alternativo vuol dire brutto, fatto male. Ma andare avanti così non è possibile. lo per esempio, adesso, ho 400 richieste di spettacoli, e ci son dentro tutti: Lotta Operaia, Potere Continuo, Avanguardia Proletaria, gli Incazzati Rossi, tutti. E tutti fanno spettacoli, e tutti mi vogliono. E io mi trovo a fare uno spettacolo, e quelli che m'han chiamato, m'hanno rotto per mesi, mi rendo conto che di me non gliene frega un cazzo. Lo sento, di me non gliene frega niente. Sanno però che Francesco Guccini richiama un certo numero di persone, e quindi lo fanno per tirar su dei soldi. Gaber. Ma qui c'è il grosso equivoco: ti usano come un divo di sinistra. Cioè, questo qui è uno che richiama, e via andare. Non gliene frega un cazzo di quello che fai te. E tutto è ancora fermo a Vittorini e Togliatti: la politica è una ,cosa e la cultura è un'altra. Non c'.è nessun tipo di rapporto tra iniziativa politica e contenuto di quello che andiamo a cantare. Ma su questo bisogna fare molta chiarezza, perché poi è anche ricattatorio. Cioè, io mi incazzo quando mi fanno i ricatti: o vieni, o se non vieni non sei un compagno! Ma vaffanculo! Allora non sono un compagno, la coscienza sporca io me la sento lo stesso, è non è che me la pulisca così, se è per questo. · Guccini. Beh, io ho una storia esemplare, che devo raccontare, perché secondo me dice tutto. Dunque, il circolo Ottobre di Treviso decide di organizzare una serie di spettacoli a Treviso. Affittano un tendone che costa loro 600.000 lire a sera. E già questo è allucinante, perché

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