RE NUDO - Anno VII - n. 41 - aprile 1976

9 MUSICA E VIOLENZA! RIPRENDIAMOCICHE COSA? Ricordo che l'anno scorso sue- piuttosto che da quella di chi è cesse a Memè Perlini. Era du- interrotto?" Già. Di solito è rante la rassegna teatrale di così: ma perchè interrompere Chieri, nei corso del suo happe- uno spettacolo sicuramente ning che doveva durare una forte per sostituirlo con le solite notte intera: i soliti ignoti prole- canzoni militanti fritte e rifritte e tari giovanili irruppero rompen- la solita creativa assenza dì ve– do gli arredi, le scene, i costu- ra creatività (limitata al fatto dì– mi, scazzottando gli attori, in- struttivo)? terrompendo l'happening al gri- Un pò le stesse reazioni di fron– de "La terra ai contadini e non te à1 "fattaccio De Gregari". a Perlini!" e mettendosi poi a Magari va anche bene inter– cantare canzoni lntilli-mane- rompere uno spettacolo se c'è sche. Il Perlini era non poco in- qualcosa da chiarire, ma cazzata: "Ma come? Proprio a perchè chiedere al microfono la me? Perchè all'avanguardia e gestione gruppettara di qualsia– non ai cialtroni?". 11 sottoscritto si spettacolo, perchè chiedere e altri compagni eravamo un pò agli artisti facili quanto stru– imbara:tzati, non si sapeva be- mentali e opportuniste profes– ne che dire. Il Biffo che era li, sioni di fede rivoluzionaria, mi sussurrò: "ma noi di solito perchè trattare Francesco co– non dovremmo stare dalla parte me se fosse Amerio? di chi irrompe gli spettacoli,_ Anche qui, come nel fatto di Ci avviciniamo rapidamente a giugno e cioè alla 6° FESTA DEL PROLETARIATO GIOVANILE. Per il terzo anno consecu– tivo si svolgerà al Parco Lambro durante uno dei due "ponti" di giugno. A tutt'oggi, mentre scriviamo, abbiamo fatto solo una riunione di discussione sul festival, sia pure aperta e allargata ad altre forze di base. In questa fase quindi, più che dare anticipi sul programma, cosa evidentemente prematura, teniamo a dare alcuni elementi di riflessione che sono emersi nel corso della discussione. Quale festival? Intanto diciamo che la 5° festa del Proletariato giovanile dello scorso anno ha dato la possibi– lità a diverse forze politiche e culturali di confrontarsi in una esperienza senza dubbio importante. La sinistra rivoluzionaria (non stalinista) nel suo complesso è stata chiamata ad un confronto con le masse giovanili proletarie e con la controcul– tura. Noi durante questa festa abbiamo imparato diverse cose: uno che fra le cose che i giovani hanno trovato più positiva è stata la riscoperta spontanea del ballo collettivo, del gioco corale, di tutto ciò in pratica che permette alla gente di esprimersi in prima persona. Due che lo spettacolo tradizionale è stato con– diviso solo quando proponeva un livello di discorso artistico sopra la media. Tre sono state spazzate via le illusioni dema– gogiche di quelli che dicono "il palco è di tutti". L'insegna– mento che ci è venuto da questa esperienza è che la grande maggioranza di coloro che vogliono "andare sul palco" a esprimersi, sono del megalomani-frustrati che si sentono sod– disfatti quando possono esprimere la propria creatività in spregio delle migliaia di persone che devono sorbirsi troppo spesso cose penose. Del resto il movimento, anche fuori dall'Industria discografica ha prodotto musicisti e gruppi ad un ottimo livello che dovran- Chieri, la risposta della Catego– ria musicisti (là, gente di tea– tro) è stata compatta e unitaria: "qui non si può più lavorare, è uno scandalo!" Anche in gente di sinistra sono venute fuori escla·mazioni autentiche di de– stra contro il proletariato giova– nile, contro i soliti ignoti provo– catori, contro insomma chi continua a esprimere esigenze non comprese e non verificabili su cachet e incassi del botte– ghino. Allora, per analogia, m'è venuto in mente cosa succedeva nel '68 almeno ai primi tempi, in Università. S'erano interrotte le lezioni cattedratiche, e dato che il professore è un pubblico ufficiale mentre il cantante no, si commetteva anche reato e grave. Non tutte le lezioni cat- I tedratiche erano brutte, anzi si può dire che il livello medio era anche superiore a quello delle lezioni di oggi (egualmente cat– tedratiche ma anche più svuo– tate stanche e inutili). Non tutte erano di destra, anzi la maggior parte era sicuramente di sini– stra. Eppure furono· interrotte: ignoti studenti occuparono , le cattedre, delle volte tra le pro– teste di altri studenti, quasi sempre in piccolo gruppo all'i– nizio mentre la grande maggio– ranza stava a vedere in quasi– silenzio. Questa poca gente ignota che sostituiva al micro– fono stimati baroni con molti ti– toli davanti al nome, erano "a– gitatori di professione" erano "sedicenti qualcosa" erano "o– scuri provocatori"? No, erano un pò più decisi degli altri e da- no avere uno spazio ben maggiore di quanto non ne abbiano avuto ai festival precedenti. Quattro, è nostra intenzione riproporre esperienze culturali e musicali di rottura anche se questo può provocare lo scontro con la cultura sessuofobica e fallocratica di cui noi tutti siamo impregnati. Nello stesso tempo maggior rigore nella presenta– zione di gruppi noti o tristemente noti. Quinto, maggiore spazio a femministe e omosessuali che han– no rappresentato nel '75 momenti fra i più coinvolgenti e sti– molanti. Quindi già da adesso invitiamo le compagne e i com– pagni a mettersi In contatto con la segreteria provvisoria (te– lefono 8354496 solo pomeriggio) o scrivendo a Re Nudo via Pastorelli 12. L'invito è ovviamente esteso a tutti i centri e giornali alternativi che vogliano portare un contributo. Questo è schematicamente quanto è emerso nel corso della discussione sul Lambro '75 e che proponiamo al dibattito per la preparazione della 6° edizione del festival. Rispetto le forze politiche del cartello DP, premettendo che non c'è alcuna pre– clusione di principio, ci sembra pacifico che la pratica culturale-giovanile di queste organizzazioni dal Lambro dello scorso anno abbia rispecchiato altre tendenze: di qui l'avvici– namento di AO e PDUP al MLS su di un terreno culturale assai diverso da quanto prospettato nel corso di quest'anno con le feste da ballo e i dibattiti sul giornale o nei quartieri da Re Nu- 90, dal circoli giovanili e da altre forze autonome di base. E probabile quindi l'andare incontro a due festival nei due pon– ti di giugno, uno delle forze spontanee, con Lotta Continua, Partito radicale, e altre forze politiche e l'altro dal cartello di Democrazia Proletaria. Al di fuori speriamo da ogni logica boi– cottatrice, crediamo che le due esperienze in un confronto così ravyicinato non possano che essere di stimolo per fare il meglio possibile.

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