RE NUDO - Anno VII - n. 41 - aprile 1976

37 POESIAE MOVIMENTO: IL POETA È UN UCCELLACCIONEL GUSCIO Bisognerebbe aver vissuto al Tufello o al Tiburtino Terzo o al Pre- amici, a divorare Proust e Celine, ma soprattutto Rimbaud e Lau– nestino o a Tor Marancio per poter riconoscere Aldo Piromalli in- treamont, sventolandoli alle manifestazioni ed agli scontri del so– contrandolo oggi ad Amsterdam o a Zagabria o non importa dove, praggiunto sessantotto ... Scrisse per quello che forse fu il primo bisognerebbe sapere cos'è la periferia romana, molto più misera- giornale under d'Italia (NO), stampato a Roma tra il "66 ed il "67, bile di quella milanese, ma anche meno disperata per capire come alcuni memorabili racconti sulla sua adolescenza al Tufello e giuro un poeta tale possa essere vissuto sedici anni appunto al Tufello e spergiuro che sono le più belle cose in prosa che io abbia letto con soli amici le lucertole e "il Caccola", "Giotto", le fionde, "er dopo Pavese Cesare ... per poi sparire militare ed impazzire anche Pezzola", i sassi della marrana. Un personaggio di Pasolini che lui come tutti noi credo piuttosto che obbedire ai capitani (chi si ri– esce da "una vita violenta" e comincia a raccontarsi in prima per- fiuta di obbedire alla autorità è pazzo, no?). sona, in carne e ossa, i suoi incontri con I LIBRI, con I CAPELLO- Riconsegnato ai suoi compagni dopo due mesi di manicomio, si ri– NI DI PIAZZA DI SPAGNA, con la COSCIENZA DI CLASSE, in- mise in viaggio, passando anche (soprattutto) per un carcere e poi contri tutti rispettosissimi e vissuti in umiltà di sottoproletario inti- S. Maria della Pietà a Roma tra i pazzi ancora (pazzi chi?) e poi morilo da tutto. Così lui mi parlava (avendo riconosciuto uno che una fuga definitiva ad Amsterdam dove ancora una volta ricovera– aveva lasciato un'altra borgata anni prima): "Quali libri devo leg- to in manicomio, vi è tornato ora "liberamente" per lavorarci e per gere fratello, io voglio imparare a scrivere quello che ho dentro ..." non staccarsi forse dai suoi soli amici, gli unici che forse lo capi– lo ero imbarazzatissimo ed ho trovato, undici anni fa, solo la forza scono. di dirgli ... "Niente ... Scrivi. .. Incazzati ... e scrivi ... respira ... e seri• È pazzo il poeta? e se un poeta è pazzo sono forse tutti i pazzi dei vi... brucia i libri. .. e scrivi. .. Ricordati der Caccola, di Giotto, der poeti? E cos'è la poesia? E cosa è la Pazzia? Sono forse la stessa Tatuato, der Pezzola e scrivi..." Aldo Piromalli non seguì il mio cosa? (Ai Lacaniani di merda, nonché al gruppo 63 algrancomple– consiglio, per fortuna ... Cominciò a viaggiare, a dimenticare i suoi lo l'ardua sentenza.) Gli uccelli sono nel cielo lo sono un uccello nel guscio E scrivo quel che sento nel guscio Un giorno scriverò del cielo. 1957 Ti ho ritrovato cielo grigio Ti ho eternamente ritrovato. Ecco la pianura di nebbia Ecco le capanne e gli alberi I volti degli uomini perduti lo non faccio altro Che seguire il mio passo Che avere il capo teso verso di te Che ascoltare gli uccelli Dalle ali brune. Le mia braccia divennero rami Qualche secolo fa I miei sogni divennero albe E tutti i miei ricordi Si frantumarono fra le nuvole Ora sono solo Ora non ho più dolori lo sono l'uomo universale lo sono la mia nuova salvezza Cielo grigio cielo grigio Prendimi fra le tue braccia Coprimi dei tuoi segni Sarò così la calma La beatitudine assoluta. Amsterdam, agosto 1969 Nel mio cuore non ci sono più date Non ci sono più città né visi Tutto ho perduto sulle spiagge Che si affacciano sull'isola di Samotracia E sui treni che portano altrove Nel giro breve di un mese Ho vagato per mille vie che s'inseguivano E il punto di partenza è riapparso

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