RE NUDO - Anno VII - n. 40 - marzo 1976

che il linguaggio si fa sempre più evasivo e sfuggente, non trovi? R. Adesso i cantautori pullula– no. È sul loro tipo di linguaggio che io sono particolarmente cattivo, avvelenato; per esem– pio dal lato tecnico limitano moltissimo l'uso della rima. La rima è un freno, ma allo stesso tempo è uno strumento utilissi– mo perché ... il fatto che le poe– sie che studiavano a scuola era fastidiosamente a rima va bene è chiaro, ma la rima per la can– zone ha un'importanza enorme perché è un fatto musicale, ti ri– chiama verso dopo verso dei suoni, delle atmosfere, quindi va benissimo, ci vuole. Far can– zoni senza rima è troppo faci– le... uno si mette li e scrive del– le parole, il che va benissimo, però non mi obblighi a starlo ad ascoltare. Il discorso è abba– stanza complesso e non è solo problema di rima, è tutto l'uso del linguaggio, di certi termini, di certe metafore. lo usavo le metafore per divertimento, per gioco, per divertirsi a "far poe– sie". Adesso c'è un uso assur– do delle metafore. lo penso che la preoccupazione di molti sia mettersi li, guardare la frase normale che viene giù, poi dire: ecco quello che voglio dire è questo, adesso come posso dir– lo in maniera diversa? Perché se lo dico cosi sono sputtanato, sono banale, devo trovare un modo per dire questa cosa. È un gioco che ho fatto anche io nelle mie ultime canzoni, pro– prio ho voluto utilizzare, voluta– mente, una metafora fasulla che non dice niente, per vedere le reazioni a questa metafora. La metafora era: "per le mie navi son quasi chiusi i porti", che non dice niente, insomma. Per dire: non ho più niente da fare, non voglio fare questo, non mi interessa più fare que– sto, "per le mie navi son quasi chiusi i porti". Che sembra una metafora poetica ma in realtà non lo è. È il vecchio discorso del poetico: che se uno fa una poesia e ci mette dentro "cielo" è più poetico che se ci mette dentro "merda" perché la mer– da è meno poetica del cielo. Ma io voglio provare a utilizzare un linguaggio, non "cazzo in culo" quella ~oba li, ma un linguaggio rozzo. E per questo che in tante canzoni sono volutamente roz– zo difficile da ascoltare, noioso al limite. La canzone migliore è Piccola città dove ci sono le due cose: è una canzone che dice delle cose e dice cose tut– te rimate contro-rimate e guar– da che sono cose che ho fatto al massimo in mezzora trequar- ti d'ora, non è che stia lì a pen– sare o a rimare dopo, quando una canzone mi viene fuori non la riguardo mai, è una sbrodola– ta, delle volte prendo appunti per le strofe dopo perché penso sempre alla strofa dopo. Sono pochi che usano ancora questa tecnica, le rime eccetera, sono Lolli, Roberto Vecchioni e ve– niamo tutti da questa malattia, si vede scolastica. lo ho fatto le scuole letterarie, e succede che se le hai fatte, ti porti dietro un certo pudore. Hai studiato critica e quindi... il pudore. Perché io certe frasi in una canzone ce le metto ma se do– vessi firmarle sotto ... passino in una canzone, normalmente no! lo so benissimo non dico tanto i miei limiti, ma quello che si può dire in una canzone: non m'illu– do di fare poesia per aver scrit– to una bella metafora in una canzone, una metafora da me– stierante. D. Questo fatto delle rime fa pensare a De André, che è una specie di maniaco della "rima giusta" ... R. lo e De André siamo diver– sissimi. Qualche assonanza è dovuta all'influenza dei france– si. Assolutamente De André non ha influito un minimo. Se no lo direi, come dico che Amo– dei ha influito per certe cose. Poi c'è una cosa da dire: Amo– dei precede De André, mentre io e De André siamo contempo– ranei anche se lui faceva già di– schi e io no. E poi io nei miei personaggi, nei miei emarginati sono sempre vicino, mi ci para– gono sempre, De André è sem– pre un entomologo, uno che studia dal di guori, uno che li guarda dalla lontana, lui li den– tro non c'è. Li guarda con cu– riosità, è il ragazzo di buona fa– miglia che va al porto a farsi due risate sugli ubriaconi, ma non è la sua gente. Invece il frate è mia gente, il pensionato è mia gente, io non sono diver– so da loro socialmente parlan– do. D. Continui a parlare di Amo– dei. Ma allora la tua segretavo– cazione è fare le canzoni di lot– ta, tipo "Dischi del Sole ..."? R. Le canzoni trionfalistiche, di lotta, non ho mai esitato a dire che nella maggioranza dei casi sono delle puttanate ignobili fatte da gente che fa anche, a parte, delle belle canzoni. Cioè Ivan della Mea ha fatto delle canzoni meravigliose, belle, belle, ... Uno dei pochi che rie– sce a fare delle belle canzoni politiche è appunto Fausto Amodei. Se no nel novanta per cento dei casi le canzoni politi- che sono una serie di slogan senza costruzione, senza nes– so, fatte da gente che si vuol pascere di uno slogan e non ca– pisce che la politica è fatta di cose ben più ruvide. Per cui io sono completamente contrario, penso che anche Amodei lo sia. Ma c'è stato un ravvedimento: non è più il '68 e questa gente ha pensato di cambiare ... Ho sentito di uno spettacolo di Ivan della Mea e della Marini dove hanno abbandonato questo sti– le... Fanno Morti di Reggio Emi– lia sì, ma questa è una canzone vera, come la Locomotiva, che però non è nata come canzone politica: è il fatto che è politico in sé, un tizio che si butta con– tro la locomotiva e lo fa agli ini– zi del secolo quando la locomo– tiva era come un missile oggi, il simbolo massimo del progres- 45 so, il positivismo, il progresso che spezza le catene dell'oscu– rantismo, il ballo Excelsior. lo li dico delle frasi retoriche, ma in quel contesto li mi vanno bene ("trionfi la giustizia proletaria") ma che è un gioco d'un certo ti– po, lo dico fin dall'inizio quando dico "gli eroi sono tutti giovani e belli", è ironica quella frase lì. Accetto l'Inno se è un gioco, Amodei sa benissimo che quel– lo è un gioco, non mi va bene in Contessa per esempio, il falso dialogo "ha visto contessa ... ". Non é vero, è assurdo, a me non me la può contare: i ricchi non parlano in questo modo, i ricchi sono molto più intelligen– ti. Quelle frasi stanno bene in bocca a un ometto piccolo– laido-borghese ma Agnelli non dice: "guarda cos'han fatto quei giovani studenti ..."

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