RE NUDO - Anno VII - n. 40 - marzo 1976

cui hanno iniziato all'ambiente dei militari (Il tronba) al solito filone Diabolik (Megaton e altri) al porno– pesante (Sorche/la gola feconda) alla fiaba (favoletta sexy, pinoc– chio ecc.) al vecchio filone fanta– scienza, a/l'avventuroso da Tarzan ai gangsters (Karzan, Bonnie) ai meno belli del sadomasochismo (Alcina, Lucifera, Zara ecc.) fino all'ultimo, delizioso ibrido che è il "Montatore", cioè l'operaio extra– parlamentare, che fa il figa e lo scopatore, mentre il padrone, Er– cole Piselli si chiama, gioca con i soldatini nel suo ufficio manageria– le. Le storie son tutte ben fatte, ormai il genere è nato,_e di qui non si tor– na indietro ... anzi, per conto nostro ormai la scintilla ha dato fuoco alle polveri, ed è controcultura, buona e dura. 'ciato a dire che non 'proteggerà' i giornali pornografici ... Per il resto, quel che ho detto potrete trovarlo nelle edicole, ogni settimana. Che qualcosa stia cambiando, nel– la mefitica kultura italiana? angelo quattrocchi Angelone: Ma veramente a me sembra che questi fumetti con la controcultura non c'entrino un cazzo. Anzi molti sono chia– ramente fascisti. Roberto: Il punto fondamentale è che avviliscono l'omosessua– lità. È vero che ci sono un sac– co di scopate dentro che maga– ri possono essere anche libera– torie e che moltissime sono fuori da una dimensione esclu– sivamente eterosessuale, però è anche vero che il personaggio dell'omosessuale è sempre ste– reotipato al massimo, a volte appare anche come impotente, e comunque è sempre ridicoliz– zato. lo come omosessuale mi sento profondamente offeso da questi fumetti. Clelia: Una cosa che mi pare proprio non entrarci è il nazional-popolare a meno che non lo si intenda in senso dete– riore ... Gianfranco: ... forse l'Angelo ha scambiato per cultura di ascendenza contadina e popo– lare quella che è invece la cul– tura piccolo-borghese della provincia d'una volta, quella Comunque, giudicate voi. Vi diamo un'ultima chiave: l'ordine dei giornalisti, a Milano, ha comin- Fumetti nazional-popolari, provincial-goliardici? 0 stessa che produce i film sulle "famiglie erotiche" tipo la "co– gnatina", "la nipotina", "grazie ..-------------------------- ·nonna" eccetera. È cultura pro– In caserm-. è suonata la tromba ma fùorl c'I Il dritto che tromba I - pèp~ reppeppeeeIl! • chi l'h!J in tiro fa per tre/li Tromba tromba ragazzone, ml accontento di un ventone ... .RJMETTO Al SUPERORMONI L.250 DISORDINE PUBBLICO vinciale, lo spirito gogliardico da ·'Bertoldo" che in Italia ven– ne a galla col fascismo, nono– stante qualche elemento rozza– .mente populistico che c'era dentro. Stefano: Sta di fatto che vende molto e piace. Dipende solo dall'onnipotenza del Potere che impone anche il "gusto" alla gente, oppure anche dal fatto che questi fumetti sono molto vicini a un tipo di sensibilità ·po– polare? Oppure dal fatto che non ci sono in Italia molte alter– native? Questo per esempio è un giornale americano che ten– ta un discorso pornografico di– verso, non offensivo appunto. Lo faccio girare cosi ne discu– tiamo un po' ... Clelia: Bello, molto bello ... Corrado: Mah! Dipende: ci so– no tante belle foto su tela, dise– gni raffinati eccetera, però si– curamente non è affatto ecci– tante. Clelia: Bisogna vedere cosa si intende per eccitante ... Corrado: Voglio dire che è una rivista interessante ma l'erotis– mo non c'è, perché è tutto de– purato, passato da un filtro estetico. Stefano: Si questo è verissimo. Con un linguaggio cosi puro, quasi "asettico" non si toglie molto pubblico al porno pesan– te. Il porno dei fumettacci avrà tutte le ambiguità politiche che s'è detto però é provocatorio ri– spetto al "comune senso del pudore" qui invece c'è molto alibi estetico. Clelia: D'altra parte il porno– fumetto ha anche profonda– mente bisogno del "comune senso· del pudore", sennò non farebbe ridere, non allievereb– be dai sensi di colpa coltivan– doli nello stesso tempo. Insom– ma non è mica poi un discorso nuovo che certo tipo di porno si sviluppa proprio grazie al mora– lismo e all'autoritarismo. Gianfranco: Sul discorso della pornografia siamo sempre un po' imbarazzati. In Francia la situazione è molto diversa: ad esempìb la battaglia per l'abor– to è fatta insieme a quella per la pornografia e si assume tutta la pornografia come fatto positivo·. Di positivo c'è che la pornogra– fia viene politicizzata e caricata di "provocazione", di negativo c'è che rispetto all'offensiva in– ternazionale del "porno" non esiste un discorso critico. Certi film porno americani vengono catalogati come "femministi" mentre il femminismo non c'en– tra niente. Allora la politica di– venta un'etichettatura che fa viaggiare un prodotto, una mer– ce che ha un senso ben diver– so. Non a caso poi i compagni francesi restano disarmati di fronte a un Salò, o a Ultimo tan– go a Parigi: perché per loro l'in– dagine del rapporto tra sesso e potere è traumatizzante. Roberto: Cosa intendi per pote– re, e rapporto sesso e potere? Gianfranco: A me sembra che dietro l'offensiva porno (nei fu– metti e nei film) ci stia un di– scorso preciso da parte del ca– pitale: anzitutto si isola un biso– gno e si produce una merce particolare per quel bisogno isolato dalla totalità dei bisogni. Quindi: bisogno-sesso, merce– sesso. Questa operazione vale per tutto: è la scissione conti– nua. Il risultato è che noi siamo un coagulo di bisogni di merci distinte, non siamo delle perso– ne. Poi si prende questo biso-

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