RE NUDO - Anno VI - n. 37 - dicembre 1975
È noto infatti a tutti, come riuscisse ad unificare la ritmica afro-cubana a improvvisazioni rock e a spunti jazzistici, senza produrre contrasti e situazioni divergenti. Gli I.P.Son group, comunque non hanno nulla a che vedere con queste esperienze che bene o male sono uscite da una matrice prevalentemente "pop". Il loro mondo è completamente differente. È il mondo delle magie, delle leggende, dei ritmi e di tutto quello che la cultura africana ha prodotto. Gli stessi titoli dei pezzi lo stanno a dimostrare: A'ny, Al Sabri, Sahara, Fatimah, la Gazzel– la, Zighiny. La musica infatti, esce da qualsiasi classificazione e deno– minazione spicciola. La base è quella dell'improvvi– sazione, della spontaneità, della voglia creatrice di fare della musica insieme, cercando di rievocare le immagini e-le atmo– sfere dell'Africa. A'NY, ad esempio è un bellissi- mo pezzo di canto africano. . Ed è un vero peccato che non sia stato pubblicato il testo, e tanto– meno la traduzione. qui, la voce usata è come uno strumento, inserita perfettamente nelle sonorità totali del sax, del flauto e della chitarra. Non c'è prevalen~a alcuna di uno strumento sull'altro. Gli spazi di ognuno sono sa– pientamente dosati, all'insegna di creare un suono comune, dove tutti sono parte integrante e nessuno assume posizioni di lea– der. Gli strumenti a percussione sono tjuélli tipici del inondo africano: conga-darbula-bells– tambourine, ma anche l'uso del sassofono, del flauto e di stru– menti elettrici contribuiscono a donarci quel senso di bellezza africana, che le nostre nevrotiche e tormentate orecchie occidentali, purtroppò, non conoscono. AREA ARE(A)ZIONE. CRAMPS. Gli Area giungono al loro quarto LP, dopo una lunghissima preparazione musicale, e a un eccezionale partecipaziorie a tutte le manifestazioni cultùrali, e festi– vals del circuito alternativo. Proprio per questo, sono oggi, gli unici musicisti a fare un discorso completamente autono– mo sia musicalmente che politica– mente. Il gruppo si è formato alla fine del 1972, amalgamando mu– sicisti ed esperienze musicali diverse, esprimendo così, l'esi– genza di uscire dalla musica allora dominante, e cioè dal ghetto del "gènere", e creare una musica totalmente nuova e perso– nale, come superamento delle singole esperienze artistiche. Il loro primo disco "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi), uscito nel '73 è stato un tentativo di radicalìzzàre la musica del movimento pop, e ad attribuirgli un preciso significato politico. Nelle tue miserie riconoscerai il significato di un arbeit macht frei Tetra economia quotidiana umiltà ti spingono sempre verso arbeit mach! frei Consapevolezza ogni volta di più ti farà vedere COS'È ARBEIT MACHT FREI. La musica è lancinante, violenta, ossessiva, ma ciò nonostante riesce a comunicare questo suo stato di tensione e a provocare nell'ascoltatore una voglia e un desiderio di partecipazione com– pletamente nuova. Non si tratta quindi, soltanto di battere le mani per scandire il tempo, ma di un'esigenza totale di riconoscere tale musica come parte integrante del movimento. Il secondo tentativo discografi– co degli Area è "Caution Radia– tion Area" (pericolo, area radioat– tiva). Qui, il superamento del modello tradizionale di far musi– ca, e cioè pop-scuole inglesi e americane-scopiazzamenti più o meno gratuiti, roba importata e per questo niente affatto origina– le, è ancora più incisivo di Arbeit macht frei. Qui la musica è più dura, completamente folle, protesa ad aprire il cervello di chi la ascolta, non come un fatto puramente sensitivo e facilmente effettistico (l'effettismo è sempre reazionario di fatto) ma con lo scopo di rompere con il vecchio concetto che vede come momenti separati chi fa musica e chi la ascolta, la ama o la Consuma. L'evoluzione degli Area prose– gue nel '74 con un terzo album, che rispetto ai precedenti, dove la tendenza era la rabbia, l'angoscia e l'alienazione, propone, ma più che proporre, verifica... la realtà del movimento. "CRAC" è un disco dedicato alle masse giovanili, dove la base è la "GIOIA e RIVOLUZIONE". Momento quindi non soltanto di illuminazione teorica.ma di parte– cipazione reale. E che la rivolu– zione in quanto tale, debba essere una festa è una realtà che non dobbiamo dimenticare. Come dire Vivere senza tempi morti gioiì-11 senza ostacoli (Re Nudo n° 18 '73). ARE(a)ZIONE è l'estremo svi– luppo della FESTA. È cioè un album interamente registrato dal vivo, con la diretta partecipazione del pubblico, ma più che pubblico diremo movi– mento. Partecipazione non misti– ficata con il riduttivo applauso o bis, ma realmente verificabile nel casino, nella gioia, nella festa. Esempio: l'happenning degli Area durante il brano "La mela di Odessa". Ma la verifica maggiore, viene proprio dagli Area, con la loro musica completamente spo– glia dalla freddezza delle sale di incisione, dove il suono esce limpido, fresco e liberato. La seconda facciata è totalmen– te nuova. È cioè un'improvvisazione uni– ca, che si riallaccia con entusias– mo ad una nuova interpretazione dell"'I nternazionale". L'album è corredato da una testimonianza fotografica, in cui gli Area suonano nelle maggiori feste proletarie e nei più impor– tanti raduni giovanili di questi ultimi tre anni. Per chi vuol conoscere gli $\rea nella loro totalità, questo,disco è senz'altro fondamentale. È un disco DENTRO IL MOVI– MENTO. Roy Harper HQ (EMI) È quasi Natale e magari in vetrina troverete questo disco su (o di?) Gesù Cristo. Una volta si diceva: « Quello si crede Napoleone», ora invece si drovrebbe dire: « un altro che si crede Cristo». E in– fatti Roy Harper comincia fin– dalla copertina a camminare sulle acque (sul retro scompare: arri– vato alla spiaggia o affondato?), e nella busta interna scrive i suoi testi come i manoscritti del Mar Morto. Insomma il quinto evan– gelo ci arriva per disco e tra qualche anno, con tutti 'sti Cristi canterini, nostro figlio sicura– mente sarà convinto cpe Gesù Cristo era un famoso cantante o forse la prima pop-star della storia dell'umanità, l'iniziatore del popianesimo, il cui rappresen– tante terreno (sedicente) è sua Santità il Pop. La vita di Cristo potrebbe essere descritta come una sfortunata tourné ... e anche il fatidico avvìo «One-two-One– Two-Three » potrebbe essere in– terpretato come un richiamo alla Trinità. Questo per quanto ri– guarda l'involucro commerciale. Ma se si deve essere brutali con la merce, poi bisogna essere curiosi con la persona cioè andare a vedere sotto il «prodotto» se ci sono residui personali nascosti. Vediamo insomma se si capisce qualcosa di Roy Harper uomo. Leggiamo un testo: « La storia della religione è la storia dello Stato (vedi Costantino) entrambi incestuosi compilatori d'un cata– logo di odio; l'uomo della pace fu sopraffatto dalle armi del Signore che marchiò col sùo nome ogni guerra (possiamo avere un'altra crociata per favore?) e cantò di pregare la spada». Insomma, Harper s'incazza contro la reli– gione e lo Stato (le parentesi esplicative sono sue). Bene. Vediamo un'altra cosa (tra– duco liberamente): « prigioniero d'un combattimento mortale, perché il futuro tesse ombre, il secondino del mio spirito com– batte per trovare una strada attraverso la stanza là dove la maggioranza ubriaca sparge i miti dello sviluppo ma le lanterne dei bambini alzano la luce in tutto il suo splendore e ne faremo tanta, tanta, di strada insieme fino a trovare noi stessi, quella strada di molto prima che sapessimo, sì la strada che ci siamo aperta, sento che quarido volo è con la tua anima, e quando piango ... sei tu». Gli elementi sono quelli: indentifi– cazione io-Cristo, cammino inte– riore verso la liberazione, fastidio verso la religione e lo Stato. Come contenuto è apprezzabile anche se siamo alla solita visione di Cristo brav'uomo (qui magari anche un pò allucinogeno) tutto «spirito» e « viaggio cosCien– ziale ». La musica? Interessante e varia, ma anch'essa un pò lontana da sè. Cioè: Harper usa la ballata, usR d 53 rock, ne fa la satira, usa anche l.t canzone ben arrangiata. Usa un pò tutto, ma si avverte talvolta meno la libertà dell'espressione creativa e più una specie di voglia di completezza di «prodotto». Comunque per non metterla giù troppo dura: il disco si ascolta bene ed è interessante, scritto bene , musicato bene, però ha sopra una vernice di presunzione che toglie autenticità. Se Harper camminasse un pò meno sulle acque magari. .. De·André Tre concerti di Fabrizio De An– dré àl Palalido a sostegno di Re Nudo giovedì 13 novembre e sa– bato 15. Un affollamento ed una partecipazione impressionanti, soprattutto il sabato sera, che ha visto il Palalido straripare di gio– vani proletari come non era mai accaduto prima, a riprova che il proletariato sa riconoscere le po– che voci autentiche della musica italiana e a riprova che la politica dei prezzi o "il prezzo politico" sono l'unico modo per gestire la musica al di fuori dei noti sciacal– li. Dopo un'apertura di Eugenio Finardi, De Andrè ha fatto una rassegna delle sue cose più note, da "La guerra di Piero" a "Nancy'' alla bellissima interpretazione di un vecchio pezzo di Dylan "Deso– lation Row" che nell'originale era una ballata psichedelica, dove nel vicolo della desolazione si muo– vevano Cenerentol-gente che– d ipingeva-i I-passaporto-di– marrone-reg ine-d i-quadri e altri fantasmi del "66 ... Nella versione di De Andrè vicolo della desola– zione diventa via della povertà ed è abitato da fantasmi beh più riconoscibili, come Almirante, Fanfani, lo spettro della disoccu– pazione, la violenza fascista ecc ... Dopo un breve intervallo De An– dré ha presentato per intero la sua "Storia di un impiegato". De Andrè hon è piaciuto a tutti, però a tutti noi è sembrato positi– vo che fosse uscito dalla contrad– dizione assurda che l'aveva porta– to a cantare per i soli ricchi le canzoni contro i ricchi. Assurdo gioco da cabaret, sia pure pagato a peso d'oro. Crediamo che la gioia con cui Fabrizio ha vissuto i tredicimila che l'hanno ascoltato sia uno stimolo a rinunciare per sempre alle scelte tipo Bussola. È APERTA DA ALCUNE SETTIMANE IN VIALE BIANCA MARIA 18 "LA NON LIBRERIA" UN LO– CALE APERTO DA MAR– CO FUMAGALLI PER TUTTI COLORO CHE SONO INTERESSATI ALLA MEDICINA NATU– RALE, ALLA FILOSOFIA ORIENTALE, ALLA CUCI– NA MACROBIOTICA, ALLO ZEN. FUNZIONA ANCHE UNA SALA DA TÈ · E UNA BIBLIOTECA. È PREVISTA LA VENDITA DI PRODOTTI ORGANICI A PREZZI VERAMENTE ONESTI.
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