RE NUDO - Anno VI - n. 37 - dicembre 1975
26 sere spazzato via, per la vecchia tesi di Mao che un movimento che vive in un Paese come un pesce nell'acqua può subire scon– fitte, ma non si può farlo fuori. Che cosa vogliono, i porci, dai Sud-Africani alle superpotenze? Vogliono il controllo, politico o almeno economico del Paese, che è ricco di ferro, diamanti, caffè, almeno, lo era. Sino e quando nelle ultime settimane una guerra intestina senza quartiere, combat– tuta su tutti i fronti, in previsione dell'imminente indipendenza, non ha bloccato tutto, produzione mi– neraria, piantagioni e comunica– zioni, per lasciar posto agli scontri. Lo MPLA riuscirà a vincere, se ce la fà a resistere all'attacco degli altri due, perché ha il favore della popolazione, ed ha un 20-30 mila uomini che ci credono, mentre FNLA e Unità sono mer– cenari, a parte quelli reclutati su base tribale. Ma rischia di perdere una pic– cola regione a Nord del Paese, Cabinda, ricca di petrolio, inca- stonata tra lo Zaire e il Congo, e che fa molto gola alla Zambia, che è entrata in campo soprat– tutto per questo. Ma la morale tremenda è che il colonialismo non è finito quando se ne sono andati i portoghesi, al contrario, è cominciato, quello vero, proprio allora. Hanno ridotto il Paese a un campo di battaglia, dove provano le loro armi nuove (10 mila morti almeno) sulla pelle degli Ango– lani, per spartirsi le ricchezze del Paese. Nord Africa: la corta mar– cia Cosa avete letto, o saputo, della corta marcia, organizzata da re Hassan Secondo? Comincia con 40 mila con il Corano in mano, che entrano nel Sahara spagnolo. E il loro numero . aumenta man mano che avanza– no, fino a 100 mila. Hassan Secondo l'ha chiamata la marcia verde, e l'ha organizzata abba– stanza bene, sfruttando per fini suoi di potenza un fanatismo religioso-politico di marca medie– vale. Partono con il primo ministro Ahmed Osman in testa, perché all'ultimo momento Hassan, che aveva giurato di guidare lui la marcia, si tira indietro. Entrano nel Sahara Spagnolo per alcune miglia, poi si fermano all'avampa– sto di Tah, che pochi giorni prima le truppe spagnole hanno abban– donato, in previsione della mar– cia. Ritirandosi su posizioni più arretrate, dietro le mine. Qui i 40 mila s'inginocchiano in preghiera. Intanto primo ministro e dignitari se ne tornano a casa. I marciatori passano la linea di demarcazione, pieni di entusiasmo, sacro.. che sbolle presto. E presto si forma una lunga colonna di persone che camminano, lentamente, sul lun– go nastro d'asfalto che porta a Aarun, la capitale. Gli Spagnoli si sono ritirati di un buon quindici chilometri, per evitare il confronto diretto con i marciatori, e si sono trincerati dietro campi di mine, migliaia e migliaia di mine, dico– no. Ma le mine sono messe su entrambi i lati della strada, per un pezzo che è di mezzo miglio, meno di un kilometro. Quindi, possono essere evitate, se i marciatori fanatici qecidono di uscire dalla strada ed entrare nel deserto per più di un kilometro, e di aggirarle. La sera scende e i marciatori si fermano, e creano uno di quei campi incredibili che conosce chi ha visto l'Africa settentrionale. Si accendono migliaia e mi– gliaia di piccoli fuochi, per i thé e il cibo. Dall'altra parte, dalla parte spagnola, la notte è squarciata dai grandi fari dei veicoli cingola– ti. In campo marocchino si danza e si balla sino a tardi. C'è acqua, e l'organizzazione di Hassan ha fatto arrivare datteri, tonno e sgombri in scatola, e c'è da mangiare per tutti. Hassan, dal suo palazzo, dà consigli ai marciatori, lui che è rimasto a casa perché "il dovere del capo è quello di rimanere al posto di comando della nazione" (cioè a casa). Manda a dire loro che devono: « essere gentili con gli spagnoli (armati)» perché « noi non vogliamo spargimento di sangue, se loro vi sparano addosso, avanzate in pace» (fate– vi macellare, insomma, per la più grande gloria di Allah, e mia," di Hassan Secondo). Nell'altro campo, il comandante delle truppe Spagnole nel Sahara, il luogotenente generale Federico Gomez de Salazar, dice: « Se avanzano solo di un altro passo, finiscono nei campi minati. .. » Non ci finiranno, perché Has– san li richiamerà, avendo ottenuto quasi tutto quel che voleva, e non volendo risciare la strage, a quel punto. E i 300 mila marciatori (a quel punto sono 300 mila) fanno marcia indietro, con i camion, e delle facce piene di stupore. Stupore perché loro non sape– vano niente, nè dei negoziati che si conducevano sopra la loro testa, e sulla loro pelle. Ed è questo il lato più tragico, e tragicomico di tutta la storia della marcia. E su Hassan e il suo Paese, che per molti significa solo un viaggio a Marrakesh, o tanta bella ge·nte povera ma ospitale (vista dal pullmino) ecc. ecc. BASTACON LA DISCRIMINAZIONE CONTRO solo i.mrraginare come musicali, del -tipo di tronchi d'albero, o soltanto "suonare" la chitarra e il con– trabbasso in rrodo diverso? questi musicisti. CHI È DIVERSO! Perchè compositori e strurrEntisti che hanno l'unica "colpa" di uti– lizzare in rraniera diversa gli strurrEnti debbono essere discrimi– nati, non classificati nelle sud– divisioni tradizionali della critica rrusicale? Perchè non accettare che si usino strumenti che potrenno ANCHE SE SIAM), e ci proponiano in rrodo DIVerso vogliano avere un posto, un ascolto! A noi della Cramps ci è sembrata una richiesta legittima e degna del– la ll\3.ssimaconsiderazione. Per questo abbiano dato vita a questa nuova collana che si chiam3. appunto "Collana DIVerso" per fare giustizia e docurrentare anche il lavoro di A 11z, 11El4k l _.AN~ :K I I\IAKILEY txa]apart.a75 iraila IDiprovisat:iDn Non siete anche voi d'accordo? Vi invitiairo ad ascoltarli! OGNIREGALO (anche fatto a se stessi) E· DlVerso IEREKBAILEY DVhJon.l AFZA AflP.JAX "Txlaparta 75 inrila" (CRSLP620I) DIVétJon.2 IEREK BAILEY"Improvisation" (CRSLP6202 ) Prossi.rra pubblicazione: DI'hJon.3 FE"èi!\NiX)GRILI..O "nuvine" (CRSLP6203) CRAMPS RECORDS/Milano ~ i:i
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