RE NUDO - Anno VI - n. 35 - ottobre 1975

6 Studiancora per~npezzo d1carta o studi anche percapire le cose? Schram IL PENSIERO POLITICO DI MAO TSE-TUNG Su licenza dell'editore Vallecchi Lire 2000 Parsons - Bales FAMIGLIA E SOCIALIZZAZIONE Lire 3000 Jung PSICOLOGIA ANALITICA Lire 2200 Ferrarottl IL PENSIERO SOCIOLOGICO DA COMTE A HORKHEIMER Lire 1500 Runes DIZIONARIO DI FILOSOFIA Su licenza dell'editore Martello. 2 volumi Lire 4500 "Oscar Studio": I nuovi strumenti del conoscere psicologia analitica ---– ·--- Cl) o..-.. ........ t St.. rt R.SdlnM il pensiero politico di MaoTse-tung negli OSCAR ce LETTERE COMPAGNI siamo appena partiti con una comu– ne agricolo-artigianale nel Monfer– rato, vicino a Ovada. Ce l'abbiamo fatta anche per il collegamento di Re Nudo, che ha pubblicato sul nu– mero 31, con il titolo "Quale comu– ne?,, un nostro progetto-program- ma per una comune che partisse dal cambiamento dei rapporti di produ– zione, come primo passo fondamen– tale per cambiare la propria vita e tutti gli altri tipi di rapporto. Un pro– getto che ci ha consentito un'aggre– gazione omegenea. Idati materiali di partenza sono buo– ni: la terra (vigna, orto, cereali} suf– ficiente, la cascina riadattata, qual– che vecchia macchina per lavorare il legno e almeno 4 compagni (non coppie!} decisi a non tornare indie– tro. Certo la comune, come unità or– ganica autosufficiente, è ancora tutta da costruire: sarà la vita quoti– diana - giorno per giorno e notte per notte - che darà la verifica delle idee, speranze, amore che ci hanno fatti unire in questo progetto di spa– zio personale-sociale-politico alter– nativo. Per ora possiamo solo parlare dei problemi e delle difficoltà di questa fase di partenza. Parlare per trovare collegamenti, spazi di discussione critica, indicazioni di confronto e di partecipazione. La contraddizione principale che siamo affrontando è tra l'esigenza, condivisa da tutti noi, di crescere come comune il più possibile aperta e nello stesso tempo di fermarsi come struttura economica, sociale e interpersonale robusta per poter reggere questa apertura, questa vo– lontà di partecipare al movimento. Questa necessità di essere chiusi per essere aperti è in gran parte condizionata dal fatto che i punti di riferimento sono incerti, nebulosi, contradditori e spesso in concor– renza settaria proprio deprimente. Esiste in Italia un movimento dellè comuni? Che parte ha e come si collega l'area alternativa? La co– mune è un'esigenza d'avanguar– dia o di massa? Su che presuppo– sti e con quali obiettivi particolari e generali si basa il funzionamento e la diffusione della comune? La risposta a queste e ad altre do– mande sullo stato della realtà in cui si deve operare non è tanto un'esi– genza teorico-culturale o di linea politica, ma la necessità molto con– creta di partire col piede giusto, di sapere cosa si fa, perché, con quali obiettivi e per chi. L'inizio della nostra comune ci sta dando delle risposte preliminari: ri– sposte che vorremmo verificare con altre comuni o situazioni interessate (ma con chi? dove? come e quan– do?}. Comunque ecco quello che per ora abbiamo trovato o ci sembra di avere capito. - In Italia non esiste ancora un mo- vimento delle comuni, ma è molto sentita l'esigenza che ci sia un cir– cuito di collegamento. - L'area alternativa o autonoma è di– visa e lottizzata da una logica ultra– settaria per cui se,ad esempio, fai ri– ferimento a Re Nudo, sei squalifica- BibliotecaGino Bianco to per Stampa Alternativa (e ovvia– mente viceversa}. Situazione che isola invece di unificare, che ti co– stringe a scelte di collegamento, del MONDADORI resto labili, in contrapposizioni ad altre possibilità di verifica e di aper– , tura. - La scelta della comune ha sempre più una tendenzt di massa, almeno cosi ci è sembrato, ma non può rea– lizzarsi se non partendo dalla preci– sa coscienza che la comune si pone nella realtà come organismo d'avanguardia rivoluzionaria {e quindi con la consapevolezza dei ri– schi e dei carichi d'impegno e di fa– tica che questo comporta}. Nella vasta e persistente difformità di interpretazioni, giudizi e contrap– posizioni su che cos'è o cosa deve essere la comune, la cosa che più ci ha impressionati è di aver trovato lo stesso atteggiamento totalizzante che si trova nelle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria. Se là tutto diventa misuta e giudizio poli– tico, qua tutto diventa misura e giu– dizio personale. Da cui lo stesso senso profondo di sfasamento con la realtà, che è sicuramente un in– treccio di bisogni personali, sociali e politici. La realtà della propria vita per cui si chiede una risposta com– plessiva, non una petizione di fede, non strumenti che dividono il perso– nale dal sociale, il personale dal po– litico. Noi crediamo nella comune adulta come risposta colplessiva non solo alla famiglia borghese, alla disugua– glianza dei ruoli, al sesso come mer– ce ecc. ma anche -ed allo stesso li– vello d'importanza - come risposta all'organizzazione del lavoro vapita– lista, al rapporto tra tecnica e natura, alla lotta di classe ecc. La risposta contro la delega dei nostri bisogni. Non quindi una scelta di fuga, di estraniazione dalla realtà, ma sem– mai la scelta di uscire difinitivamen– te fuori dal rapporto produzione– consumo, dalla competizione ideo– logico-culturale, dalla politica inte– sa come produzione di organizza– zione e di strutture. Essere fuori per misurarsi, per lotta– re contro la realtà borghese, ma identificati da una condizione ben specifica, perché reale, perché non ha bisogno di una interpretazione ideologica. Perché c'è, perché fun– ziona su basi e principi alternativi, perché apre spazi concreti di imme– diata alternativa. Certo ci è presente il pericolo che come entità singola, la comune na– sca asittica. Che la dimensione so– ciale, politica e umana di una comu– ne isolata si chiuda quasi inevitabil– mente in una esperienza d'élite, nell'organizzazione di un'emargina– zione egoistica e·miope, uno spazio mistico, un'isola protettiva ecc. Quindi, anche la ragione di questa lettera è di continuare un discorso, di trovare collegamenti. In particola– re di contribuire a non lasciare ca– dere le molte indicazioni interes– santi che Re Nudo ha raccolto nel supplemento del n°34, su alcune si– tuazioni di comuni italiani. Sarebbe importante avere un quadro più am– pio di notizie ~ulle comuni esistenti in Italia, ma soprattutto non avere paura di uscire da una posizione ge– neralmente difensiva della propria piccola realtà e di diffidenza per le altre situazioni. Noi siamo convinti che tutti abbiamo bisogno di cre– scere e di respirare, di trovare più spazio e movimento per le comuni. Vittorio

RkJQdWJsaXNoZXIy