RE NUDO - Anno VI - n. 35 - ottobre 1975
dre e la madre è abbastanza chiaro, ed è chiaro che figura il bambino è destinato ad impersonare. Sicuramente è anche vero che in casa la madre ha potere sul bambi– no, ma è un potere dato soprattutto dal fatto di essere un grande, un adulto. Ma questo potere viene im– mediatamente e fortemente ridi– mensionato quando entra in riferi– mento con il padre, assente o pre– sente che sia. Non abbiamo mai pensato su due volte ai modi per in– gannare la mamma. Creste sulla spesa, andare dove lei voleva, «tan– to lei non lo può sapere», tornare a casd"un po' piùtardi, o indugiare un po' di più nel cortile a giocare quan– do ci chiamava dalla finestra, sa– pendo che il massimo che avremmo dovuto affrontare sarebbe stata una veloce sfuriata o anche uno scap– pellotto, subito addolcito però dalla sollecitudine per il graffio sul ginoc– chio, o diluita tra le preoccupazioni del sugo che brucia o della camicia da lavare prima che torni papà. In sostanza, la paura della mammaè controbilanciata dalla coscienza che con lei le cose si possono sem– pre aggiustare, nel peggio dei casi accettando la sgridata o il ceffone, sapendo che però finisce 11, pèrchè il «muso» di lei non può durare a lungo. Perché, sostanzialmente, il bambino e la mammasi comportano secondo leggi che ambedue cono– scono benissimo: il sorriso, la genti– lezza, il ricatto affettivo («Se non fai questo, non ti do il bacio della buo– nanotte»,« se non mi compri questo non ti voglio più bene,mamma»}, un rapporto tutto sommato, di alleanza. Un'alleanza di oppressi, di deboli, di dipendenti il bambino dipende dalla madre e dal padre per tutti i suoi mi– nimi bisogni economici. Per ottene– re il gelato, impara a fare il« buono», il «bravo», ma impara anche che deve continuamente chiedere dei soldi per avere ciò che desidera. «Chiunque abbia osservato un bambino estorcere, con suppliche una monetina alla madre sa che la dipendenza economica è la base della vergogna del bambino». (Fire– stone, la dialettica dei Sessi, p. 107). Chiede i soldi alla madre, la quale, a sua volta, deve chiederli al padre, che, ben cosciente di questo suo potere, lo fa pesare rimbrottando la moglie per la cattiva amministrazio– ne della casa («lo sudo, lavoro, e ti mantengo.. cosa credi, che li rubi i soldi? .... ). Isoldi servono a comprare il mangiare, i vestiti i divertimenti, la macchina , la benzina. E il potere che ne deriva al padre è, agli occhi del bambino, smisurato, onnipoten– te, tale da esigere l'obbedienza dall'intera famiglia. I soldi danno po– tere, papà fa un lavoro che gli da dei soldi, e pertanto ha potere su di me e sulla mamma. Papà è più impor– tante della mamma. Voglio essere come papà. Queste connessioni logiche evi– denti sono altrettanto immediate per 29
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