RE NUDO - Anno V - n. 28 - 1974

Gli lndlos Kreen Akarore hanno incontrato l'uomo bianco per la prima volta il 27 settembre scorso sulle rive del Rio Peixato De Azevedo, nel sud dell'Amazzonia. Il 5 febbraio apparivano i primi segni d'alcoolismo. In seguito ad una lettera dell'A.I.M. giuntaci all'inizio del mese di maggio, nella quale si denuncia il processo-farsa di David Hill e Sara Bad Heart Bull, esponenti dell'Ame– rican lndian Movement (A.I.M.), riprendiamo il nostro di– scorso sulle minoranze oppresse di tutto il mondo vittime del colonialismo più feroce, in questo caso gli lndios del Sud-America. La civilizzazione bianca tuttora con– tinua a • civilizzare • a vele spie– gate l'America del Sud. Con i suoi microbi, il suo alcool e la sua avida intelligenza. Dopo più di 400 anni, la conquista del territori lndios, e la loro conse– guente • valorizzazione •, continua più che mai. Il prezzo di questa • va– lorizzazione • è ancora lo sterminio degli lndios. Come in tutti i primi contatti tra civilizzazioni, si è cominciato con lo scambio di germi. Vaiolo, morbil– lo, sifilide ed altre malattie che in genere sono i migliori alleati dei bianchi. Circa 25 milioni di lndlos soccom– beranno a queste malattie. In qualsiasi parte dell'America del Sud dove i bianchi si sono inseriti, nelle Ande e più a Sud cioè, lo scambio di virus è stato determi– nante. La popolazione indios au– menta e si occidentalizza ancora un tantino di più. In Amazzonia in com– penso le due civiltà si • scoprono • ancora, e gli indios muoiono uccisi o malati. Non ne sono rimasti più di 200 mila in tutto il bacino. I Boros erano 5000 all"inizio del secolo, ora sono circa 150. In 15 anni i Guarinis del Rio Paranà sono ridotti da 5000 a 300. I Gueyakis, mangiatori di mie– le, non sono più di 100. E la lista ne– crologica è lunga. Altrove, dove non si muore più, la cultura lndios, si indebolisce e vie– ne strumentalizzata in un folklore per turisti col risultato di accettare alcuni valori dei bianchi: il cattoli– cesimo. i vestiti attillati, la soppres– sione della spontaneità del dono, ecc. Nel bacino dell'Amazzonia gli Spagnoli cominciarono ad uccidere nel nome del cattolicesimo fin dal 4° secolo. Ancora oggi li genocidio degli amazzònl è giustificato con lo sviluppo economico. Per I Clntas Larguas, per esempio, lo sterminio è da mettere in rela– zione con le colture di caucciù e le conquiste terriere dei coloni bian– chi. Nulla è stato tralasciato: dalle razzie nei villaggi alla distribuzione di zucchero mescolato ad arsenico. Naturalmente qualsiasi reazione da parte degli lndios, è ùn pretesto per una nuova repressione. Un grup– po ·di Cintas Larguas che avevano lasciato la miniera dove erano im– piegati come schiavi, furono bom– bardati con la dinamite dai diri– genti della compagnia mineraria. Spesso i microbi uccidono più delle armi. Un bianco non esitò a farsi passare per medico per inoculare il vaiolo agli indiani Patechos. I so– pravvissuti furono finiti con i zuc– cherini all'arsenico. La recita della distribuzione di vestiti infetti ab– bonda, il tutto nel quadro di • puli– zie • dei villaggi indiani. Quando l'isola Do Bananao fu venduta nel 1959, al compratore gli furono pro– posti due prezzi: con o senza in– diani. Una cinquantina di uomini armati con pistole e mitragliatrici hanno assicurato uno sgombero im– mediato dell'isola. La stessa fine fu riservata ad una tribù di Nambikua– ra, nei pressi di Villa Bela, nel Mat– to Grosso. • Indiani e bestiame non stanno insieme », dice un proverbio dei coloni. Un altro idioma indica più precisamente cosa bisogna fare: « indiano visto, indiano morto •. Nel Maraion, alcuni allevatori giap– ponesi hanno assoldato degli assas– sini di professione per sbarazzarsi dei Beicos De Pao. Nel 1966, il padre gesuita Walder– mar Weber dichiarava al Jornal Do Brasil che dei bianchi avevano intrapreso lo sterminio di 7000 in– diani nella regione Xingo Tapajos. Armi utilizzate: fucili, mitra, gra– nate. La strada transamazzoniana non ha ancora 5 mesi e già 80.000 coloni si sono stabiliti ai suoi lati. Le conseguenze di questo insedia– mento sono facili ad indovinarsi: massacri o schiàvismo. L'abbandono dei ritmi della vita tra- dizionale, dei rapporti con la natu– ra, lascia posto ad una esistenza bastarda che in sostanza si risolve in uno scimmiottare i bianchi. I Chi– pigo sono tuttora un popolo di arti– giani, ma hanno la convinzione che lavorando alla maniera dei bianchi la produzione si accellera: i lavori di intaglio vengono fatti su alberi te– neri e le ceramiche perdono l'origi– nale bellezza con l'aggiunta di de– corazioni superflue. Il turismo ha trasformato gli indios in bestie ra– re. Lo zoo di Asuncion, con il motto « nella natura la verità », presenta un gruppo di indiani rinchiusi in due gabbie parallele. Il maggior Luins Vinhas Neves di– rettore per iI servizio per la prote– zione degli indiani (S.P.I.) in Brasi– le, deve rispondere di ben 42 capi di accusa di corruzione pubblica. Più giù nella gerarchia le cose non van– no meglio: 134 dei 700 impiegati della S.P.I. sono stati accusati in seguito ad una inchiesta nel 1968. RE NUD0/7 Jack Memier si racconta qualcuna delle prodezze: « - Flavio Abreu, funzionario del– la settima ispezione della S:?.I. ha barattato una piccola indiana di 11 anni per un forno in terracotta •. « - La S.P.I. ha offerta un rinfresco gratuito all'arsenico ai Cintas Lar– gas dello Stato del Para •. « La moglie di un funzionario delta S.P.I. ha costretto la moglie di un Cinta Larga a passare la notte in una latrina da campo perchè il ma– rito si rifiutava di fare lo schia– vo... ». Ultimamente poi un certo Francisco Becerra di Lima, in un comunicato comunica la sua elezione a capo della tribù dei Wilkas. Gli indiani erano infatti convinti che alla vista di un bianco con bar– ba, i nemici sarebbero scappati con la coda fra le gambe. Dipende da chi sono i nemici, forse il genocidio obbedisce ad una logi– ca primitiva?

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