RE NUDO - Anno V - n. 27 - 1974

Nel 1971 Ballabio, nel '72 Zerbo, nel '73 Alpe del Viceré. Tre anni di popfestival, tre anni in cui il di– scorso e la pratica della nuova cul– tura è andata avanti, è maturata, è cresciuta. Certo, siamo stati infantili e settari, ma noi rivendichiamo questo no– stro infantilismo e questo nostro settarismo quali componenti essen– ziali per ogni movimento che nasce in rivolta e contro il vecchio. Contro il vecchio per costruire il nuovo. Così rivendichiamo il settarismo Iniziale dei neri d'America e del movimento femminista. È difficile essere unitari per chi scopre qual– cosa di nuovo e di grande come i neri d'America, è difficile essere tolleranti come le compagne fem– ministe, nella loro pratica di libera– zione quotidiana, come è difficile essere pazienti ed equilibrati per i giovani proletari nella lotta per la_gestione diretta del tempo libero, e nella loro lotta per rivendicare una vita autonoma, con le famiglie– carceri che li opprimono, e con coloro che sulfo sfruttamento del loro tempo libero speculano e si arricchiscono. Tolleranza, unità, equilibrio, pazien– za. Per troppo tempo e troppe vol– te ci hanno predicato queste virtù che nascondevano operazioni che allontanavano il momento della ri– voluzione anziché avvicinarlo. Contro questi cedimenti noi abbia– mo contrapposto per tre anni l'in– tolleranza, la fuga in avanti, l'im– pazienza. Con l'Iniziativa unitaria di quest'an- no abbiamo senz'altro fatto un passo avanti verso l'unità per un unico fronte culturale. Quest'anno invece abbiamo lavora– to con pazienza, con tolleranza, con spirito unitario per arrivare ad una nuova fase della lotta per la rivo-– luzione culturale. Portare nuove for– ze sul terreno di • CAMBIARE LA VITA•, nuove forze con cui insieme dobbiamo fare un lungo pezzo di strada per arrivare a cambiare ra– dicalmente la società. Ma quello che più conta è che que– sto passo avanti è un passo avanti verso la rivoluzione culturale e quindi coerente col discorso cultu– rale rivoluzionario. Oggi con questa festa del proleta– riato giovanile raggiungiamo un punto d'incontro importante che giu– stamente possiamo sintetizzare con la parola d'ordine CAMBIAMO LA VITA, CAMBIAMO LA SOCIETA'. Non è più tempo adesso di slogan velleitari • radicali • come • la mu– sica è nostra e la vogliamo gratis •. Queste parole d'ordine avevano senso nel mome_nto della scoperta dello sfruttamento dei padroni del rock e di quello che rappresenta per noi un certo tipo di musica. Ora dobbiamo imporci parole d'or– dine più concrete, più costruttive. Dobbiamo continuare a ottenere ri– sultati verificabili che servano a rafforzare il circuito alternativo na– scente a dare respiro al movimento. Con questo festival dobbiamo fare un altro grosso passo avanti perché fra movimento e avanguardia musi– cale si stabilisca un rapporto sem– pre più profondo, perché i gruppi musicali acquistino maggiore co– scienza del proprio ruolo, stimo– lando nello stesso tempo la forma– zione di nuovi spazi e nuovi canali per portare avanti il nostro discor– so. Siamo rimasti ormai gli unici del vecchio underground ad assumerci la responsabilità politica di aprire il discorso con le forze politiche e i loro organismi con i settori meno arretrati dell'industria disco– grafica. Siamo entrati negli uffici di plastica e moquettes dei padroni del disco, abbiamo contattato padroni di tea– tri reazionari, abbiamo avuto a che fare con gente untuosa e reaziona– ria. Un tempo non avremmo resisti– to. Oggi abbiamo avuto la forza di farlo per realizzare la prima tournée alternativa. Da queste esperienze usciamo rafforzati. La prima festa del proletariato gio– vanile sarà una verifica per vedere se il movimento ci ha seguito in questo momento importante. La no– stra forza è la forza del movimento. Senza il movimento non siamo nul– la. Al momento di andare in macchina mancano due giorni alla verifica di massa del festival. Ci aspettiamo decine e decine di migliaia di giova– ni proletari. E a ottobre il grande rilancio del giornale. Cambiamo la vita, cambiamo la società, costruia– mo giorno per giorno l'uomo nuovo che è già un po' dentro di noi! RE NUD0/5 È ora di dirlo forte: il festival pop libero, come l'occupazione delle ca– se, come le barricate del '68, come la lotta di Battipaglia, come il vi– vere ed il lottare in .una comune, come tutti i momenti in cui si su– pera quello che è già stat.o C!)nqui– stato per aprirsi verso nuove dimen– sioni senza perdere tempo in cele– brazioni, tutto questo, nella ;;ua violenza creativa, è rivoluzione. Finiamola quindi di separare il mo• mento politico dal momento esi– stenziale poiché entrambi sono ri– voluzionari se vissuti con creatività, ed entrambi non lo sono se vissuti in modo passivo e castrato. I capitalisti con il loro progresso, con le loro armi modernissime (gas paralizzanti, computers, proiettili al rallentatore, telecamere della polizia) ci fregano sempre di più. Anche noi dobbiamo inventare armi nuove, creare nuovi fronti, escogi• tare metodi nuovi per battere i por– ci e chi li comanda. Da sempre avevamo i sassi e loro hanno inventato gli scudi, nel '21 avevamo il partito della rivoluzio– ne, ne hanno fatto un partito di go– verno, nel '68 avevamo la fantasia e oggi ce l'hanno uccisa: sono riu– sciti a trasformare le manifestazio– ni di lotta in grandi e monotoni spet– tacoli da strada. Ma noi vogliamo ancora portare le bandiere rosse nelle piazze, non per fare teatro, ma perché queste hanno rappresen– tato nella storia dolori, sacrifici, lot– te e soprattutto gioie e vittorie. E NOI ORA, ·sUBITO, rivendichiamo gioie e vittorie e non solo lotte e sacrifici. 4• f estivai di Re Nudo UN MOMENTO DI GIOIADI IMPEGNO DI CRESCITA POLITICA

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