RE NUDO - Anno IV - n. 21 - 1973

Dopo quattro anni In cui sono nati, morti e rinati decine e decine di giornali underground, dopo che si sono fatte centinaia di esperienze locali, importanti, frammentarie, giuste e sbagliate, sentiamo ora l'esigenza di guardarci indietro e· di analizzare il senso e il signifi– cato principale che ha avuto la ri– presa del movimento underground ('70-'73) in Italia, rinato.!~ai par– ziali fallimenti e dalle speranze non soddisfatte dai gruppi politici nati negli anni delle agitazioni studen- . tesche e operaie ('68-'69), anni del rilancio del movimento di massa ma nello stesso tempo anni in cui appunto i gruppi politici hanno ma– nifestato i loro limiti con l'emargi– nazione completa dell'aspetto esi– stenziale della lotta politica. Possiamo sintetizzare in 3 punti gli aspetti positivi principali che l'un– derground italiano ha determinato rispetto la realtà politica e cultu– rale. 1) L'organizzazione, la generalizza– zione della lotta per la riappropria– zione del tempo libero che ha rag– giunto la punta massima di contrad– dizione negli scontri al concerti pop nel '71-'72, che hanno portato I pa– droni della musica a trattare oggi neHa quasi totalità del casi ad ac– cettare la riduzione del biglietti per Il proletariato giovanile e a volte l'entrata gratuita (almeno nelle zo– ne dove Il 'movimento' del concerti • pli'I forte, cioè a MIiano e nel Sud). 2) La costltulzlone di un punto di llferlmento alternativo per l'utlllz– zazlone e l'autogestione del propri ep111I liberati- Festival pop, glom• -Il,I primi céntrl di controcultura e la grona uperlenza di controin– formazione che sta portando avanti 8tampe Alternativa a Roma. , 3) DI vero e proprio pungolo verso - parte aempre pli'I consistente .... alnlstra rlvoluzlonarla e del a10I organlaml culturali per rlpor– tlre nel movimento quella critica l'lldlcale della vita quotidiana che al era peraa per strada dopo Il '68. .Quest'anno cl deve servire per fa– nt del passi avanti partendo dall'ac– qulalzlone di questa n.uova realtà Utica della sinistra· rivoluzionaria In cui cl troviamo ad operare. Sull'Ipotesi Iniziale da cui eravamo rtltl. e cioè sulla matrice sociale I freak Italiano, non cl eravamo gllatl. Infatti, Il tipo di . lavoro e abbiamo svolto In questi anni, fla avuto rispondenza sopra~tto nel tessuto sociale proletario. So– no pl"oprio i giovani proletari me– tropolitani e i semiproletari meri– dionali, più ancora degli studenti, che hanno espresso e fatto proprio la contro-cultura, la lotta per la vita alternativa! Il riconoscersi del giovane proleta– rio nella parola d'ordine 'CAMBIA– MO LA VITA PRIMA CHE LA VITA CAMBI NOI', c'impone il supera– mento della fase d'indagine. Dob– biamo cioè tracciare la strada, tap– pa per tappa, per cui si riesca ve– ramente a cambiare almeno in parte la vita. E subito! Ma c'è un proble– ma da affrontare. Noi. Oggi dobbia– mo contribuire a dare un volto po– litico più preciso e organizzativa– mente più funzionale al movimento del proletariato giovan!le, al nostro movimento, senza però dimenticar– ci della realtà complessiva del pro– letariato a cui non possiamo con– trapporci. Se è vero infatti che Il padre operaio è spesso cultural– mente autoritario e repressivo, più ancora del padre borghese è anche vero che sempre vittima· resta del dominio culturale della borghesia che lo ha condizionato a tal punto da comportarsi più borghesamente dei borghesi. Inoltre, la cosa più Importante che non dobbiamo mal dimenticare è che per fare la rivo– luzione sociale l'apporto del vec– chio proletariato è indispensabile. Per troppo tempo abbiamo operato con i giovani proletari senza trop– po preoccuparci del loro rapporto con i genitori o i compagni di la– voro. Così in alcuni casi abbiamo fatto si che i compagni si isolas– sero e .in altri abbiamo spinto a frattur,e definitive fra figlio operaio e genitore operaio. Alla luce di queste conseguenze crediamo sia giusto iniziare a get– tare un ponte perché la diversità inevitabile di esistenza e di vita fra giovane e vecchio proletariato, non divenU scissione Interna e quin– di momento di sconfitta per tutto il movimento rivoluzionario. In que– sto senso si colloca la nostra scel– ta attuale di porci in rapporto dia– lettico con quei gruppi e quegli organismi della sinistra che stimo– lati dalle tematiche della controcul– tura e dell'underground, hanno ini– ziato un discorso politico-culturale di tipo nuovo (Circolo Lunga Mar– cia del Comitato Vietnam di Mila; no, Il Collettivo Teatrale La Comu– ne, La redazione di Vedo Rosso, per ora). Tutto q!lesto però non cl deve por- tare ad accettare la tesi che biso– gna sacrificare tutto alla lotta ope– raia per cui se il padre operaio pic– chia la propria compagna o non la– scia uscirè la figlia di casa, si do– vrebbe chiudere un occhio perché magari questo stesso operaio è un'avanguardia di fabbrica. E nep– pure vuol significare che il giova– ne apprendista deve tagliarsi i ca– pelli per non sentirsi isolato in fab– brica e non debba mandare in culo il padre se questi lo vuole tosare perché 'con il padre proletario si deve fare la rivoluzione'! No dav– vero. Guai confondere quello che è un discorso di strategia con la prassi quotidiana di vita. Verrebbe ·snaturato tutto iI nostro discorso di contro-cultura. La consapevolez– za della necessità strategica del– l'unità di tutto il proletariato d'a– vanguardia ci deve servire per ve– dere i momenti di divisione che ab– biamo citato prima, come FRATTU– RE TEMPORANEE e non come INE– VITABILE CONSEGUENZA genera– zionale. Il giovane operaio con i capelli lunghi che fuma, dovrà quin– di reagire all'isolamento con una partecipazione alle lotte ancora più continua e costante dei vecchi mi– litanti del PCI e non quindi lasciar– si scoraggiare e cercare compren– sione fuori, isolandosi ancora di più dalla realtà di fabbrica. E così ri– spetto la famiglia: se è inevitabile rompere, è giusto rompere ma te– nendo un margine di rapporto per cui l'alternativa di vita che propo– niamo sia verificabile ai nostri ge– nitori. Dobbiamo in sostanza far capire al vecchio proletariato, ai compagni di reparto, ai genitori, che le nostre scelte di vita sono cose che servono per combattere la cultura e il sistema dei padroni, per costruire fin da adesso nuovi rapporti trai compagni, per la co– struzione dell'uomo nuovo. E' dif– ficile, forse impossibile, far aderire gli ultra quarantenni su queste po– sizioni. ma è possibile far si che questo modo di essere DIVERSO venga da loro accettato e con essi si possa quindi costituire un bloc– co unico nella lotta sociale. Perché· diciamo che è estremamente diffi– cile far partecipare il vecchio pro– letariato alla nostra rivoluzione cul– turale? Non certo per razzismo ge– nerazionale, ma perché le contrad– dizioni che noi viviamo ora' sono diverse rispetto le loro. Sicuramen– te anch• I 11ostrl.genitori hanno avuto del momenti di rlbelllone nel confronti dell'autorltarlsmo dei lo– ro genitori. Ma noi questo momento RE NUD0/3 l'abbiamo compreso nelle sue ori– gini, politicizzato, e soprattutto PO– NIAMO UN'ALTERNATIVA. Il mo– mento chiave della loro vita è stata la guerra partigiana, la civiltà con– tadina e operaia degli anni '40 e '50. Oggi la civiltà contadina è qua– si scomparsa, quella operaia non ha più per l'appunto un volto unico ma ha un conflitto tra il vecchio• e il nuovo al suo interno. Sul piano in– ternazionale inoltre anche qui tu,tto è cambiato. Non esiste più una cul– tura nazionale: siamo nell'area im– perialistica anche dal punto di vista culturale, abbiamo i termini per la generalizzazione di un'unica cultu– ra internazionale che va dagli Stati Uniti all'Olanda, alla Francia e in generale a tutta l'Europa. Sotto questo aspetto il • movement • a– mericano ha contribuito molto a far– ci crescere fin dal primo messag– gio di Barkley, della West Coast, di Bob Dylan che era però ancora momento 'd'importazione', mentre oggi Lennon, Greteful Dead, sulla scia dei Beatles e dei Rolling Stones non rappresentano più la gioventù americana ma vengono ri– conosciuti come propria espressio– ne anche dai giovani proletari eu– ropei. Il fattore musicale è stato senza dubbio il momento unificato– re principale tra gli hip-studenti americani e gli hip-proletari euro– pei. Esiste ancora un secondo a– spetto che è importante ma che per limiti espressi nel 'movement' americano è bene venga ripreso mettendo in luce la ragione princi– pale di questi limiti. Si tratta del movimento delle comuni. Questo movimento negli Stati Uniti ha rap– presentato un grosso momento ca– talizzatore .per i freaks che cerca– vano una vita alternativa al modello di vita tradizionale amerikana, ma soprattutto la scelta della vita co– munitaria è servita come momento di aggregazione di chi operava una scelta di vita fuori dal sistema per la decolonizzazione della vita quo– tidiana e· la ricerca di nuovi rap– porti interpersonali. Anche in Italia la spinta è la' stessa e un numero incenslbile di comuni stanno sorgendo ovunque: nel Sud. In Toscana, In Sicilia ma soprattut– to nelle città, legate alla realtà so– ciale, alla lotta politica. E molti gruppi comuni storcono il naso. In 'Italia fin dall'Inizio è stato Indivi– duata Il pericolo di un completo di– staccarsi dalla realtà sociale di lot– ta contro il sistema. Probabilmente perché In Italia la composizione

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