RE NUDO - Anno II - n. 4 - aprile 1971

suo soggiorno al Comando dei Ca– rabinieri, se ne va a Creta con un gruppo di capelloni. Torna a Ro– ma 1'8 febbraio 1970 e tre giorni dopo mentre se ne sta con la sua ragazza in un bar, un giovane au– striaco che si presenta come Wol– fang, si mette a chiacchierare con lui e gli chiede se può ospitarlo per la notte dato che è rimasto a secco. I tre trovano l'Hotel Flo– ra: 1300 lire una stanza a tre letti. L'indomani mattina Udo esce, do– po poco esce anche la ragazza per un'ora, quando torna trova an– cora l'austriaco a letto. A mezzo– giorno bussano alla porta: due bri– gadieri di P.S. di Castro Pretorio esibiscono bell'e pronto un man– dato di perquisizione. Intanto rien- tra il Lemke e qualcuno lo awisa che su c'è la polizia ma lui sa di non avere niente da nascondere e sale nella stanza. Ecco il secondo errore dei nostro amico: in que– sto paese la coscienza pulita è un motivo in più per evitare la polizia. Difatti da un comodino (co– me è come non è) salta fuori un bel pacchetto di hascisc; la con– seguenza è un invito in questura per tutti e tre, ma Wolfang, giunto nell'atrio, chiederà di andare un momento in bagno; ii permesso - incredibile ma vero - viene con– cesso. Solo dopo un quarto d'ora il brigadiere Pedini, manifestando la più grande sorpresa, andrà a constatare la fuga di Wolfang. Il destino di Udo Lemke a questo punto è segnato, il complotto, gra– zie anche alla sua ingenuità, ha funzionato perfettamente; manda– to di cattura per detenzione di stu– pefacenti, carcere di Regina Coe– li, (dove come colmo di raffina– tezza lo mettono in cella con Ma– rio Merlino) e dopo 4 mesi il pro– cesso. Il pubblico Ministero è il dr. Oc– corsio, l'implacabile accusatore di Pietro Valpreda; la ragazza viene prosciolta per insufficienza di pro– ve, per il nostro amico la condan– na è a tre anni, dell'austriaco, na– turalmente, nessuna traccia. Dopo due mesi, agosto 1970, Udo vie– ne trasferito, come abbiamo det– to, nella clinica neuro-psichiatrica di Perugia. Lì si trova attualmente. GLI IMPUTATI DEL 25 APRILE DAL CARCERE: uW LA COMUNE DI PARIGI» 1871: il popolo parigino è insorto, ha tolto di mezzo tutti gli sfrutta– tori, i loro collaborazionisti e i lac– ché, ha dato forma vivente e con– creta alla concezione rivoluziona– ria di autogoverno, autodetermina– zione, autoemancipazione! La Comune di Parigi è la prima grandiosa conquista degli sfruttati, rappresenta la prima tappa della lunga marcia verso l'uguaglianza, è l'inizio dell'« età d'oro» della storia moderna del movimento di liberazione degli sfruttati! La Co– mune di Parigi è lo zenit - la stel– la polare - il costante punto di ri– ferimento degli sfruttati di tutto il mondo! Ad un secolo di distanza, la conce– zione rivoluzionaria e il movimento per l'uguaglianza hanno avuto un dilagante e impetuoso sviluppo, il campo di battaglia non è più deli– mitato all'area parigina, - l'accer– chiamento dei razionatori è stato rotto - gli sfruttati sono all'offen– siva in tutto il mondo: dal Vietnam alla Bolivia, dall'Angola all'Irlanda, dal Laos al Guatemala, dalla Spa– gna al Brasile, dalla Cambogia al– la Francia, dalla Polonia ai Porto– gallo, dall'Uruguay all'Italia! Il fron– te è unico, l'attacco è frontale, or– mai ci si muove su tutta la linea contro i mostri imperialisti, capita– listi, tecnocrati, fascisti. .. La Comune e i Comunardi rivivono ogni giorno, sono vendicati giorno per giorno, con l'azione quotidiana dei rivoluzionari coscienti. Contra– riamente a quanto pretendevano i reazionari di Versailles - che mas– sacrandoli, deportandoli, e fucilan- doli al Père Lachaise e nell'Ave– nue Ulrich come « delinquenti » - volevano che di loro non restasse alcuna traccia, che non venissero tramandate a noi le conquiste teo– rico-pratiche e le testimonianze dell'esperienza comunarda - in sostanza miravano a far calare su di loro la pietra tombale dell'oblio, del buio e del silenzio: noi a 100 anni ricordiamo Parigi lavoratrice, pensatrice, combattente, insangui– nata e raggiante nell'entusiasmo della sua storica impresa; ricono– sciamo il valore esemplare del lo– ro sacrificio, e riteniamo i Comu– nardi dei veri maestri del proleta– riato! W il 18 marzo 1871 ! La continuità - e il naturale e lo– gico collegamento delle lotte d'og– gi - alla Comune parigina deve risultare chiaro ed evidente a tutti; anche in Italia - e da una delle sue carceri scriviamo - è in corso un'intensa lotta rivoluzionaria, an– che l'Italia è uno dei fronti della lotta. Noi siamo compagni di diverso orientamento ideologico, che sia– mo stati incarcerati e incolpai! di una serie di attentati fascisti; sul nostro capo pendono le seguenti imputazioni: strage - associazione per delinquere - furto d'esplosivi - detenzione e fabbricazione di esplosivi. Qualora fossimo condannati, ri– schiamo 15 anni di carcere. Tutte le imputazioni sono false, infonda– te, pretestuose; in realtà siamo sta– ti prescelti come capri espiratori, e « colpevoli » dobbiamo essere ad ogni costo, perché solo cosl pos- sono essere avvallati e asseconda– ti gli interessi contingenti del go– verno. In realtà siamo totalmente estranei ai fatti, se non ~ltro perché le no– stre convinzioni ideologiche ci vie– tano di approvare l'azione indivi– dualista: siamo per violenza di mas– sa, per la violenza che - solo quando è collettiva - è rivoluzio– naria e porterà a buoni frutti. Nei nostri confronti la polizia ha usato i metodi più brutali: 1. verbali di interrogatori già stila– ti, già preparati, prefabbricati dai flics, e che eravamo costretti a sottoscrivere solo dietro violenza, percosse e minacce (vedi i compa– gni Faccioli e Braschi); 2. ricorso ad atti illegali che infran– gevano le stesse leggi borghesi contemplate nel codice fascista di Rocco, o arbitri che ·calpestavano le convenzioni internazionali come quella di G_inevradei Diritti dell'Uo– mo (cfr. estrad1zione illegale del compagno A.P. Della Savia dalla Svizzera all'Italia, in realtà tale abu– so è da considerarsi a tutti gli ef-· tetti un rapimento); . 3. l'assurda prigionia dei compagni Pulsinelii, Norscia e della compa– gna Mazzanti - sono stati sbattuti dentro - senza alcun indizio o prova - solo per raggiungere il numero sufficiente di persone per poterci incriminare anche di « as– sociazione per delinquere»; 4. il rlcorso dell'accusa a testimoni falsi, mendaci oltre che dementi, alienati mentali e schizoidi, che op– portunamente manipolati dai flics sono stati abusati per lanciare « ac- Re Nudo/5 cuse » a nostro carico; 5. falsificazione tecnica di perizie grafiche e simili; sabotaggio della nostra· corrispondenza· con i com– pagni esterni e con gli avvocati; sabotaggio continuo che èi ha im– pedito di ricevere giornaJi e altro materiale culturale; 6. rappresaglie, intimidazioni e. pe– staggi a sangue all'interno del car– cere (vedi fatti del 4° Raggio) con l'allontamento - vera deportazio– ne - in carceri di punizione di stampo medioevale; 7. sequestro di persona ai danni del comp. Braschi ad opera dei flics che l'hanno portato sui monti di Bergamo: minacce, vessazioni, ricatti, ecc. 8. intrusione di poliziotti-spia nelle « nostre» celle, con funzione di provocazione e spionaggio; 9. in carcere non ci viene ricono– sciuto lo status di detenuti politici, e anche per la magistratura siamo « delinquenti » (anche i comunardi erano « delinquenti », ergo: chiun– que lotta contro i borghesi è un delinquente tuot-court!) Il 22 marzo saremo « giudicati » da un tribunale borghese, da esso non ci attendiamo certamente giustizia, noi siamo rivoluzionari e contiamo unicamente sulla solidarietà dei compagni. Solo la forza della veri– tà - che è dalia nostra parte - e la forza della solidarietà interna– zionale, vinceranno e faranno fal– lire i loschi piani borghesi! Nostro unico giudice: il proletariato! Aiutateci a configgere i mostri e le jene fasciste, soprattutto in con– siderazione del fatto che per la borghesia il nostro p~ocesso - è la prova generale, il saggio repres– sivo - in base al quale delibererà la propria condotta nel processo al compagno Valpreda e agli altri compagni. (Mai in Italia si sono vi– sti tanti detenuti politici dopo il ventennio fascista!!!) I mostri borghesi misureranno l'in– tensità, la profondità e l'estensione della risposta - che il proletariato e la solidarietà internazionale - riterranno di dare per il nostro, processo, e poi deciderà la sorte di Valpreda e C.; - che sono in– nocenti. Cominciamo a controbattere colpo su colpo gli attacchi reazionari, vi chiediamo di aiutarci e di solida– rizzare, soprattutto perché - in ultima istanza - è solidarietà per Valpreda. Cominciamo a vincere le battaglie piccole per poter so– stenere l'urto frontale della batta– glia più grande! Strappiamo Valpreda all'ergastolo cui - innocente - la borghesia vuole ·relegarlo! Facciamo fallire la « strategia del- la tensione»! ' Lottiamo e smascheriamo i terro– risti bianchi - e i loro protettori - infiltrati nella polizia e nella magistratura! Lifìertà per Valpreda - Vendetta per Pinelli! W il 18 marzo 1871 ! « Il vecchio mondo si contorse in convulsioni alla vista della bandie– ra del lavoro sventolante sull'Hotel de Ville ». Compagni, che le ban– diere defla rivoluzione sventolino alte! Che il popolo armato - come ai tempi della Comune di Parigi - provochi altre convulsioni alla mo– ribonda borghesia! Il popolo è forte, armato vincerà! (i compagni in carcere per gli at– tentati culminati nel 25 aprile 1969).

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