RE NUDO - Anno II - n. 4 - aprile 1971

BAMBINI SI NASCE, MATTI SI DIVENTA Ogni bambino che nasce oggi ha una probabllltà dieci volte mag– giore di finire In un ospedale per malattie mentali che di finire al– l'Università (Lalng, La polltlca del– l'esperienza). Che i bambini siano matti, non è una novità. Se non dormono, mangiano, parlano, si comportano come vogliono gli adulti, se sal– tano, ridono, fanno chiasso qual– cosa sicuramente non va (nei bam– bini, si intende, non certo negli adulti). Di rimedi ce ne sono tan– ti: per esempio perché non im– bottire un bambino di Vallum? O di Librlum? (farmaci indicati per la cura di stati d'ansia e agitazio– ne in pazienti nevrotici e psi– cotici). Niente di grave. Sotto l'effetto de– gli psicofarmaci non c'è pericolo che un bambino rompa le.... agli adulti, o compia atti contrari alla morale adulta. (Scrive Giulio Mac– cacaro sul Giorno: « stupisce la presenza di psicofarmaci in un ni– do d'infanzia per bambini normali. . Quando poi si apprende, come nei giorni scorsi, a proposito del– l'asilo-nido dell'ONMI di Reggio Emilia, che il Vallum viene sommi– nistrato sistematicamente, per me– si e mesi, a lattanti perfettamente sani al solo scopo che non pian– gessero o disturbassero, lo stu– pore diventa sdegno e denun– cia»). Ma perché stupirsi, sdegnarsi, de– nunciare? Siamo nel 1971, non nel medioevo e non si usa più le– gare i bambini come nei 69 isti– tuti romani e in quelli sparsi in tutta Italia. Siamo in una società civilè e la violenza va amministra– ta con eleganza. Anzi, l'ONMI di Reggio Emilia po– trebbe diventare un asilo-pilota. Già leggiamo i prodromi di que– sta « RiKulozione Kulturale » su una rivista femminile (Nova): esau– rimento nervoso, nevrastenia, labi– lità neurovegetativa pare che non siano nocivi, anzi che allunghino l'arco della vita. Il Valium quindi va bene per i lattanti, mentre gli adulti possono smettere di preoc– cuparsi delle loro nevrosi. Quattro urli, quattro schiaffi (che torneran– no di moda) al proprio figlio, e tac, la vita si allunga di un anno. Ma non precorriamo i tempi. Per oggi va ancora di moda l'educa– zione antirepressiva (o meglio le discussioni teoriche sulla educa– zione antiautoritarla). Più In generale, quando non vo– lano scenate e sberle, o il ricatto affettivo non basta più (se non fai cosl, la mamma non ti vuole più bene...) si ricorre al pediatra, allo psicologo: questo bambino non sta bene, è cosl disubbidien– te, aggressivo, rifiuta di mangiare... Questo awlene nella piccola me– dia borghesia, s'Intende. Per chi non ha soldl Invece, c'è la scuola speciale, l'istituto per caratteriali, la classe differenziale, il MANICOMIO. · Un bamblno In manicomio. Niente di più cc normale». Come può di– fendersi un bambino dall'accusa di essere « Pericoloso a sé e agli altri e di pubblico scandalo» (de– finizione del malato mentale se– condo la legge del 1904)? Niente « sdegno », niente « stupore ». Il gioco funziona perfettamente. Se chi non produce è pazzo (v. Re Nudo 3, la « Fabbrika di mat– ti»), tutti i bambini sono pazzi, tranne quelli che hanno papà e mammà che producono per loro. Se un bambino è cresciuto in un ambiente disastroso, nella più pazzesca miseria economica e so– ciale, se non ha potuto sviluppar– si perché gli hanno fatto subire ogni genere di violenza fisica e mentale (non parliamo soltanto dei genitori, ma della società ca– pitalistica e di tutti i suoi emis– sari coscienti e non coscienti) la ultima violenza sarà impedirgli di vivere chiudendolo in un Manico– mio. Di 11non uscirà più. La fa– miglia non lo rivuole: una bocca in meno da sfamare, a parte la vergogna di un figlio deviante. La società per ora ha braccia suffi– cienti da sfruttare per fregarsene di recuperare questi bambini. In mancanza di una rupe Tarpea ci sono i manicomi. Dentro, come al solito, c'è di tut– to. Anzi più del solito: perché i bambini non hanno potere per pro– testare. Cerebropatici (lesioni al cervello) epilettici, nevrotici, carat– teriali, psicotici e normali che nes– suno vuole, lasciati 11a istupidire peggio delle bestie: tanto che nes– suna ricerca scientifica potrebbe rilevare se il quoziente Intellettua– le di un bambino con lesione al cervello sia cosl basso a causa della lesione o a causa delle con– dizioni in cui vive ed è vissuto. In lager per la vita, senza nessu– na ipotesi di cura tranne gli psico– farmaci (se vanno bene per i lat– tanti « normali », figuriamoci in ma– nicomio!). Ma parlando di psicofarmaci si parla di violenza elegante. In real– tà, compagni, sapete che cos'è un manicomio? Se il trattamento ne– gli asili per « normali ». scandaliz– za i benpensanti, entrare in un reparto infantile di un manicomio è una esperienza spaventosa, ag– ghiacciante. Prendiamo a caso Milano. A Mom– bello c'è un intero manicomio in– fantile: « Limbiate bambini ». Sono più di 200, rinchiusi 11,e non c'è altro da dire. Quanto al fare, pen– siamoci, compagni! Qualche medico di buona volontà c'è che lavora, cercando di vuotare Il mare a cucchiaini. Qualcun altro, al vertice, si preoc- cupa soprattutto dello scandalo: « Se arriva un'inchiesta qui ce la caviamo male». Allora cosa si fa? Mentre a Roma infuriano le per– quisizioni degli asili, a Milano esce sul Giorno un trafiletto: si è crea– ta finalmente la sezione milanese della « Associazione per la lotta contro le malattie mentali » (*). Presidente chi è? L'ex-assessore agli Ospedali Psichiatrici della Pro– vincia, oggi promosso alla Assi– stenza presso la Regione. Noi non abbiamo niente contro Perruzzotti come uomo e certi gio– chetti diplomatici ci sembrano piut– tosto ingenui (anche se riescono). In fondo è un uomo con degli in– teressi umanistico-umanitari (leg– gi: nonché politico-economici) su Mombello e sulla malattia men– tale. C'è ben di peggio in giro: (leggi per esempio un certo docente di nazi-psichiatria che si chiama Caz– zullo, con la moglie che insegna neurospichiatria infantile). Ma a noi interessano i bambini chiusi nei Lager, ingabbiati a Mom– bello come in tutti i manicomi d'I– talia, negli Istituti, nelle Scuole spe– ciali e in quelle normali. La no– stra inchiesta continuerà perché i bambini sono la nostra ricchezza, il lavoro per la Rivoluzione con– tinua perché un giorno la rivolu– zione farà giustizia al bambini. A tutti i bambini: a quelli chiusi in manicomio e a quelli rinchiusi come piccoli robot nelle quattro mura familiari. Non illudiamoci. Nella società ca– pitalistica esiste una sola regola: chi non produce è privo di qual– siasi potere contrattuale (denaro e derivati) e quindi privo di ogni di– fesa, di. ogni elementare diritto ci– vile: contro di lul può essere fatta qualsiasi violenza, come contro I bambini. Re Nudo/ 13 (*) A parte la sezione milanese, I'« Associazione per la lotta con– tro la malattia mentale » ha mobi– litato in molte città italiane paren– ti, malati, infermieri e medici, in un organismo di base. A chi inte– ressa la situazione milanese, tele– fonare a Mario: 513.890. La follia è IL SINTOMO di una società folle « La storia dell'uomo è la storia della sua repressione» (Freud). (Questo articolo è tratto dal nu– mero speciale « Contra la psychia– trie » della controrivista francese l'Idio! lnternational. La traduzione è libera: per eliminare il solito ger– go tecnicistico-universitario e per– ché è necessario un uso « diver– so » e rivoluzionario del pensiero e del linguaggio. Noi abbiamo fat– to nostro il discorso dei compagni francesi). Oggi tra gli psichiatri illuminati si è d'accordo nel denunciare l'inter– namento in manicomio come una pura e semplice repressione che non ha nulla di terapeutico. Qual– cuno c'è che afferma che la psi– chiatria è un catalogo di cono– scenze incerte e tendenziose il più delle volte utilizzate come alibi e · paravento ideologico di un tratta– mento nazistico. Oggi si denuncia l'istituzione, si condanna la contenzione dei ma– lati (camicia di forza, lettino o camere di prigionia) e si condan– na la paura verso il « pazzo » per cui viene trattato solo come un animale pericoloso. Ma l'unica cosa importante, per una presa di coscienza politica, è avere chiaro quali sono le strut– ture che causano, provocano, sca– tenano la « malattia mentale "· Noi non diciamo che la malattia mentale non esiste: sarebbe una affermazione ipocrita e superflcia-

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