RE NUDO - Anno II - n. 4 - aprile 1971

sanali erano dominanti dalla paura. Per tutti i George Jackson, le Afeni Shakur e i rivoluzionari potenziali in queste prigioni, il movimento di lotta è una scelta di tutta la vita (George Jackson: uno dei « Sole– dad Brothers', un gruppo di dete– nuti neri delle carceri californiane sottoposti a incredibile azione re– pressiva; Ateni Shakur, una delle 21 Pantere Nere di New sotto pro– cesso, dirigente rivoluzionaria del partito). Si sono rivoltati perché si attendevano e si attendono un ap– poggio massiccio dall'esterno ... Le dimostrazioni di appoggio alle rivolte nelle prigioni sono una re– sponsabilità fondamentale dell'inte– ro movimento, ma qualcuno deve organizzarle, produrre i volantini, convincere gli altri che si tratta di un problema prioritario. ... Per fare questo lavoro organiz– zativo ci vorrà coraggio, avremo bisogno di «famiglie» di gente fortemente unita. Gruppetti di due o tre non servono a niente, da que– sto punto di vista: non possono fare uscire un giornale, organizza– re una manifestazione contro la guerra o fare un'azione armata sen– za farsi catturare. La nostra forza sta in questo: che siamo mobili, decentralizzati, flessibili e che pos– siamo entrare in ogni casa in cui ci sono giovani che sanno cogliere il suono della libertà e della vita. Le donne e gli uomini nelle prigio– ni sono prigionieri di guerra degli Stati Uniti. Quando un pilota ame– ricano viene abbattuto mentre bom– barda i villaggi nordvietnamiti, spesso si trova circondato da mi– gliaia di persone che hanno appe– na avuto la famiglia e la casa di– strutta dalle bombe che lui ha lan– ciato. Eppure quest'uomo non è at– taccato e ucciso dai vietnamiti; è un prigioniero di cui si ha cura. Sembra che a volte dimentichiamo che nel Vietnam vivono e combat– tono donne e uomini, liberi e forti. Non sono astratti guerriglieri che sparacchiano contro l'imperialismo USA nell'Asia sudorientale: sono uomini e donne con valori, affetti e genitori e figli e speranze per il futùro. Sono gente come Thai, combattente delle Forze Armate Popolari della Liberazione, che fu a Hue durante la battaglia del Tet (la città di Hue, insorta nel febbraio del '68, resistette per oltre 40 gior– ni) e alla Hamburger Hill un anno dopo (severa batosta per le truppe imperialiste); o Than Tra, quadro dell'organizzazione di massa delle donne e del movimento. Il gruppo aveva trascorso la maggior parte del tempo a crearsi la volontà di agire, e di conseguenza non aveva curato le fondamentali misure di sicurezza. Non avevano pensato al futuro: né di. che cosa fare con le bombe nel caso non fosse stato possibile raggiungere gli obiettivi previsti, né che cosa fare nei giorni successivi agli attentati. Questa tendenza a considerare at– ti rivoluzionari soltanto gli attentati e il prendere il fucile in mano, con la glorificazione del concetto che quanto più uno fa il duro tanto più è rivoluzionario, questa tendenza noi l'abbiamo chiamata l'errore mi– litare. Dopo l'esplosione sospendemmo ogni azione militare, fino a quan– do non si fossero comprese le cause di quello che era accaduto e non si fossero prese misure ade– guate al riguardo. Scoprimmo che tra noi esisteva già una linea al– ternativa, e che essa era stata ela– borata anche in altri collettivi. Ci rendemmo conto che un gruppo di fuorilegge che sono isolati dal– le comunità dei giovani non sono in grado di seguire la situazione, non possono elaborare strategie che riescono ad avere appigli tra le masse - per loro il mondo è diviso in "noi" e "gli altri ". Era una questione di cultura ri– voluzionaria. O si guardava alla cultura dei giovani che da tempo sta emergendo come a un feno– meno borghese e decadente, e che quindi va trattato come un ne– mico della rivoluzione, o si scor– gevano in essa le forze che ci ave- ci viene propinata dalla stampa borghese). Noi siamo in grado di modificarla per il meglio. Uomini carichi di sciovinismo maschile possono cambiare, e diventare ri– voluzionari che non accettano più neppure parzialmente una cultura che è di ostacolo alla libertà del– le donne. Hippies e studenti che temono il 'potere nero· dovreb– bero andarsi a leggere " Die Nig– ger" di Rap Brown e gli scritti di George Jackson. Noi possiamo continuare la nostra opera di li– berazione e sowertire ogni tenta– tivo di derubarci di questa cultura. Si diventa rivoluzionari nelle scuo– le, nell'esercito, nelle prigioni, nel– le comuni, e nelle strade. Non in una cellula clandestina. Essendo dei fuggiaschi non ci po- ·- VVANTE:.[): < Bv FB-1" ., DIITIIUCTION OF GOYIRNMENT PROPERTY; CONSPaACY . ,;' /~ .. ~~· .'-!~~ ... ~~ . ~ ,_,,. · .. ,. ·· .. : /~r: ~ u cf lnvesligation · . c.. 20535 Bernardine Dohrn, ricercata dall'FBI per cospirazione contro il governo e la proprietà. vano prodotto, una cultura di cui noi siamo parte, una giovane e ancora non formata società (na– zione). In questi ultimi mesi siamo rima– sti esaltati dalle possibilità che esistono per tutti noi, di far an– dare avanti il movimento in modo che noi come rivoluziori possiamo modellare e modificare la rivolu– zione culturale (' rivoluzione cultu– rale ' qui è sinonimo di ' cultura dei giovani ': il riferimento è alla forte spinta a costumi di pensie– ro e di vita nuovi, di rottura nei confronti delle strettoie del siste– ma americano, in atto tra la gio– ventù; ne sono esempio varie cor– renti ' hippy', ma il fenomeno non va ricondotto esclusivamente agli • hippies ' e soprattutto non a quell]mmagine degli ' hippies ' che tevamo avvicinare al movimento. Questo si è rivelato· una benedi– zione, perché abbiamo girato dap– pertutto. Muovendoci sotto altro nome abbiamo incontrato una quantità enorme di genete; siamo stati a guardare alla TV i notiziari sui nostri attentati con vicini di casa e nuovi amici che non sape– vano che eravamo dei Weather– man. Spesso proviamo paura ma ormai la paura è una cosa scon– tata, e non cerchiamo di reagire facendo i duri. Quella che un tem– po pensavamo dovesse essere una disciplina da automi si è trasfor– mata in una pratica yoga di vigi– lanza, di sensibilità, in una più acuta percezione delle attività e delle vibrazioni dell'atmosfera in– torno a noi - come se avessimo un nuovo paio d'occhi e di orec- Re Nudo/ 11 chie. Prima di questo comunicato non abbiamo mai parlato .di noi in mo– do specifico; le nostre azioni han– no parlato per noi, ind\ca11do in che direzione ci muovevamo. Ov– viamente non abbiamo puntato sul– l'obiettivo di danni materiali ·su .lar– ga scala. La maggior parte ·delle nostre azioni hanno colpito il ne– mico, sul piano militare, più o me– no come la puntura di una zan– zara. Ma l'effetto politico è stato devastante. Il mondo sa che an– che la gioventù bianca di Babilo– nia ricorrerà alla forza per abbat– tere l'imperialismo. Interiormente, la nostra gente ve– de giusto. In questi ultimi mesi • hippies • e • freaks ' (Freaks: 'i rifiuti·, la gioventù esclusa dal co– sidetto 'consorzio civile') e molta gente del movimento hanno comin– ciato a prepararsi per un lungo in– verno. Kent e Augusta (due studen– ti neri uccisi, la scorsa primavera durante un attacco della polizia al– la locale università) e Jackson ci hanno fatto diventare adulti, ci han– no dato una comprensione seria di quanto sarà duro combattere in America, della lunga strada da per– correre prima della vittoria. Co– minciamo ora tutti a capire cosa intendevano dire i cubani quando ci parlavano della necessità di uo– mini e donne nuovi. La gente ha fatto esperimenti con tutto, nella propria vita, in reazio– ne violenta contro i metodi del– l'uomo bianco. La gente ha im– parato a soprawivere insieme nel– la città avvelenata, a vivere sulla strada e nei campi. E' uscita nel 0 le campagne e ha scoperto nuovi modi di allevare dei figli liberi, selvaggi. La gente si è purificata con cibi organici, si è battuta per la liberazione sessuale, si è la– sciata crescere i capelli. Ha cer– cato di stabilire nuovi rapporti umani e ha imparato che I'« erba» e altre sostanze naturali che al– largano i confini della sensibilità sono ormai della rivoluzione. Non sono tassative per tutti, non sono una verifica a livello viscerale. So– no uno strumento di conoscenza, sul piano dell'antica tradizione In– diana. Ma mentre noi parliamo di " erba» il nemico sa quale gran– de minaccia rappresenti per il suo potere la nostra cultura dei gio– vani, e si serve dei suoi alleati - le droghe che uccidono (eroina, metedrina, ecc.) - per ' pacifica– re ' e distruggere i giovani. Nes– suna rivoluzione può riuscire sen– za i giovani; è una alternativa che ci possiamo trovare davanti se non affrontaiamo questa minaccia. Una delle cose più importanti che sono cambiate da quando la gen– te ha cominciato a lavorare in collettivi è la nostra concezione della dirigenza. La gente - e spe– cialmente i gruppi delle sorelle (il termine sorella, fratello nel mo– vimento di lotta americano sta per compagna, compagno) - non in– tendono seguire ideologi accade– mici o autoritari. I discorsi di Fi– del (il riferimento è particolarmen– te ai discorsi autocritici di Castro dopo il fallimento della campagna dei « dieci milioni di tonnellate di zucchero») e le poesie di Ho Chi Minh ci hanno fatto capire come i leader emergono dal contatto profondo con i movimenti di lotta.

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