Rivista Critica del Socialismo - fasc 3 - mar. 1899

238 RI\'fu~A CRITICA DEf, SOCIALISlIO Un'altra opinione sul Socialismo tedesco. Il partito socialista-democratico tedesco per n'iolti anni si è mostrato sollecito di una cosa. sola: accrescere il numero dei suoi nrlerenti. Ora esso è riescito ad arruolarne sotto la sua bandiera tanti, che forse è ragionevole pensare che un numero maggiore non si possa raccogliere in un part iro che professa di voler mutare dal la bnse l'attuale ordinamento sociale. Si presenta invece l'altra que– stione : che fare di un esercito così numeroso, ed inoltre compatt o e disciplinato 1 Qui bisogna convenire che il partito democrat ico-socialista te– desco è stato finora quello che meno ha fatto, e meno tent ato di fare, per il miglioramento delle condi1.ionidella classe operaia. L'idea di una rivoluzione prossima e fatale, della trasforma– zione della società. mediante la conquista legale o rivoluzionaria de' poteri pubblici, si era. talmente fitta nella mente dei socialisti tedeschi, - i quali poi la inocularono a quelli degli altri paesi - che essi consideravano come un atto di debolezza e quasi un tra– dimento il distrarre anche una minima parte delle !oro energie dalla conquista. dei poteri pubblici per consacrarle alla lotta per miglioramenti e riforme immediate, che, a parer loro, non aYreb– bero potuto, se anche si fosse riescito ad ottenerli, se non che pro– lungare la vita alia società attuale. Essi insomma o si lusingava– vano di conquistare, a capo di due o tre legislature, il. Governo con i voti della maggioranza degli elettori, ovvero aspettavano che scoppia."-se la rivoluzione, per effetto dello sviluppo stesso del Ca– pitalismo. Non pensavano che dalla lotta per le ri(orm,e potesse venire fuon la trasformazione agognata.. L'idea però della trasformazione catasb·ofica perde ogni giorno pii1 terr eno; i socialisti intelligenti l'hanno tutti abbandonata.. Quindi la necessit,\ s'impone di cambiar t.1.ttica, di abbandona re l' attitu– dine di aspettazione, di non content.1.rsi più della propaganda e della ra.ccolta dei voti ; ma di agire per uu risultato immediato. E qui due vie : l'azione rivoluzionaria, la legalitaria. La prima fu propugnata dai « giovani , o indipendenti: la seconda dal Voli– mar e dn,' suoi seguaci. Al Congl'esso dì J~rfurth {1891) i « giOYani , furono espulsi dal partito ; invece Vollmar venne lasciato stare. Da allora in poi (causa l'accrescersi il"ll°e\emento piccolo-borghese nel partito) la tendem:a riformistr~-~egalitaria si andò sempre più accentuando rnssa è progredita tanto, che il deputato socialista Heine potè, in 1111 suo discorso elettorale, propugnare la oramai celebre , politica. di compensazione , , secondo cui i socialisti consentirebbero alle

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