Rivista Critica del Socialismo - fasc 3 - mar. 1899

DOlL\IAT/SllO E PRATIC.\ 217 mento di prog resso ma.teriale e morale , foggiato da' secoli, che si chinmri. la patria. fra.ucese. • Bnrnetière non par lerebbe meglio. Conquista de' poteri 1m?!Jlici. - Questo significa, per molti so– cinlisti. l!L caccia n,d uffici eletti\•i, la. subordi nazione dei gruppi opera.i :1 gr interru;i de! pol_itica.nti. Ù_ per quest,:.i ragio ne cl~e .Pelloutie r e nitri ca.pi emrnenh del monmento realmente operaio prot est.'lno contro il progra.mmn. di San l\bndato. Ma ciò può nnche sigoifi– e,.'lre una loth ingag giata. contro le forze, di cui dispone In. bor– ghesia. c:t.pitalistica, per imJ>edirle di combattere l'ema.ncipa.zionee– conomica. degli operi\i. Nell' ùuliriz.zo ina1,g11rale c1ell'I 1itemazionale, \'azione econo mica. ern. indicat,L come lo fò:COpo da raggiunge re; l'a- 1.ione politica. era. indic.'lta come 1m semplice mezzo, reso necessar io d:1ll'u-io che frWC\Ta la Borg hesia della 1rna auto rità. "Marx spiegò 1 i\nche in che consiste,·a questo, emnncipazione economica; egli in– tendev:t. lo sviliippo d~lla, cooperazione. 'l'utti possono accettitre la formola di Millerand, perchè, iu qua.si tutt'i pae:-i, la cooperazione è impedita, di.rett ame nte o indirettamente, d:1lhi legislitzione del go,·erno . Secondo le circostanze , i socialisti parl:lment..'lri interpretano il loro progi:amma in un senso o in un altro; quando sono dinanzi ni loro t-Jetto ri, si contentano di dire ta.h•olta che lo Stato futu ro sar:'1.bene,·olo per il povero e duro 1>er il ricco. Ecco una domma • ti~a ridotta n, ben poca cosa ! P11rcche in Italia questo programma sia stato ritenut o fin trop po preciso. Infatti leggo nella Ri vista critica del Soc.ialismo (p. 120) che l'.Lm11fi! ha promulgato il decreto seguente: « TI Socialismo con – si-stefondamentalmente in due affermazioni : 1' il ll:lli\rinto è sfruttato d:l. chi lo impiega; 2" tr:1. s.'\lari:,ro e capit:1.lista vi è opposizione a·int eressi •· Che cos..'l può \'Oler significare tutto ciò1 Si tratt.'\ forse •mplicemente di affermare che l'operaio guadagna tanto pili, qua.uto mr>no prende il padrone, e che egli non può mai ott enere l'intero pl'odotto del lavoro. [o non Yoglio mette rmi a combatte re l'A ·vaiiti! e il su◊ decreto : m:t Si\rei curiosp di sapere come si pnò dimostr:1re che l'opcm\io è sfrutt..'\to dal suo padrone, come si può giustificare la. prete s..'\ del• ropel'aio cli ottenere quello che si chiama il prodottointegrale. Cna fale pretesa. non potrebbe esser fondata che sopra consider:.uioni mo– mli: ed infatti ess..'\è sfata 11empre fondata dugli operai sopra. consi– derazioni di questo genere. Questi non hanno mai ce ato di credere che il mondo è mal fatto, perchè la. forz:i Yince il dritto, e aspi- 1-nno :\(I un regime più giusto. se non ad un regi me giusto inte– rnmcnte . Xoi ritorniamo co-:ì ::il punto di vista che Merlino ha messo così bene in C\ ·idenz:1.nei suoi libri : la. questione sociale è per gli operai una questione etica. I dottori possono porla diversamente, possono J>ro1,orsi fini ,econom ici vn,fii; essi combi nano elementi estranei col

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