LORENZO RESPIGHI NEL SESSANTENARIO DELLA MORTE 421 sul risultato, si recò una sera all'Osservatorio del Campidoglio e rimase veramente maravigliato della nettezza e luminosità con cui si vedevano gli spettri anche di stelle piuttosto deboli. Oggi questo metodo di osservazione è di continua applicazione nel1' astronomia e lo stesso « Henry Draper Catalogue » dell'Osservatorio di Harvard (S. U.), - e cioè il maggiore catalogo spettroscopico stellare che possieda tuttora la scienza - fu eseguito in tal modo. Ma è doveroso ricordare che il primo prisma-obbiettivo (che noi oggi conserviamo come un raro cimelio al Museo Astronomico dell'Osservatorio di Roma) fu inaugurato al Campidoglio, da Respighi, la sera del 15 febbraio 1869! Col prisma obbiettivo, Respighi fece subito una brillante scoperta. Si accorse infatti che lo spettro delle stelle prossime all'orizzonte è percorso da larghe bande oscure, che si spostano rapidamente dal violetto verso il rosso quando la stessa si trova a levante e cioè è nata da poco tempo, mentre invece si spostano in senso contrario - vale a dire dal rosso verso il violetto - quando la stella è a ponente, e cioè è prossima al tramonto. Questo curioso fenomeno, che porta ancora oggi il nome di « Legge di Respighi», servì all'illustre astronomo come base di una teoria, in cui il fdnomeno della scintillazione stellare viene intimamente collegato con la rotazione della Terra. Senza entare in dettagli, aggiungiamo soltanto che, molti anni dopo, lo stesso Lord Rayleigh - il celebre scienziato a cui si deve la scoperta dell'argon - in un suo studio sopra la scintillazione stellare, dichiara nettamente che « the most impo1'tant work ttpon this subject is undoubtedly that of Respighi». Ma, nel mentre il valoroso astronomo attendeva a queste ricerche, la sua carriera venne nuovamente posta in pericolo. Infatti, nel 1871, in seguito all'annessione di Roma, i Professori della antica Università Pontificia vennero invitati a prestare giuramento. Come già aicuni anni prima a Bologna, anche questa volta, nella sua rigidissima coscienza, Respighi non credette di poter giurare e scrisse al Ministero una lettera in cui si dichiarava pronto ad abbandonare il suo ufficio; benché ciò significasse per lui non soltanto la fine delle ricerche scientifiche, ma anche la miseria e forse la fame. Fortunatamente vi erano al Governo degli uomini di larghe vedute; i quali - come già avevano lasciato indisturbato il P. Secchi nella sua specola - fecero saggiamente comprendere al Respighi che, in considerazione dei suoi alti meriti, anche egli sarebbe stato lasciato tranquillo all'Osservazione del Campidoglio, a continuarvi i suoi lavori. Non solo; ma il Governo italiano fornì anche al Respighi i mezzi finanziari che gli occorrevano per recarsi in India ad osservare l' eclisse totale di Sole del 12 febbraio 1871, ed al suo ritorno gli fece avere il decreto che Io confermava a Professore Universitario ed a Direttore dell'Osservatorio del Campidoglio. Aggiungiamo di passaggio che Respighi, durante il suo viaggio 2S. - Qu.a&rni di Roma.
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