Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

PAOLO BREZZI Tali cieli e tale terra non sono una celeste Gerusalemme che discende dal cielo già compiuta - come vagheggiarono alcuni eretici - ma rappresentano l'affiorare di nuovi valori spirituali, la nascita di una nuova specie di vita, cioè la formazione della personalità morale di ciascun uomo, la sua educazione che s'inserisce nel processo cosmico in circostanze storiche ben definite. Dalle linee maestre della concezione cristiana della realtà deriva che la creazione, che ha trovato nell'uomo il suo punto culminante, e la storia, che ha avuto nella venuta del Cristo il suo avvenimento decisivo, riprendono dall'uomo la loro ascesa senza che nessuno possa prevederne gli sviluppi cronologici o la varietà delle manifestazioni prodotte ( 1). Di tale mondo storico umano ciascuno è responsabile perché forgia il suo destino spirituale mediante una scelta volontaria, e ciascuno è artefice perché, se agisce bene, produce via via per sé e dentro di sé qualcosa che si sottrae al tempo avendo il bene un valore eterno e non potendo esser soggetto alle crisi ed alle decadenze delle istituzioni. Questo è il più alto significato della storia, quello che la moralizza e la rende degna di esser vissuta e sofferta. PAOLO BREZZI. • (1) PETRUZZELLIS, Il valore della storia, cit., p. 255 sgg. Per dare un esempio del rinnovato interesse per queste ricerche, cito alcuni studi recenti che non ho richiamato in precedenza: L. MALEVEZ, La philosophie chrétienne du progre1, in « Nouvelle Revue Théologique », 1937; F. BATTAGLIA, Ii valore nella storia, Bologna, 1948; R. GUARDINI, Il giorno del Signore, in « Humanitas », 1948, n. 12; F. BARTOLONE, Il problema della storia del Cri11iane1imo, Messina, 1948. Superfluo rinviare allo Journet, al Berdiaeff,. aJ Toynbee, e - ex contrario - al Croce.

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