Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

L'ESSENZA DEL CRISTIANESIMO DI ROMANO GUARDINI è una formula corrente. Ma questa formula è giustamente esposta alla stefsa critica fondamentale segnalata sopra. Il nostro concetto ordinario dell'amore evoca certe esperienze d'ordine naturale che si classificano del resto secondo differenti strutture studiate dalla psicologia e dalla storia: la simpatia, la pietà, l'altruismo, l'eros, ecc.... Ora, dice Guardini, non appena tentiamo di penetrare la figura di Cristo sotto questo aspetto dell'amore, ci sentiamo smarriti. « Incontriamo atteggiamenti, atti, e un apprezzamento di valori che siamo incapaci di mettere d'accordo con la nostra idea dell'amore. L"amore di Cristo ci appare come qualche cosa che sfugge a qualsiasi determinazione umana; come una realtà che viene da Dio e che è al tempo stesso bella e terribile, familiare e sconosciuta, rassicurante e pericolosa. Questo amore non trova posto in alcuna categoria già pronta, psicologica e filosofica. Non si può dire: l'amore cristiano che si trova anche e in modo perfetto in Gesù, è quell'atteggiamento che ..., ma solo: l'amore cristiano è il modo con cui Cristo si comporta. Comincia con lui; non esiste né prima di lui, né senza di lui; non può essere definito con un concetto, ma solo con un nome, quello di Cristo » ( 1). La cosa è tanto vera, continua Guardini, che talvolta non ci si può difendere dall'impressione che il cristianesimo e specialmente l'amore cristiano sono inferiori ad alcune disposizioni umane, come la bontà della saggezza orientale o la pietà religiosa che anima la mentalità di certi popoli. Ma il cristiano deve comprendere che non il nostro concetto naturale dell'amore deve ser•virci a giudicare l'amore di Cristo. Al contrario • l'amore quale è in Cristo deve essere la regola del nostro pensiero e del nostro cuore. * * * Noi siamo, tuttavia, sempre tentati di ritornare al nostro modo di pensare, alle nostre norme abituali, alla nostra esperienza òrdinaria. Uno sforzo costante e difficile viene a noi richiesto per metterci alla scuola del Maestro Divino, e apprendere da lui che cosa è Dio. Per aiutarci in questo sforzo, la lettura delle opere di Guardini costituisce un aiuto del quale si trova di rado l'equivalente per efficacia e potenza di suggestione. Segnaliamo soprattutto quel bellissimo libro« Der Herr >>,« Il Signore>> (2), già tradotto in varie lingue, e dove l'autore, commentando passo a passo la vita di Cristo secondo il Nuovo Testamento, cerca di risuscitare davanti a noi nella loro purezza originaria la figura e il messaggio del Salvatore. L'idea centrale è sempre la stessa. Cristo non è un padrone che insegna una -verità distinta da lui, e neanche un profeta che parla in nome di Dio. E la persona stessa di Cristo a costituire la rivelazione per eccellenza; è Cristo soprattutto a rive- (I) !Velt und Per,011, Wllirzburg 1940, p. 134. (2) Der Herr, Wiirzburg, 1937,

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