IL COMMERCIO ESTERO ITALIANO IIS talità che, protraendosi negli anni successivi, anche a causa del sempre più evidente pericolo di conflitto armato, dovevano necessariamente, a lungo andare, accelerare la rottura dell'equilibrio fino al punto da far vedere nella guerra - che era stata la più viva preoccupazione degli anni dal '30 al '40 - l'unica soluzione possibile al marasma in cui si dibatteva il mondo. L'assurdo meccanismo delle riparazioni, combattuto in coraggiosi studi dell'economista inglese Keynes e del nostro Nitti; la rapida industrializzazione degli Stati Uniti, che capovolgeva i tradizionali rapporti di complementarietà fra questo mercato e quello europeo; la politica protezionistica dei paesi più ricchi e degli stessi Stati Uniti, cui doveva rapidamente accordarsi l'ltalia; la politica restrittiva in materia di immigrazione seguita dai paesi verso i quali tradizionalmente si volgeva il flusso della mano d'opera eccedente su mercati europei; la ritorsione logica, ma in parte necessitata, della politica autarchica, accolta dai paesi più gravemente minacciati dal progressivo anemizzarsi dei rapporti internazionali; ecco, in rapida sintesi, le cause più evidenti dello squilibrio economico internazionale. Parallelamente allo sconvolgersi di tali normali flussi di mezzi, di capitali e di mano d'opera, si sviluppava, con il crollo del gold standard, quel caos monetario che maggiormente aggravò la situazione dei rapporti internazionali. Non è qui il caso di accertare le cause di tale disordine monetario, imperante nel ventennio fra le due guerre: un'analisi approfondita porterebbe però a vedere come esso fu in gran parte determinato dalle condizioni di squilibrio delle singole economie nazionali; come queste cause di squilibrio interno non vennero rimosse, in parte per ignoranza o malvolere, in parte per mancata coordinazione dei relativi rimedi adottati dai diversi governi; come il crollo del gold standard reagì, aggravandole, sulle situazioni che lo avevano determinato, dando inizio a tutta quella serie di misure e di controlli sul commercio internazionale, sui cambi, sui trasferimenti di capitali, contro i quali è vano protestare se prima non si avvisino i rimedi per risanare lo squilibrio delle strutture economiche interne, del quale essi sono il sintomo più evidente. Quando si ricordino le scolastiche enunciazioni delle condizioni per il corretto funzionamento del gofd standard è difficile non persuadersi che il mancato rispetto di quelle « regole del giuoco » denuncia, più che un deliberato malvolere od una ingiustificata avversione, la presenza di squilibri interni, intorno ai quali si dispiegano interessi e forze politiche non sempre facilmente domabili, né sempre decisamente ripudiabili, specialmente quando ad un ritorno rapido e tollerabile all'equilibrio si oppongono ostacoli che operano sul mercato internazionale (misure anti-immigratorie, pro• tezionismo altrui, ecc.). 5. :_ Si tratta quindi di ristabilire condizioni di equilibrio tanto sul mercato interno, quanto sul mercato internazionale; due equilibri che si condizionano a vicenda.
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