Quaderni di Roma - anno I - n. 5 - settembre 1947

RASSEGNE SULLA QUESTIONE MERIDIONALE Sgu_ardo retrospettivo. La questione del Mezzogiorno è tornata in questi ultimi tempi agli onori della discussione. Era stata messa da parte con certa mala grazia dal regime fascista, perchè importuna; e tanto s'era detto e ripetuto d'essere stata risoluta - una gros5a opera in due volumi, Liberalismo e fascismo nel Mezzogiorno d'Italia (1923-1932), Milano, 1933, di Gaetano Zinga!i, premiata dall'Accademia d'Italia, si compiacque contrapporre Ili disorientamento, alle discussioni bizantineggianti, all'inerzia del regime liberale la decisione e la volontà fattiva del fascismo pel Mezzogiorno - che qualcuno aveva finito per crederci davvero. Ma quella questione, meridionale soltanto di nome ma di fatto italiana, preesisteva ed è sopravvissuta al fascismo, era anteriore al liberalismo, alla « ignava e conservatrice» o addirittura «reazionaria» borghesia meridionale; alla quale non pochi scrittori d'oggi ne attribuiscono la responsabilità: è anteriore alla costituzione unitaria del nostro regno. Le sue origini si perdono nei secoli; fin da quando cioè Roma antica assisti: alla lenta agonia ed allo spegnersi graduale di quei focolari <li luce e di civiltà, che erano le colonie della Magna Grecia. Quella splendida civiltà magnogreca, che nel tempio di Pesto, anteriore di circa un secolo al Partenone di Atene, aveva sfolgorato, declinava malinconicamente per quelle fatali ragioni naturali e storiche, che concorsero a spegnere la grande e secolare civiltà greca. Anzitutto, cioè, per una grande ripresa di infezione malarica. La palude malarica fin dalle origini era· stata contenuta nell'Europa meridionale ~ nel no<;tro Mezzogiorno, com'è dimostrato dal frequente ricordo, nelle antiche figurazioni mitologiche, di acque stagnanti risanate e dalla celebrazione del m;to della lotta contro la palude (si ricordino il tetragramma di argento, ora al museo di Palermo, raffigurante la lotta tra la salute e la malaria delle paludi; Apollo con l'arco che uccide il morho; Diana, dea degli stagni, fecondatrice della vita; Ercole che afferra per le corna il toro fuggente, mentre un uccello acquatico indica la palude prosciugata). Alla vittoria sul paludismo, del periodo mitologico, seguirono l'estendersi della palude e un'ondata malarica per un di quei ritorni nelle infezioni generali, che gli scienziati constatano, ma non riescono a spiegare del tutto. E la malaria decimò la popolazione, rese deserte le campagne, esinanì città un tempo popolose, ricche e prospere. Ai danni dovuti a questa causa naturale si aggiunsero quelli degli uomini, Su quelle stesse regioni poste a sud del Tevere e nelle due maggiori isole dei Tirreno, si abbatterono irose le conseguenze di guerre devastatrici e rovinose, soprattutto delle

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==