Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

LA FINE DEL MACHIAVELLISMO 137 quelli vittime degli Stati machiavcllisti, indi per questi ultimi - ma per tutta la razza umana. Esso carica l'umànità di un fardello sempre più grandedi mali, di infelicità, di disastri. A causa del suo stesso peso e della sua stessa legge interna, è un agente del fallimento non solo riguardo a determinate nazioni ma alla nostra specie comune, alla comunità hasilare che esiste fra le nazioni.· Questo egoismo divinizzato, come ogni altro egoismo, è essenzialmente cieco. Per riassumere tutto ciò che ho stabilito, vorrei dire: ,) basta esser giusti per meritare la vita eterna; non basta esser giusti per vincere delle battaglie od ottenere dei successi politici immediati; 2) per vincere delle battaglie o riportare dei successi politici immediati, non è necessario essere giusti; può essere, all'occasione, più vantaggiosoessere ingiusti; 3) è necessario, sebbene non sufficiente, essere giusti per procurare e promuovere il bene comune politico e la prosperità duratura delle comunità terrene. Le considerazioni che ho sviluppato in questo saggio sono basate sul fatto fondamentale che la poli~ica è un ramo dell'etica, ma un ramo specificamentedistinto dagli altri del medesimo tronco. Un segno decisivodi questa specificità dell'etica politica, in contrasto con l'etica personale, è che le comunità terrestri sono mortali nel loro stesso essere, e che appartengono interamente al tempo. Un altro segno è che le virtù politiche tendono ad un fine relativamente ultimo che è il bene comune terrestre, e si riferiscono solo indirettamente al fine assolutamente ultimo dell'uomo. Di qui molti aspetti dell'etica politica ai quali posso solo accennare, e nei quali si afferma contro ogni purismo il suo carattere autenticamente realista. È così che numerose regole di vita politica che i pessimisti del machiavellismo usurpano a beneficio dell'immoralità - come la tolleranza politica di certi mali, o il riconoscimento del " fatto compiuto» (prescrizione) che permette di trattenere beni in altri tempi mal acquistati perchè nuovi legami umani e nuove relazioni vitali hanno versatoin essi diritti di nuova origine - sono in realtà eticamente fondate. In definitiva l'etica politica è capace di assorbire e digerire tutti gli elementi di verità contenuti in Machiavelli - intendo nella misura in cui il potere e il successo immediato fanno effettivamente parte della politica - ma a titolo di parte subordinata, non di parte principale. Posso ripetere qui che un certo ipermoralismo, che fa dell'etica politica qualche cosa di impraticabile e puramente ideale, è altrettanto con-

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