Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

ro8 A. Il. SERTILLANGES d'Aquino, persistono ad usare correntemente espressioni fallaci e ad allineare sistemi d'idee che si prestano alle obiezioni dei pen~atori ? La ragione è che la teologia è essenzialmente catechistica, vale a dire destinata a tutti, non soltanto ai metafisici, e tale carattere si nota già nella Bibbia ov<'la teologia attinge i suoi dati. Occorre dunque che il linguaggio teologico sia, per quanto è possibile, il linguaggio di tutti, cioè quello dei f:rnciulli, salvo, nei punti opportuni, a correggerlo per i grandi che in l)Uestocaso sono i pensatori. Solo a questa condizione, la teologia sarà veramente religiosa, poichè h religione non è un «mandarinato» e si preoccupa della salvezza di rutti. Potrei facilmente farvi capire come tale essoterismo sia essenziale alla vita spirituale e ai testi che l'alimentano, se vi mostrassi quali agguati s'incontrano nello sviluppo del tema metafisico or ora enunciato e a quali preoccupanti paradossi esso metta capo. In varie circostanze ne ho messi molti sotto gli occhi degli stessi filosofi e debbo dire che ancora alcuni non si sono ricreduti. Immaginate che un buon curato, imbevuto di filosofia, svolga così una sua predica: ,, Fratelli miei, la creazione di cui oggi parleremo, è un avvenimento tanto straordinario che non è un avvenimento. Quando avvenne, non accadde nulla. Prima ... un prima non c'è poichè la durata è contemporanea alle cose come il puro spazio è coestensivo al suo contenuto e non oltre di esso. « Dio non è mai esistito senza il mondo, nè il mondo è mai esistito 5c:nzaDio, poichè la durata di Dio non è al di là della nostra, nel suo prolungamento, ma al disopra ed è indissolubile. Si dice che Dio abbia fatto tutto cd è vero che tutto esiste per opera sua, ma il Tutto dell'universo non si potrebbe creare perchè non c'è nè materia, nè spazio, nè durata per farlo. Per conseguenza, dal momento che nessun:i possibilità di mutaméi,to temporale mette capo a lui e che nessuna possibilità di mut:1mento lo riguarda, come sarebbe il suo pervenire all'essere, il suo passaggio cbl nulla all'essere o una nuova volontà di Dio riguardante il suo cs~erc, nessuna di queste formule si addice. " Nulla è mutato in Dio per il fatto della creazione. Non si può dire che egli abbia creato dopo non aver creato, come non si può dire del r..1ondoche esista dopo non essere esistito. E neppure da parte nostr:t nulia ~ mutato, poichè mutare significa essere prima questo e poi quello, e siccome in questo caso il prima s'annulla, il quello rim:ine affatto solo. Nessun mutamento, nessuna novità; l'essere puro, senz'altro riferimento che (;ivino. « Da lJuando esiste il mondo ? Non lo sappiamo. I filosofi dicono chc potrebbe essere da sempre, e in l!uesto caso si eviterebbe una difficoltà molto strana. Risalite con la mente indietro, nel tempo, e arriverete a un

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