Il punto di partenza potrebbe essere rappresentato proprio da unaradicale modifica dell'attuale bicameralismo: siamo ormai i soli inEuropa, ad avere un parlamento caratterizzato da due camere cosi simili per reclutamento e competenze; in queste condizioni ogni aspettativa di «riequilibrio parlamentare» si risolve in aria fritta, e sihannosolo effetti frenanti e frustranti. La modificadovrebbeprenderne atto e «utilizzare» diversamente le due camere: assegnando a un'assembleapoteri essenzialmente di controllo (ad esempio: approvazione dei bilanci annuali, ratifica di nuove leggi costituzionali e finanziarie, formulazioni di ordini del giorno di censuramotivata e circostanziatasull'operato del governo); riservando all'altra poteri di legislazione ordinaria e di formazione-fiducia dell'esecutivo. Sullabase di tale diversificazione funzionale, sarebbe allora più facilepensare anche ad una profonda differenziazione nei meccanismi di reclutamento — selezione dei due rami del parlamento, così damassimizzare la logica di formazione di governi efficienti (perché omogenei e autonomi nell'esercizio dei loro poteri-doveri di scelta), accanto alla logica di un incessante, responsabile e palese controllo politico. Inoltre, questa riforma funzionale dovrebbe comportare altre due fondamentali innovazioni: un imponenteprocesso di delegificazione (a vantaggiosia delle regioni e degli enti locali, che dell'amministrazione pubblica e di nuove forme di amministrazione «per agenzie»); una drastica riduzione delle competenzedell'esecutivo. Maveniamo al punto più spinoso: i diversimeccanismi elettorali inbase ai quali reclutare e selezionare i membri dei due rami del parlamento. Dico subito che il ricorso a due distinti sistemi elettorali sigiustifica proprio in base alle distinte competenze funzionali. Nel sensoche, mentre la camera che «controlla» (si potrebbepensare all'attualeSenato) deve poter accogliere ed esprimerequanto più fedelmentepossibile i molteplici orientamenti presenti nella società italiana, la camera che «formamaggioranza e governo»dovrebbe offrire ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri governanti (come non avviene ora), oltre che i propri portavoce (come invece avviene ora). Di qui la ragione per suggerire l'elezione del Senato, subase rigorosamenteproporzionale, e la Camera, attraverso un sistemamaggioritario, di tipo uninominale a due turni. Ma vediamo tutto con maggiordettaglio, per nonperdere le implicazioni più importanti contenute nel progetto. Provo a descrivere la meccanica delle votazioni. Gli elettori dovrebberoesserechiamati alle urne in duedomenichenonconsecutive (con un intervallo, cioè, di almeno quindici giorni). Nella prima domenica le schedesarebbero due: una per i l Senato e l'altra per i l Biblioteca Gino Bianco
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