Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

ALTERNATIVA E RIFORMA ELETTORALE Giuliano Urbani Dico subito che l imited) l e mie considerazioni al le principali domande contenute nel «questionario» Salvati-Stame, senza cedere alla tentazione di aprire un discorso «mio» sul problema delle riforme istituzionali. Più i n particolare, le domande sulle quali intendo soffermarmi, sia pure mol to schematicamente, sono l e seguenti ( e sintetizzo liberamente, scusandomene, parole altrui): 1. Si ete d'accordo che la sinistra debba oggi perseguire una strategia d i costruzione dell'alternativa politica? 2. Questo obiettivo va favorito mediante manipolazioni istituzionali? 3a. Ritenete che sarebbe utile una scelta di campo del Psi per l'alternativa? 3b. Quali modificazioni della legge elettorale, in senso maggioritario,_ potrebbero favorire una tale scelta d i campo? 3c. Con quali controindicazioni? 3d. Ol tre che auspicabile, si ritiene che una simile modifica sia anche possibile? 1. Rispondo nella forma più semplice possibile al primo quesito: sì, sono pienamente d'accordo. Certo, mi rendo ben conto di non pdssedere grandi t i tol i per parlare «a nome» della sinistra. Ma almeno uno credo di possederne, sia pure con rilevanza proiettata solo su un possibile futuro: faccio senza dubbio parte d i quella «posta i n gioco» alla quale fanno espresso riferimento Salvati e Stame. Come ex-appartenente e simpatizzante da sempre per le correnti progressiste del liberalismo politico, dove potrei niai collocarmi i n un futuro (che auspico) dove si fronteggino due coalizioni concorrenti di stampo egualmente europeo? Forse accanto alle più recenti posizioni dei neo-moderati laici; ma, e con maggiori probabilità, anche accanto ai Biblioteca Gino Bianco

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