Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

non è un elemento che si trovi in natura, ma è un prodotto sociale, una continua invenzione e reinvenzione dell'uomo associato, e ciò sia per i motivi naturalistici già detti (non v i è un limite prefissato alla definizione dei bisogni umani) sia per motivi politico-economici più precisi. Ma anche intravvedere una tendenza asintotica alla fine del lavoro è azzardato. Non esiste infatti a tutt'oggi nessuna evidenza empirica che confermi una progressiva diminuzione del lavoro sociale complessivo, ma soltanto l'evidenza d i progressive incorporazioni d i mansioni nelle macchine e di nascita di nuove mansioni, mentre non èmai stato fatto un calcolo complessivo del lavoro erogato nelle varie epoche, per difficoltà teoriche e pratiche difficilmente superabili. La prima di queste ë la definizione di lavoro. Nei secoli essa cambiata p i ù volte dal concetto naturalistico d i attività finalizzata al soddisfacimento dei bisogni, fino al concetto successivo alla nascita del capitalismo, di lavoro come vendita della forza lavoro in cambio del necessario per la sopravvivenza allargata (i l reddito) e come strumento per la valorizzazione del capitale. Ma le recenti analisi delle femministe sul lavoro domestico e degli operaisti sul lavoro della riproduzione, così come le analisi sul cosiddetto «lavoro di consumo» hanno rimesso i n discussione anche i l concetto marxiano d i lavoro reintroducendo però per questa via l a confusione t ra i concetti d i lavoro e di attività. Se quindi definire i l lavoro è difficile, altrettanto difficile è calcolare chi e quanto lavorava nelle diverse epoche. All'epoca del feudalesimo apparentemente lavoravano solo i servi, gli artigiani e i mercanti, ma anche i feudatari svolgevano una attività d i comando e coordinamento sociale e politico. La borghesia si è formata con l a Rivoluzione Francese, e prima di allora i nobili non lavoravano ma da allora strati sempre più vasti di essi hanno cominciato a lavorare, cioè a vivere del reddito prodotto con la loro attività. La durata media della giornata lavorativa si è accorciata in tutti i paesi industriali, ma s i è enormemente allungata nei paesi del Terzo Mondo dove masse di persone prima di allora dedite a lavori agricoli stagionali o addirittura occasionali sono entrate nella produzione industriale a carattere continuativo. Si è accorciata la durata media della vita lavorativa, ormai ridotta, nei paesi industriali, a non più di trentacinque anni, ma recenti ricerche dimostrano che sempre in questi paesi la durata media della giornata lavorativa è aumentata per le donne, attraverso i l sommarsi del lavoro domestico ed extradomestico. Insomma, è veramente difficile stabilire i n ogni epoca quanto lavoro complessivo veniva erogato. Qualcuno avanza l'ipotesi che Biblioteca Gino Bianco

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