Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

221 1 lavoro come autorealizzazione, dunque, è anch'esso abbastanza indipendente dal contenuto concreto e perciò su di esso l'automazione, in quanto modifica dei contenuti, non incide molto. Incide invece in quanto elemento di una riorganizzazione del lavoro perché è su quel terreno che si giocano le possibilità concrete d i un lavoro non alienato. E infine i l terzo nodo, quello più spinoso, relativo al ruolo del lavoro come mezzo per i l raggiungimento di una adeguata posizione sociale. L'ipotesi che Schaff sottintende è che, anche in questo caso, la scomparsa di un certo numero di mansioni, incorporate nelle macchine, condurrebbe alla perdita del ruolo sociale, ma non ricollega quest'ultimo a nessun meccanismo effettivo, così che esso rimane completamente astratto e vago i l suo rapporto con i l lavoro concreto. Ora, sembra che si possa dire che i l «ruolo sociale» è legato al lavoro attraverso due meccanismi: la funzione sociale del lavoro e la sua posizione nei meccanismi di valorizzazione del capitale. Nella prima è implicito i l concetto d i lavoro come rivol to a l soddisfacimento d i certi bisogni umani comunemente riconosciuti i n una determinata epoca storica. Da cui l a funzione sociale riconosciuta al lavoro del medico, dell'insegnante, ma anche dell'operaio o del contadino, e negata, invece, secondo questo concetto naturalistico del lavoro, al commerciante, all'intermediatore finanziario, a l pubblicitario. Se s i accetta questo concetto di funzione sociale del lavoro, e se si parte dall'assunto che tutto i l soddisfacimento dei bisogni sarà assolto dalle macchine allora i l timore di Schaff che la gente perda i l senso dell'utilità sociale del proprio lavoro è fondato, ma non si vede quale altro meccanismo potrebbe ridarglielo. Meno che mai la formazione permanente di cui parla Schaff, perché i casi sono due: o essa è finalizzata a l puro soddisfacimento d i esigenze speculative individuali (un po' come avviene adesso per i l ricercatore universitario) e allora, sequesta non è riconosciuta come lavoro, con una sua precisa funzione sociale di accumulazione e di produzione di conoscenza, sconfina nell'hobby (qual è infatti, se non questa, la differenza t ra l'entomologo e i l collezionista di farfalle?). Oppure gli viene riconosciuta una funzione sociale, appunto di accumulazione, riproduzione e allargamento della conoscenza e allora questa diventa un lavoro che potrà avere a seconda dei modi nei quali è organizzato, dei caratteri più o meno accentuati d i autonomia, d i creatività una ut i l i tà sociale complessiva. Quello che invece Schaff sorprendentemente trascura è i l ruolo che i n tut to questo svolge i l lavoro come mezzo d i valorizzazione Biblioteca Gino Bianco

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