Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

218 marxismo, una riflessione un po' più attenta su che cosa si frappone tra l'utopia e la realtà (poiché questi scritti vogliono anche avere una funzione esplicitamente politica, e non solo fantascientifica). C i s i aspetterebbe che questa speranza utopica non riposasse così mollemente sull'avvento delle nuove tecnologie e che fossero individuati, anche se non sciolti, i numerosi nodi teorici ed economici che stanno alla base di quella utopia negativa che è l'attuale società capitalistica e che impediscono la transazione alla società comunista. La «fine» e il «fine» del lavoro In realtà Schaff, come molti altri ricercatori, confonde i diversi significati del lavoro. Confonde anzitutto i l contenuto del lavoro con la sua finalità, e trasferisce dall'un piano all'altro una serie di conseguenze. In particolare, e qui sta l'errore concettuale di fondo, ritiene che cambiamenti anche radicali nel contenuto del lavoro possano modificarne profondamente la finalità. A sua volta, nell'indicare le principali finalità del lavoro, Schaff non distingue chiaramente come ciascuna d i queste viene oggi raggiunta, e quindi suggerisce in modo schematico come essa potrebbe essere raggiunta in una società «senza lavoro». In sostanza, Schaff individua (anche se non le distingue chiaramente e spesso anzi le sovrappone) tre finalità del lavoro. La prima è quella di rispondere ai bisogni umani; l a seconda è quella di costituire un mezzo per la realizzazione delle proprie capacità ed aspirazioni personali creative; la terza è quella di assegnare a ciascuno un ruolo e un'identità sociale. Poiché nella società dell'automazione va in crisi la prima finalità, andrebbero in crisi le altre due; e occorrerebbero dei meccanismi per orientare di nuovo le due finalità più direttamente psicologiche e sociali, quella economica essendo stata riassorbita dalle macchine. Qui sta uno dei punti deboli del ragionamento di Schaff. Presupporre che quasi tutto i l lavoro inteso come strumento di soddisfazione dei bisogni degli uomini sia incorporabile nelle macchine significa considerare i bisogni, e quindi i l lavoro necessario a soddisfarli, come una quantità finita. E' chiaro, ed è una banalità ripeterlo, che i l sistema dei bisogni non è finito, è storicamente determinato e quindi il lavoro necessario a soddisfarli non può essere considerato finito. In particolare dividere, come fa Schaff, attività che di per sé possono essere automatizzate da altre che non potrebbero esserlo è una inBibliotecaGinoBianco

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