Processo Valpreda - n. 30 - 8 aprile 1972

.... _. '- ••••• """"'l""''~Tr·• T -r--• L. 30 8 p LE 9 • 30 ., J .1 • !7:a J .1 (C>) HannocolpitoSpadaper colpire_lalotta di classeche scuoteperf i o le galere MILANO 7 aorile Michelangelo Spada è stato gravemente ferito da due mafiosi arruffianati con la direzione. Ma eh, sono questi mafiosi in carcere, questi piccoli ras che con l'appoggio del personale di custodia cercano di fare il bello ed il cattivo tempo? Il fenomeno della cosca mafiosa è tipico nelle carceri del Sud. ma può avere anche forti diramazioni al Nord. è l'organizzazione illegale dei padroni in carcere e ne fanno parte quei mafiosi [di solito pesci piccoli o esecutori materiali) che finiscono carcerati, secondini, direttori di carcere, giudici di sorveglianza; è una struttura di potere che si sovrappone al potere dello stato assicurando ai mafiosi una vita comoda anche ,,., ""r· cere, controlla molte amministrazioni carcerarie, lucrandoci sopra, e gestisce in prima persona il giro di miliardi che ruota dentro ed attorno al sistema carcerario: vendite illegali clandestine, privilegi pagati a fior di quattrini, il giro degli avvocati, incontri sessuali pagati profumatamente, ecc. Sentiamo cosa dice il compagno Luigi Raimondi, detenuto ad Alessandria, di questo pre>- blema: •In carcere i mafiosi si isolano dalla popolazione detenuta. formano un ermetico clan. ostentano un superbo disprezzo verso tutti gli altri convinti come sono di essere in carcere ingiustamente. Sono tutti collaboratori dello staff che se ne serve per controllare la sicurezza interna, in cambio di qualche privilegio. come una maggior libertà di movimento in carcere, il ricovero in infermeria, un posto di lavoro "tranquillo". Sono dei detenuti modello; difficilmente. anzi mai, vengono puniti, sono la delizia del personale di cuL'ultimonumerodel "ProcessoValpreda" Poiché martedì uscirà, a quattro pagine, il quotidiano «Lotta Continua», quello di oggi è l'ultimo numero del ..Processo Val preda». Questo foglio, che non arrivava nelle edicole, ha avuto una diffusione quotidiana media superiore alle 45.000 copie. Ed è stato un buon risultato. Quello che ci importa di più• quei 45.000 lettori sono tutti proletari o studenti: un «pubblico» ben diverso da quello che in genere legge i giornali. Mentre stiamo per far uscire, con un impegno maggiore, e con innumerevoli bastoni fra le ruote, il nostro quotidiano, è proprio questo che vogliamo sottolineare: che la distinzione dai «giornali» che fanno i borghesi non è solo in quel che scriviamo e in come scriviamo, ma in chi legge e in che modo legge. Le cifre delle diffusioni non servono a niente. Sono come i voti, dove un operaio è uguale a un padrone, e una donna proletaria a una vicepreside. Dipende dal giornale, ma dipende soprattutto dai compagni, che le cose che noi diciamo non restino «cose giuste», ma diventino forza materiale, capace di contribuire a trasformare n mondo, perché arrivano e vengono usate dalle «persone giuste». stodia Se hanno una ideologia politica tendono al modello fascista monarchico. Ora è di moda il modello DC• ' P. S. Vittore il kapò e i ruffiani sono organizzati direttamente dalla direzione che gli fa occupare posti chiave, come l'infermeria, gli scrivani, la cucina. e su questa base possono trafficare e ricattare tutti gli altri detenuti. Inoltre gestiscono in prima persona il gioco d'azzardo clandestino e, quando questo non basta, impongono con la violenza fisica le loro "taglie" su pacchi viveri. Anche contro questa realtà si erano battuti i detenuti nelle lotte dei mesi scorsi e la minoranza mafiosa era stata neutralizzata, Negli ultimi tempi, grazie all'appoggio della direzione, che ha trasferito decine di detenuti che erano stati all'avanguardia de'le lotte. all'Asinara, a Noto e a Favignan3 '" Sicilia, i piccoli ras hanno potuto rialzare la testa e la loro prima vittima è stato il compagno Spada uno di quelli a cui la direzione del carcere vuole far pagare la sua volontà di battersi per il comunismo anche in galera. Il compagne; Michelangelo Spada, versa in gravi condizioni al Policlinico di Milano. Stamattina gli avvocati dei militanti in galera hanno chiarito le circostanze in cui è avvenuta la gravissima provocazione. Nei giorni precedenti la brutale aggressione il compagno era venuto a diverbio con une dei « boss » che tengono, connivente la direzicne, la mafia interna del carcere. Il compagno Spada faceva osservare che i detenuti non potevano accettare assolutamente il cc;mportamentc di questi aguzzini spalleggiati dalla direzione. Per tutta risposta il « boss » apo strofato gli spegneva in faccia la sigaretta promettendo di «chiarire» il tutto il giorno successivo. Ed il giorno successivo infatti, alle ore 9,20, quando le celle vengono aperte per l'ora dell'aria, due sicari son penetrati nella cella di Spada. In quel momento erano presenti solo due o tre compagni di cella di Michelangelo, che si stava lavando. l'hanno proditoriamente aggredito e colpito. li compagno cade, urta con la testa forse contro uno spigolo, rimane in stato di semincoscienza mentre copiosamente il sangue gli esce dalle orecchie e dal naso. Mentre i sicari si dileguano i detenuti avvertono una guardia; Michelangelo viene portato via, forse in infermeria, Solo ver so le 17 gli aguzzini di S. Vittore si rendono conto della gravità della situazione. Decidono allora di ricoverare il ferito al reparto neurochirurgico « Beretta ». Nessuno viene avvertito, né i difensori né tantomeno la moglie di Michelangelo. Solo fortuitamente si viene a sapere della provocazione. Tre compagni di cella di Spada vengono interrogati dal direttore o dal vicedirettore delle carceri; ovviamente rilasciano dichiarazioni quanto mai generiche. la paura della ritorsione è enorme. Ufficiosamente dal carcere si accenna ad una «caduta». A tarda sera il giudice Viola, lo stesso del caso Feltrinelli, interroga i compagni di cella di Michelangelo. Per lui l'istruttoria è chiusa, I testimoni vengono ora tenuti in cella di isolamento. Dichiarazione del direttore di S. Vittore • Ch'l all'interno del carcere - ha detto ,: dott. Corbo - vi siano manifestazioni d, ,ntolleranza fra detenuti non si può negare, rd è pensabile che si possano prevenire· bisognerebbe infatti istituire con apposita legge penitenziari per "rossi" e per "neri". A questo proposito va ricordato che a San Vittore si sono ripetute recentemente manifestazioni di protesta da parte d, grupp, d detenut che affermavano d1 non voler essere ospitati nello st~sso posto dove si trovav~no detenuti ''fascisti". Rifereridosi in particolare al ferimento di Miche angelo Spada, il doti. Corbo ha tenuto a precisare che, secondo lui, s1 tratta di • un fatto che non ha assolutamente alcuna rela7ione con rngion, di car3ttere politico•. 1otecaG1no1anc A Genova si interroga e si ,---------------------------------------- minaccia di incriminazione una compagna di Pavia, Irene lnvernizzi, colpevole di battersi contro le galere dei padron,. e di raccogliere le testimonianze dei detenuti Semore a Genova si arresta un giovane compagno accusandolo di aver preparato per lettera la rivolta generale delle carceri per il 7 mi'ggio (!). A Milano la direzione di S. Vittore dà via libera al pestaggio del compagno Spada . ..;/;..., iene ,-' .. : di vita C'è un significato generale, in tutto questo. ed è lo sforzo di allargare la montatura, di colpire i compagni. di intorbidare le acque. ·Ma c'è un significato più particolare. che non deve sfuggire Ed è il tentativo d, usare la montatura reazionaria per far fuori la lotta po- •:uca dei detenuti nelle carceri. Perché è una lotta che si rafforza. che la paura, -:he mostra coi fatti come l'unica •rieducazione• per i oroletari sia la coscienza e la milizia rivoluzionaria. In questo movimento Lotta Continua si è impegnata a fondo. Anche per questo il compagno Spada è stato colpito. Da due detenuti, certo. Che con la massa dei detenuti non hanno niente a che fare. che sono tanto piu bestialmente criminali quanto p:u riproducono la bestialità criminale di chi li usa, e in primo luogo dei cosiddetti •amministratori della giustizia•. Non avranno vita /acile questi mercenari, né chi li ha mandati. Sossi:una al giorno.Arrestatoun GENOVA orovocaz1one compagno GF"IO\'A, 6 aprile Un r;ompagno di Lotta Continua, Andrea Marcenaro è stato arrestato per falsa testimonianza e favoreggiamento nei confronti di Carlo Panella, latitante da un mese. Le accuse si basano su di una frase da lui scrllta in una lettera a un compagno cti Genova, Luciano :\1anfredi, detenuto fi. no a pochi giorni fa nelle carceri cli Massa. Nella lettera si informava il compagno della situazione cl: Gei,orn, e, fra l'altro, del fa;;. to che Panella era stato costretto alla lat:tanza. TuttP le lettere rice\'ute dal compagno detenuto sono state fotocopiate e inviate alla procura di Genova. Dove sono finite nelle sicure mani del sostituto procuratore clott :'viario Sossi. Il proletariato di Genova conosce lJene questo signore in una fabbrica c'è la sua foto con la scritta « ricercato dal proletariato ». Su 400 detenuu neiie carceri di Marassi più della metà sono stati sbattuti drntro da lui. Iscritto al FUAN ai tempi dell'università fanatico delle associaziom di ex combattenti, della patria, dell'ordine, per !u; esser e proletari è un reato. Non esiste cosa per ui non emetta mandato di cattura. fa :ncarcerare mi1,orenni per rissa. edicolanti per giornali pornografici, ha denunciato il direttore dell'A~PI per un comunicat<, antif~scista. è andato a scoperchiare tombe nel ten- :ativo di scoprire chi ha ucciso il podestà di Recco, glusuziato dai partigiani. '3oss: \'UO! dire un mane. ~to d. cattura al giorno, ,·uol dm, carabinieri guidati dai suoi amici Pensa e 8eno. Com·oca in tribunale per 'estimoniare, e non c'è nessuno che nc esca senza almeno una Incriminazione. Irene Invernizzi di Mortara, ha dovuto sorbirselo per fl ore, mentre la sua c:isa vc-nirn perquisita, è stata incriminata per reticenza, per il solo fatto di aver ricevuto lettere da detenuti. Il compagno Marcenaro è stato preso a casa dai carabinieri, senza spiegazioni e senza alcun mandato, è stato sentito per ore in veste di « testimone », quindi senza avvocati, gli è stata perquisita la casa. e alla fi. ne dell'interrogatorio è stato arrestato. Sossi, autore da sempre di cacce alle streghe, ha trovato solo oggi tutto lo spazio che desiderava. i padroni gli hanno dato finalmente \'ia libera dopo averlo tenuto al guinzaglio per un po'. Hanno dato da costruire a lui e al suo degno socio Castellano, la più bella montatura processuale che un giudice fascista possa desiderare: l'istruttoria per radio GAP, il circolo 22 ottobre, il ratto Gadolla. A questo grosso processo i iue lavorano alacremente da un anno, ma indubbiamente con maggior vigore ènpo l'assassinio di Feltrirelli. Geno\'a, infatti, è con ::VIilanoal centro delle indag;ni e delle pro,·ocazioni po- ' iziesche. De Peppo ha mandato a Genova il suo fido Colato, e pare che questo tizio sia stato il più bravo di tutti, tanto da ricevere i complimenti del suo capo. Noi non sappiamo bene perché. Sappiamo solo che è stato vicepresidente del FUAN, che ha fatto mandat di perquisizione a non finire, e che non ha trovato un bel niente. Colato ha girato per mezza Liguria scoprendo ponti e tralicci in base a delle croci sulla cartina geografica 1 :200.000. E non c'è da stupirsi, visto che su una cartina così una croce equivale a parecchi chilometri quadrati. Sentendosi f i n a 1 m e n - te considerato come merita dai padroni, Sassi ha rispolverato per questa occasione una lista che tiene pronta e allunga da almeno un anno, dove, secondo lui, ci sono tutti i sovversivi di Genova da arrestare, tutti i complici di radio GAP, di Mario Rossi, tutti amici di Feltrinelli, tutti uniti in un diabolico piano fatto di dinamite e tralicci. I nomi sono più di 200. :"<oi sappiamo che quello dei nomi non è un probler.1a, ne avrà anche di più, può prendere anche l'elenco del telefono. Sappiamo che leggi, provP ecc., non contano niente, e siamo i primi a sapere che contano solo i rapporti di forza. Saremo più forti noi. ULTIM'ORA: Un altro boccone succulento per il giudice Sassi. Proviene dagli ambienti ecclesiastici. Un prete ha confidato al suo superiore che un giovane, sotto segreto confessionale, gli ha consegnato 120 candelotti di dinamite, detonatori e miccia,

8 APRILE1972 ;-;a ROMA - Occupatele casedelbastardoGianni 7 aprile La lotta delle famiglie proletarie del borghetto Prenestino e di altri borghetti romani, non si è fermata. Ieri sera, dopo la manifestazione degli occupanti al Campidoglio, una delegazione è stata ricevuta dall'assessore ai lavori pubblici, Crescenzi. Ha tentato di dividere le famiglie dicendo che le •poche• case vuote di Roma (secondo lui le case vuote sono 640! le altre 37.360 sono solo sfitte) devono essere assegnate solo ai baraccati. Gli appartamenti, poi, vanno assegnati secondo la •prassi normale•. Cioè vanno distribuite ai ruffiani e galoppini elettorali. A questo «NO• i compagni del Comitato Autonomo hanno risposto con una nuova occupazione: ieri sera alle 11, 73 famiglie sono andate a prendersi le case di un noto bastardo, certo Gianni, che ha in mano il monopolio di molti terreni di Roma Sud, e che ha costruito queste case per venderle al Comune. Ma il Comune si è rifiutato di comprarle e gli appartamenti sono bloccati da più di tre mesi. Oggi i capifamiglia si sono riuniti in assemblea. per discutere come continuare la lotta, decisi a non arrendersi. TORINO -Voriaarresta5 proletari 6 aprile 5 compagni, quelli che da due mesi lottano per avere una casa decente, sono in galera: 4 donne e un operaio FIAT. In galera è anche una bambina di due anni, figlia di una occupante arrestata. E' successo giovedì mattina a Casellette, comune vicino a Torino: il sindaco, Angelo Mastrassino, ha detto di no, che lui l'alloggio promesso in una riunione con tutti i sindaci della cintura di Torino, non lo voleva più dare. E allora 60 compagni, in maggioranza donne, sono andati in municipio per prenderselo quell'alloggio. L'assemblea aveva deciso: alle false promesse bisogna rispondere con la forza. E così è stato: appena in municipio, qualche cartaccia e qualche carabiniere sono volati via. Poi, invece del sindaco, è arrivato il solito sbirro Voria, che ha scatenato una gigantesca caccia all'uomo con blocchi stradali e pantere a sirene spiegate per tutto il paese. Tutti gli arrestati sono stati presi mentre erano seduti in macchina e stavano andando via. Nel pomeriggio gli occupanti decidono in assemblea che a trattare ci vogliono andare tutti assieme: con la delegazione si ottiene poco o niente. Ci sono stati troppi rinvii. I 13 afloggi già assegnati sono una miseria: alcuni sono senza riscaldamento, con il cesso fuori. Tutti sono troppo piccoli. E intanto piovono le denunce. Finita l'assemblea si va tutti al municipio di Torino a parlare con la commissione che dovrebbe dare le case. Le donne dicono: « è ora di farla finita, basta con le promesse ». Dopo tre ore, spalleggiati da un nugolo di vigili, sono venuti fuori Notaristefano della DC e Ouagliotti del PCI. Le case? « Certo io vi capisco, tutti abbiamo bisogno di una casa ». Gli arrestati di Casellette? « Non è un problema mio », ha detto Notaristefano. Ouagliotti cercava di rimandare, diceva di avere fiducia nella commissione, che forse tra una settimana si sarebbe presa una decisione e così via. Alla fine hanno detto di no, che in assemblea a dare una risposta definitiva davanti a tutti gli occupanti non ci sarebbero venuti. Quando hanno visto il marito di una delle donne arrestate, hanno avuto paura e se ne sono- andati. Napoli - Boss e autorità messi alle strette dalla rabbia dei proletari Mercoledì pescatori e proletari di S. Lucia hanno fatto le barricate perché le autorità cercavano solo per finta i corpi dei tre contrabbandieri uccisi domenica. Il contrabbando è un ,lavoro come un altro in cui ci sono padroni e sfruttati. I padroni se ne stanno al sicuro, coltivano le amicizie con il potere costituito, e soprattutto incassano i milioni. Gli sfrutta.ti sono in genere disoccupati che per "la giornata" corrono i rischi maggiori. E' su di loro che spara la finanza, sono loro che vanno a loro rischio e pericolo sulle navi americane, sono loro che finiscono come Nunzio Pi,polo, Achille Diodato, Alberto Bravaccino nel giorno di Pasqua. E sono i bambini e le donne ohe vendono le sigarette a tre pacchetti 1.000 lire quelli che i poliziotti di Zampare~li perseguitano ogni giorno. La vita di un contrabbandiere vale poco per i padrnni, specialmente quando l'assassino è un marine americano, uno di quegli assassini di professione che il governo americano manda nel Vietnam. Il nostro governo che è molto amico di quello americano, garantisce che anche in Italia possono avere licenza di uccìdere. Il ministro della giustizia, può decidere con atto insindacabile, di rimandare l'assassino al suo paese, dove senz'altro se •la caverà bene, come il tenente Calley. Se i corpi non vengono ritrovati, per la legge americana, non può essere accusato. Il caporale lo sapeva, tanto è vero ohe invece di presentarsi ad un posto di polizia per denunciare la "scomparsa" si è rifugiato in una caserma, quella di S. Giorgio a Cremano. Tra militari, ha pensato, una mano lava l'altra. E infatti, nonostante fosse stato trovato con un arma da guerra illegale, è stato subito rispedito a bordo. Se non ci fosse stato un altro contrabbandiere che è andato a farsi sentire in questura, sarebbe già in alto mare. La gente di S. Lucia si è ribellata e non si è lasciata ingannare. Cosicché già ieri mattina alcune grosse paranze private hanno dato sotto nelle ricerche. Evidentemente gli stessi boss del contrabbando hanno avuto paura che i proletari li riconoscessero come nemici, che vendono la loro pelle per pochi soldi. Poi anche le autorità si sono mosse e pian piano aumentano i mezzi, anche perché in questa maniera possono bloccare le ricerche da parte di centinaia di piccole barche, che a loro rischio (cosi gli è stato risposto in questura quando avevano chiesto di collaborare alle ricerche) perlustravano il golfo. La flotta americana è prontamente partita. A Pozzuoli un mese fa il sindaco ha consegnato una medaglia al comandante americano "per l'alto grado di integrazione raggiunto con la popolazione". Per poco non è scoppiata una rivolta. Siracusat:antiattentatpi ertantivoti La sera del 5 aprile, in un quartiere popolare di Siracusa un candelotto ha distrutto due macchine, un camioncino e una 850 e provocato danni agli edifici vicini. Questa è l'ultima di una lunga serie di attentati e provocazioni nella provincia di Siracusa. Dopo le bombe messe a/l'ufficio di collocamento e alla Camera del lavoro di Siracusa, alcuni giorni dopo l'occupazione violenta del Municipio da parte dei disoccupati, ci sono stati molti altri attentati. Nella notte tra il 27 e il 28 marzo, un candelotto devastava il locale della casa concessionaria di automobili Peugeot. La notte di Pasqua. nel paese di Giarratana venivano colpite le abitazioni del sindaco e dell'ing. Stella. Nella notte tra il 3 e il 4 aprile, una bottiglia Molotov danneggiava la vernice del portone della chiesa di Srracusa. Evidentemente i fascisti hanno deciso di fare così la loro campagna elettorale, per dimostrare agli agrari, agli industriali. ai loro amici greci, che non sono da meno dei camerati del nord. Ma i proletari del sud non sono da meno di nessuno. A Siracusa è in programma una manifestazione antifascista per domenica contro la provocazione fatta il 30 marzo dagli squadristi: quel giorno verso le 23,30 avevano attraversato la città gridando • viva il duce". Qualche ora dopo una macchina tirava con una fune di acciaio il cippo eretto nella villa comunale in onore ai partigiani. Il cippo è caduto spezzandosi in tre parti mentre /'automobile si allontanava. I fascisti hanno paura dei proletari e dei partigiani di Comiso, che già in passato hanno dimostrato tutto il loro disprezzo per i servi dei padroni di qualunque colore. Durante la passata campaqna elettorale l'onorevole Colombo fu accolto a urli e col pugno chiuso da un folto gruppo di compagni. Contro di loro è stato aperto un procedimento penale per manifestazione sediziosa. Ci sono anche Biagio e Renzo, due proletari di 11 anni. PORDENONGElioperai deUe industrieZanusssiono pronti alla lo ta dura Mercoledì 5 gli operai clei reparti cucine della Rex di Porcia alle 11 si sono fermati tutti e sono andati in direzione da Giampietro. Tutti e 700! Giampietro scandalizzato h8 cominciato a dire che non è il modo di fare, che ci sono i rappresentanti sindacali. Ma gli operai subito gli h a n n o risposto che i trasferimenti di cui correva voce riguardavano tutti e non solo i rappresentanti sindacali e perciò sono venuti tutti a sentire che cosa aveva da dire in merito la direzione. Il capo reparto, Bravisani, che non s'era fatto vivo per tutta la mattina davanti a questa prova di forza degli operai è saltato fuori in un baleno. Gli operai se lo sono portato in assemblea e gli hanno fatto dire che cosa è questa storia dei trasferimenti. Bravisani ha cercato di menare il can per l'aia, ma non ci è riuscito: gli operai sanno cosa vuole dire trasferimenti per il padrone. E' il ricatto che ha usato finora per spaventare gli operai, per costringerli ali' autolicenziamento, per ridurre gli operai di Porcia avanguardie de I gruppo Rex, da 9000 a poco più di 7000 dipendenti negli ultimi due anni. Il pretesto è il mancato accordo con la AEG, la verità è che non vogliono più produrre le cucine R30, R32 qui a Porcia, vogliono farle fare a Forlì dove ci sono state meno lotte. Alla fine della assemblea Bravisani GENOVA ha detto che darà 40, 50 nomina tivi all'esecutivo sindacale, a cui toccherà chiedere se vogliono essere trasferiti o no ! La parola d'ordine è: NO AI TRASFERIMENTI, NO ALLA RISTRUTTURAZIONE, FACCIAMO PAGARE LA CRISI AL PADRONE! Anche quegli operai che vorrebbero il trasferimento perché il posto è nocivo, hanno capito che il problema è lottare contro la nocività e non farsi trasferire: Grande, ogni posto è nocivo! Nel frattempo dal 21 febbraio tutte le linee lavatrici ( 2000 operai circa) continuano il salto dei pezzi al 10 per cento, tanto per ricordare al padrone che la classe operaia è ancora in piedi, anzi vuole camminare sempre più avanti. Oltre ai trasferimenti, c'è la repressione: 21 operai di Comina sono stati denunciati per « sequestro di persona e tentativo di violenza privata». Avevano tenuto chiusi in ufficio per un po' l'ing. Frezza e tre scagnozzi, colpevoli di aver preso provvedimenti disciplinari contro l'operaio Pizzinato. Altre denunce sono arrivate a Porcia sempre per lotte della primavera scorsa. L'intenzione del padrone è di falciare le avanguardie per spaventare tutta la classe operaia in vista delle lotte d'autunno. L'intenz10ne degli operai è di generalizzare la lotta a tutti i reparti, a tutte le fabbriche Zanussi, e di renderla più dura. Alle lavatrici si parla di passare al 20 per cento dei pezzi in meno. Il sindacato fa quel che può. Prima ha fatto smettere la lotta di Comina; ora cerca di trasformare la lotdel salto dei pezzi in scioperetti di mezz'ora, un'ora ogni tanto. Giovedì, questo gioco non è riuscito nemmeno nel consiglio di fabbrica dove la buona parte degli operai ha. sostenuto la lotta delle lavatrici, e proposto di generalizzarla a tutte le fabbriche. FRANCIA Così gli operai fanno la trattativa Saint Brieuc, Bretagna, 7 aprile - L'-autonomia operaia, contro tutti i tradimenti riformisti è esplosa in questo piccolo centro della Bre~o-na, dove da tre settimane i mille operai metallurgici della fabbrica Le Joint Français sono in lotta per un aumento di 0,70 franchi del salario orario. La direzione ha opposto la ridicola proposta di 0,19 franchi d'aumento. LaconsolessdaelPerù Lo sciopero, culminato nell'occupazione dello stabilimento ( intervento dei o-endarmi e scontri durissi- ~i), era stato portato per le lunghe dai sindacati che l'altra notte, decidevano di rinviare le trattative con i tre direttori della fabbrica. Ma gli operai si sono rotti le scatole, si sono sostituiti ai contrattatori sindacali andati a letto, e hanno imposto ai direttori di andare avanti a panini e caffè fino al raggiungimento dell'accordo. GENOVA - 4 peruviani, Venceslao Aranda Mieto, Julio Cesar Pizzino, Jaime Ramon Aguilar Alvarez, Nestor Jsmael Cruz Chamorro sono stati condannati a 2 anni e 9 mesi di galera per aver tentato di violentare, il 14 febbraio, la consolessa del Perù a Genova, Edda Marino Rejna. Secondo la cronaca il « commando » sarebbe entrato con la forza nel Consolato verso le 13 del 14 febbraio, avrebbe aggredito gli uomini del Consolato, strappato i fili del telefono e tentato di violentare la consolessa gridando « partorirai un figlio meticcio ». Nei pochi minuti che hanno preceduto l'arrivo della polizia la nostra consolessa avrebbe aperto la finestra, urlato e richiamato l'attenzione lottando con le unghie e coi denti, e infine telefonato al 113 coi fili del telefono strappati. Come se questo non bastasse, poco tempo dopo spariscono trenta milioni dalla cassaforte del Consolato che è anche residenza della consolessa e del suo abitua I e accompagnatore, certo Glauco Landolina, boss della malavita genovese, uomo di « fiducia » del Consolato. La polizia scientifica :-ion riesce a spiegarsi come il furto sia potuto avvenire senza tracce di scasso e senza impronte, noi un'idea ce l'avremmo: con la chiave. La sconsolata consolessa viene sostituita e si cerca di chiudere tutto col minor rumore possibile, cercando di addossare la responsabilità a qualche altro « commando». Ma 4 compagni sono in galera, 4 compagni che erano andati a protestare contro le condizioni di sfrutta-· mento in cui i latino-americani vivono in Italia (2 degli arrestati ricevevano l'uno come autista, l'altro come telefonista 35 mila lire al mese), e contro il modo in cui la consolessa trattava i peruviani. Sono stati accolti al grido « sporchi comunisti vi voglio vedere morti come cani » da questo colonnello in gonnella che si è sempre vergognata della sua origine meticcia e che ama i locali notturni e il lusso, tanto che attinge alle casse del Consolato per mantenere i suoi piccoli vizi. I 4 peruviani hanno subito un processo farsa per direttissima dove non sono stati sentiti i testi a discarico e dove, nonostante che gli accusatori siano caduti in gravi contraddizioni, sono stati condannati « in modo esemplare » a 2 anni e 9 mesi. Alcune ore più tardi arrivavano allora i militi delle famigerate CRS che, parlando di sequestro, rapimento e altre idiozie, pretendevano di "liberare" i direttori. Questi, tuttavia, si dichiaravano disposti a continuare le trabtative, purché .fossero trasferite alla Prefettura, cioè nel sicuro rifugio padronale e statale, dove gli intel'locutori sarebbero stati naturalmente di nuovo i più fidati e manovrabili esponenti sindacali. Gli operai, che esigevano di mantenere il controllo sui negoziati, hanno dato vita a una forte manifestazione. Ci sono stati scontri e un dirigente riformista è rimasto ferito. Pavia Mille baschi nen Nencioni per il fascsi ta Pavia, 6 aprile - Il fascista Nencioni, difensore delì'assassino Pino Rauti, a Pavia è riuscito a parlare solo perché protetto da più di mille baschi neri, mentre i proletari e i compagni di Lotta Continua in piazza cantavano "Bandiera rossa~. Lotta Continua aveva indetto un'assemblea, a cui hanno partecipato 200 compagni, studenti, operai della Necchi, giovani dei quartieri. L'assemblea si è tenuta con la piazza completamente circondata dalla polizia. I compagni hanno rinunciato al corteo e sono andati in piazza alla spicciolata. Di fronte alla rabbia antifascista dei proletari pavesi, la polizia ha sgomberato la piazza e caricato tutti. Sei compagni sono stati arrestati: due sono militanti di Lotta Continua: Ubaldo Nicola e Claudio Lodola. di 22 an.7i. Gli altri: Enrico Lampugnani, di 17 anni, Luigi Brocchetta, di 20, Luciano Manto. van, di 20, Claudio Zanaboni di 21, sono compagni proletari dei quartieri. Questa volta Nencioni è riuscito a parlare; la prossima Almirante non parlerà. Nei giorni scorsi i compagni avevano organizzato il coprifuoco in tutta Pavia, impedendo ai fascisti di attaccare ~ manifesti e dar volantini. Il missino Zanotti, uno degli oratori fascisti insieme a Nencioni, ha avuto un incidente notturno da cui è uscito malconcio. Alcune molotov sono esplose alla sede del MSI e alla CISNAL. Nei prossimi giorni la mobilitazione continuerà per liberare i compagni ar'. restati, per processare in piazza la DC, che sabato vuole presentare i suoi candidati e le loro benemerenze nei confronti dei padroni. Supplemento quotidiano a •lotta Continua• Reglstraz del Tribunale di Torino n 2042 del 15-11-69• Dir Resp: Giampiero Mughlnl flpo lito DAPCO · Vii Oartdolo, 8 . ROMA N. 30 Alla Pirelli lotta sempre più forte MILANO, 7 aprile Un nuovo episodio avv~- nuto questa mattina mostra la forza e la compatt2z7.1 delle operaie dei cerchietti che da tre settimane conjucono una lotta durissima. Questa notte la direzione aveva fatto entrare di soppiatto alcuni operai nel loro reparto, che si erano messi a produrre i cerchietti, pezzi indispensabili per la produzione dei pneumatici. Stamattina, appena le operaie se ne sono accorte sono montate su tutte le furie: alcune non hanno lavorato per niente, altre pochissimo; in media il loro reparto ha fatto solo 100 punti di produzione < su 450). Alla Pirelli Segnanino c-'è stata l'assemblea di tutti gli operai del reparto 9118 che a maggioranza hanno votato di proseguire la diminuzione dei punti a quota 250, mentre il resto della fabbrica ha già ripreso la produzione normale. TORINO I controlli rapidi e mobili del questore Il questore di Torino, Massagrande, le studia tutte per mantenere l'ordine in città. Questa e l'ultima trovata: la città è stata suddivisa in 30 settori che saranno pattugliati continuamente da 30 radiomobili; in a I c u n e zone, definite « punti nevralgici», gireranno 12 motociclisti destinati a diventare 24 entro aprile, radiocollegati con la centrale per segnalare tutto quello che succede e intervenire subito. « Occorrono controlli rapidi e molto mobili» ha detto il questore « il poliziotto di quartiere in pratica non serve a niente e non si adatta alla mentalità italiana». La « Stampa » ovviamente applaude e si compiace. COSENZA Denuncia ai dirigenti ignoti di Lotta Continua Cosenza. 5 aprile - "Sabato 25 marzo, mentre passeggiavano tre giovani proletari sono stati arrestati e accompagnati in questura solo perché, secondo i poliziotti, stavano guardando in modo sospetto un furgone aperto che era lì vicino. In questura sono stati picchiati perché non volevano ammettere di aver aperto il furgone. Poco dopo sono stati rilasciati perché non avevano fatto niente ( tranne se è reato per i giovani proletari passeggiare)". Per aver scritto queste cose in un volantino, la questura di Cosenza ha denunciato "i dirigenti del grup. po extraparlamentare Lotta Continua' per diffamazione aggravata a mezzo stampa. Il capo della squadra mobile dottor Ioele si è perfino scomodato a fare una conferenza stampa per spiegare come i tre giovani ( di an. ni 16 e 17) erano davvero pericolosi delinquenti, più volte denunciati per reati contro il patrimonio. Delinquenti loro, e delinquenti gli ignoti "dirigenti di Lotta Continua", che con la procedura inaugurata dai poliziotti milanesi vengono denunciati per il contenuto di un volantino. che non deve essere piaciuto al dottor loele, perché terminava con le parole "fascisti e polizia fuori dai nostri quartieri e dalle nostre lotte'.

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