Processo Valpreda - n. 28 - 6 aprile 1972

L. 30 MILANO·- I sequestri del procuratoreAlma L'anonima sequestri ha un nome: Gino Alma, sostituto procuratore. Francesco Mauri, che non è di Lotta Continua e Mario Domenico Napoleone, fino ad oggi per noi sconosciuto, sono i due nuovi sequestrati dalla polizia milanese che hanno varcato le soglie di San Vittore. Questi arresti fanno parte degli undici mandati di cattura, di cui quattro eseguiti emessi contro Lotta Continua. Che si tratti di un sequestro vero e proprio è facilmente documentabile. Nei giorni 6 e 7 febbraio, periodo in cui si svolse il Convegno milanese di Lotta Continua, in cui venne eletto il nuovo esecutivo, il Mauri si trovava a Reggio Emilia in licenza. La cosa è documentata dal fatto che la macchina dell'imputato subi un guasto e venne portata in officina; numerosi testimoni suffragano questa circostanza. Il procuratore Gino Alma sostiene che il Mauri possa benissimo essere venuto a Milano mentre la macchina era in officina, ed essere ritornato in giornata a Reggio Emilia. La storia dei viaggi repentini si ripete: era stata già usata per incastrare Valpreda. Il giorno 6 Marzo venne emesso un comunicato dell'esecutivo milanese di Lotta G,ootinua sul caso Macchiarini: ebbene Il Mauri n·on solo non era a Milano ma si trovava addirittura al C A R . Alma questo lo sa ma dice che potrebbe aver telefonato il suo consenso alle decisioni dell'esecutivo. Come tutti sanno i telefoni non sono mai sotto il controllo della polizia e quindi la cosa non è documentabile; ma la fantasia di Gino Alma non si arresta qui. A proposito di Mario Domenico Napoleone rasenta l'inverosimile. Il Napoleone poi è un cuoco che lavora alle dipendenze del marchese Arese. All'arresto del suo dipendente il marchese ha pensato di offrirgli il suo legale che si è recato immediatamente dal suddetto Alma. Alla protestata innocenza del Napoleone il legale si è sentito contrapporre la versione del procuratore: il Napoleone sarebbe un individuo dalla doppia personalità. Al mattino si recherebbe malvestito alla Sit-Siemens a far lavoro politico ,al pomeriggio vestendo panni più civili, una giacchetta bianca e un paio di pantaloni ben stirati, servirebbe su vassoi d'argento il pranzo all'odiato marchese. Ma da chi ha avuto queste notizie il procuratore Gino Alma? Le ha attinte da un rapporto fornito dalla benemerita Arma dei carabinieri. Il rapporto, basato esclusivamente sulle «rivelazioni» di alcuni confidenti, sostiene che tale Mauri in data 6 febbraio propose al convegno di Lotta Continua i nomi del nuovo esecutivo. Il Mauri non ha mai partecipato ad alcun convegno di Lotta Continua. E' da almeno 20 anni, se si esclude il caso Tolin, che non si mette in galera qualcuno per «reati di opinione•, non solo, ma mai qualcuno è finito dentro per un rapporto basato esclusivamente su confidenze, che non hanno mai costituito prove a carico. Da ultimo è da considerare il fatto che nessuno degli arrestati appartiene all'esecutivo milanese di Lotta Continua. Nonostante l'evidenza dei fatti, nonostante le prove documentate addotte dai compagni in galera, il sostituto procuratore Gino Alma, che da 13 anni tiene bloccato un procedimento a carico del fratello del defunto democristiano De Gasperi, ha fatto sequestrare sei persone. Dire che han fatto bene a sequestrare Macchiarini è forse «apologia di reato», ma tenere in gaiera senza prove degli innocenti è sequestro vero e proprio. AH'Alfa: processo a un provocatore . operaio fascista Ieri sera un fascista è stato sottoposto a processo popolare da un migliaio di operai all'interno dell'Alfa di Arese. Sabato il fascista Salvatore Cerauto noto esponente del Fronte Nazionale della Gioventù, operaio dell'assemblaggio GT, insieme ad un altro fascista, approfittando di 4 ore di straordinario aveva strappato tutti i manifesti di Lotta Continua, del PCI e del sindacato che erano affissi nei reparti, sostituendoli con manifesti fascisti e col giornale "Candido". Ieri quando gli operai si sono accorti della provocazione hanno immediatamente strappato i manifesti fascisti e poi avendolo identificato sono andati a prendere in un migliaio Salvatore Cerauto e Io hanno processato, e gli hanno bruciato di fronte i suoi manifesti. Questa mattina i compagni dell'assemblea autonoma operaia hanno affisso un cartello in cui commentano l'episodio e affermano: ..Compagni. questa è i.:na giusta risposta proletaria a chi spera di poter fare di questa campagna elettorale una campagna di repressione anti-operaia. Spazziamo via i fascisti, ripuliamo la fabbrica dal marciume fascista". 6 i1PRlE1972 REG.GIOCALABRIA la corsaelettorale e la coscienzadeglisfruttati Sono passati meno di due anni dall'inizio della rivolta di Reggio e da una parte come dall'altra - clerico-riformisti come fascisti - non sanno dire altro che: " Votate per me! • Dice e minaccia: • Votate per me • Ciccio Franco, il quale ha ottenuto di essere incluso nella lista del MSI nientedimeno che per il senato - i notabili fascisti non lo volevano - col ricatto della presentazione di una propria lista autonoma. la • Boia chi molla •. E' arrivato persino a depositarne il contrassegno, aflera i notabili gli hanno ceduto ;+ post" più ambito in lista: la carica • rivoluzionaria• del cicciofranchismo il suo discorso di • opposizione al sistema•, condotta con grotteschi slogans del tipo: • Le mie mani sono sempre più pulite. i! mio sguardo è sempre più limpido•. si è svelato per quello che era: una corsa al potere personale, tenuto come è ovvio, nei limiti dell'asservimento ai detentori del potere economico: agrari. speculatori edilizi. etc. I quali c'erano tutti alle nozze dell'ex-tribuno del popolo Ciccio Franco. il giorno di Pasqua: Domenico Mauro, l'industriale del caffè; Rocco Zoccali. ex-monarchico. quindi DC, oggi missino, ma sempre sulle barricate della speculazione edilizia; Felice Geonese Zerbi, marchese e leader del Fronte Nazionale di Valerio Borghese. .. Non manc_avanaturalmente il notabile reggino che p,u degl, altri ha fatto carriera nel MSI, arrivando alla direzione del • Secolo d'Italia •: quel Nino Tripodi, avvocato_ed_espo_nente della migliore borghesia cittadina. che p,u d, tutti aveva avversato la candidatura di Ciccio Franco nella sua lista e nel suo collegio elettorole: Nino Tnpod, faceva il testimone alle nozze. Inglobato cosi il fascista barricadero nelle strutture della classe dominante locale, la borghesia reggina che fi_nora : si era tenuta • dal votare MSI per quest1on1 d, snobismo - ma chi è questo Ciccio Franco? Che faceva suo nonno? 'E' un piedlperrerra - può sfogare liberamente il suo istinto retrogrado. La rivolta di Reggio, strumentalizzata dai fascisti. ha infatti fornito dalla borghesia indigena, l'alibi che cercava da tempo per votare MSI. Votava sempre DC, ma la DC per quel minimo di apertura a sinistra, cui diceva di essere disponibile, non li soddisfaceva più: oggi hanno una buona ragione patriottica, Reggio capoluogo, per passare al MSI, armi e bagagli. E ci passano. A contrastare - o meglio, a tentare di contrastare - il travaso dei voti DC nel MSI, si propone, anche lui come senatore. l'ex-sindaco Piero Battaglia, l'uomo del • rapporto alla città •- Aveva dichiarato più di una volta che si sarebbe allontanato dalla vita politica, se Reggio non fosse diventata capoluogo della Calabria. Allora? • Allora • questa è la sua risposta • la mia candidatura nella lista democristiana, è l'unico possibile tentativo per evitare che Reggio, eleggendo Ciccio Franco. sia targata definitivamente nell'opinione pubhJl~~ n:::zior~~e c0me Lma città fascista .. Anche Amedeo Matacena persegue questo nobile obiettivo, presentandosi candidato nella lista del PLI. Espulso, sebbene a malincuore. anche da La Malfa, i missini sostengono che si sia offerto al MSI, portando anche una dote, 50 milioni. purché lo candidassero senatore: il che era ovviamente impossibile dato il ricatto di Ciccio Franco e dei cicciofranchisti: per cui Amedeo Matacena si è arruolato con il partito liberale. occupando il posto lasciato dal liberale di maggiore prestigio a Reggio Calabria. Tonino Patria, spostatosi finalmente [anche per lui come per il democristiano Mùrdaca ha funzionato l'alibi patriottico) al MSI. E' chiaro dunque anche a Reggio Calabria almeno un fatto: la campagna elettorale del 7 maggio condotta con il metodo di cui sopra si è detto e con tali uomini, determinerà i comitati reggini ad intensificare la lotta per la epurazione: sia pure per un lungo momento. a causa del falso obbiettivo proposto, di Reggio capoluogo, le speranze della Reggio proletaria hanno potuto identificarsi con i disegni dei padroni: qualche migliaio di giovani reggini dei rioni di Sbarre, di S. Caterina principalmente, sono stati sulle barricate: loro sì, i padroni no: 37 proletari sono ancora in galera, mentre Ciccio Franco e Amedeo Matacena, egualmente incriminati, hanno ottenuto una pronta libertà provvisoria e vociano sulle piazze votate per me. I morti di Reggio infine sono tutti proletari: un ferroviere, un autista degli autobus, un barista. Se dunque per un lungo momento i padroni di Reggio avevano potuto strumentalizzare la speranza e i bisogni dei ceti popolari, - disoccupati ,emigranti stagionali, studenti senza prospettive. maestri inutilizzati, contadini inurbati; donne private anche del diritto di allevare i figli in una vera casa - se ciò era potuto accadere anche a causa del comportamento mafioso del partito socialista e vile del partito comunista, è sempre meno probabile che la confusione si prolunghi. Se già in agosto un personaggio come Matacena veniva prontamente individuato [una ventenne di Sbarre: • Matacena dall'alto dei suoi miliardi se ne deve stare zitto •l, come le signore del comitato femminile per il capoluogo [ •quando le ho viste mettersi il velo della messa in testa per dire il rosario invece di andare a liberare i nostri carcerati ho capito e ho detto ciao•). più difficile era allora identificare il nemico in un certo fascismo •rivoluzionario• che si inseriva a Regg'o finc all'interno delle occupazione delle case: circa 600 famiglie che avevano occupato nel settembre 1970 e aprile 1971 le case popolari vuote del CEP e della Gescal. Specialmente al CEP la lotta per le case era stata egemonizzata dal braccio destro di Ciccio Franco, Gigetto Morace. Oggi le esigenze della campegna elettorale hanno smascherato, hanno messo a nudo la faccia autentica - cioè padronale - del fa. scisma • rivoluzionario • di Reggio. Come era prevedibile il discorso portato avanti dal MSI soecialmente nel Mezzogiorno non avrebbe tenuto a lu~go: non è possibile unire i voti degli agrari siciliani. calabresi. pugliesi, e più in generale della classe media benpensante e benestante, e i voti dei proletari. La campagna elettorale ha accelerato l'esplodere del conflitto: a Reggio Calabria le squadracce fasciste hanno aggredito 5000 braccianti in corteo per il corso Garibaldi. così come hanno sempre contrastato con i manganelli gli scioperi delle gelsominaie e delle raccoglitrici di olive nella provincia di Reggio. Ma è stato nel comitato per la occupazione delle case al CEP che si è prodotta la più vitale lacerazione. Ne riferiamo qui attraverso la testimonianza di una proletaria occupante: • La questione è di quando si faranno questi contratti di affitto se ce li vogliono fare oppure no. Mio marito aveva fatto un discorso sulla sanità, sulle scuole che al CEP non abbiamo niente. aveva parlato anche un altro compagno della disoccupazione che aumenta: i capifamiglia non trovano un posto di lavoro per quanto buttino sangue, del carovita che noi non possiamo comprare più niente al mercato e tutti applaudivano. E allora è spuntato un Ciccio Franco e un Gigetto Morace, se lo sono presi in braccio, gridavano viva Ciccio; mio marito e noi che non siamo mai stati fascisti, questo non lo abbiamo potuto vedere e un fascistone traditore come Ciccio Franco il quale aveva sempre detto che non si presentava alle elezioni ora veniva a cercare voti a noi. • Abbiamo cominciato a tirare pugni, sedie, tutto quello che ci capitava nelle mani. lo avevo la bambina in braccio, l'ho_ passata a un'altra e ho detto portatemela a casa vo, ?he 10 devo stare qua e gli ho gridato sulla facc,a a C1cc10 Franco, gli ho detto io non ho a_v~to paura della polizia per Reggio capoluogo. La pol121am, ha ammazzato il padre per Reggio capoluogo, hanno basto~ato tanto q_uelpovero vecchio che quindici g1orn, dopo e morto ali ospedale. lo al celerino che mi ha_messo la bocca della pistola in mezzo al petto gl' gridavo spara cornuto, spara se hai il coraggio. E ora ,e dovevo avere paura di un Ciccio Franco che prima diceva che era come noi. come il popolo e invece vuole ' nostn vot,_~er farsi una poltrona di senatore? Uguale a tutti gh altri _e.E quel cornuto di Morace che gridava: se non v, ,scrivete al sindacato tricolore che sarebbo la CISNAL, il ·contratto della casa non I~ avrete mai tJla 10 la ca_sadai_ fascisti non la voglio. Dopo hann~ detto che mio manto nella notte ha sparato sette colpi d, p,s!ola dentro la macchina di Gigetta Morace: ma perche non c, hanno denunciati se questo è vero? Ness_unadenuncia c1 hanno fatto. Mio marito la pistola non I ha ma,. avuta. ma G_1gettoMorace si è fatto strappare i volantini per. calunniarci. E prima era tutto zucchero m,e_lecon noi. Ma mio marito è stato sempre comunist! ed ,o pure. Ora che si devono fare le elezioni ci fanno la guerra._ Avevamo organizzato, noi del CEP, un do oscuole. C1 hanno fatto chiudere, ci levavano la luce.Pci rufiavano l_esed,e. scatenavano topi, scarafaggi in mezzo a, bamb1111.Tutto ci fanno: ingiurie, minacce di morte, ma il voto non glielo daremo mai. Fascisti e polizia sono tutti una razza •. anco

6 APRILE 1972 .._ ROMA Una delle manifestazioni per la casa al Campidoglio. MILANO - Rioccupatel case arrestatouncompagnoperaio Questa mattina le 108 famiglie proletarie che da dieci giorni sono in lotta per la casa. hanno nuovamente occupato lo stabile dell'IACP a Gratosoglio, in via Messaglia, e sono state sgomberate dopo poche ore dalla polizia. Si tratta della stessa casa che avevano già occupato il 24 marzo, e che fa parte di un enorme complesso di edifici dell'IACP a riscatto: apparta• menti lussuosi, per i quali occorre pagare 20 milioni per entrarci, e poi per 25 anni circa 90 mila lire al mese. Gli occupanti sono arrivati alle case alle sette del mattino. Le donne e i bambini si sono istallati all'ultimo piano, mentre gli uomini barricavano le porte d'ingresso. Gli operai del cantiere che arrivavano al lavoro si fermavano a discutere con loro. e davano tutto il loro appoggio: sanno benissimo che stanno costruendo delle case per ricchi con i soldi dei proletari, e vedono molto di buon occhio la lotta delle famiglie contro questa sporca impresa. Dopo un'ora sono arrivati i poliziotti, poi i cara· binieri, che alle 11 hanno cominciato lo sgombero, dopo aver disfatto la barricata. Le donne e i bambini hanno accettato di scendere spontaneamente, ma per le scale una donna, madre di due figli, per una spinta ricevuta da un poi iziotto è scivolata e si è sentita male. Un'altra donna, Elena Livigni, accorsa in sua difesa contro i poliziotti, è stata personalmente fermata dal vicequestore Vittoria. E' intervenuto suo marito, l'operaio Agostino Melodia, che è stato anche lui caricato sul cellulare. I poliziotti hanno preteso perfino di identificare il loro figlio che ha otto anni. La donna caduta per le scale è stata ricoverata d'urgenza al Policlinico: tre giorni di prognosi. Qui un poliziotto, forse lo stesso Vittoria, ha cercato di incastrarla con un interrogatorio: voleva a tutti i costi che rivelasse i nomi degli agitatori che l'avevano istigata a occupare le case. La compagna ha rivelato che ha occupato le case perché non poteva più vivere negli scantinati e nelle baracche. Glielo ha gridato in faccia. Durante lo sgombero. i poliziotti hanno occupato tutto il quartiere, hanno fatto una retata prendendo l'operaio Nicola Costantino, lo studente Roberto Adiri, e un'altra persona. Tutti e tre sono stati portati in questura e in seguito rilasciati. L'operaio Agostino Melodia, è stato arrestato per oltraggio. Dopo i sei arrestati della Bovisa, ora in libertà provvisoria, un altro compagno proletario viene cosi incarcerato per aver deciso di lottare per una casa decente. Dopo lo sgombero tutte le 100 famiglie sono andate alla facoltà di biologia, nel centro di Milano, e si sono sistemate là, pronte a riprendere la lotta. ROMASi rafforza la lottaper la casa 200 famiglie provenienti in maggioranza dal Borghetto Prenestino, dal Tufello e da Ponte Mammolo, Cinecittà, Acquedotto Felice, S. Basilio, stufi delle promesse, hanno occupato stanotte gli stabili di via Marco Rutilio di Torrespaccata. Mentre le famiglie occupavano le case, otto proletari del Comitato Autonomo Prenestino, sono saliti sui tetti del Campidoglio, sotto il naso dei poliziotti, addormentati dentro una Giulia. I compagni sono decisi a non scendere, se prima non gli viene assegnata la casa. La direzione di questa lotta è tutta in mano ai compagni del Comitato Autonomo di lotta per la casa del Borghetto Prenestino, che nel loro programma politico, uguale a quello che stanno portando avanti i compagni che hanno occupato le case a Milano, chiedono: che tutti i proletari abbiano una casa, che dalle case popolari venga cacciato chi non ne ha bisogno, e in particolare chi le subaffitta; che a Roma il comune espropri le case private vuote (che sono oltre 38.000) le affitti ai lavoratori a basso prezzo; che vengano abbiissati tutti gli affitti delle case abitate dai lavoratori. I compagni sono decisi a non sospendere la lotta, anche se saranno cacciati dalla polizia; e stanno discutendo la possibilità di costruire un momento centrale di lotta per la casa a Roma. Infatti il Comitato Prenestino è un punto di riferimento per i proletari di altri Borghetti, dove si stanno cominciando a costruire altri comitati autonomi. D'Espinosa e le circolari fasciste ··Nelle manifestazioni, anche quando non sia possibile provare oggettivamente il grado di partecipazione ,lelle persone singole, nella commissione dei :reati constatati, sussiste ugualmente l'obbligo del rapporto e della denuncia sotto il profilo del concorso (articolo 110 capoverso) nel reato, specie nel caso in cui per gli indjzi derivanti dalle modalità di comportamento, dall'esistenza di un nesso orga.nizzativo di persone e mezzi ( segni distintivi; uso di mezzi di offesa di tipo consimile o uguale; impiego di sostanze incendiarie ed esplosive) è identificabile la volontà di 'mettere in atto la forza' o 'usare violenza contro chiunque' o di 'agire in unione' e di 'essere di aiuto ad altri' per il conseguimento di un comune scopo 11 • O testo che riportiamo sopra è stralciato c.~a w1:1 circoJare segreta emessa in data 1° marzo 1972 in Milano, protocollo 289/1972, 13.12, che ha per oggetto le --direttive sulla atti\'i.tà di polizia giudiziaria", firmata dal procuratore generale della repubblica di Milano ~ott. Bianchi d'Espinosa, ùwiat.a a tut_te le questure e at comandi di legione della Lombardia. Che il procuratore della repubblica di .\lila!'o non fosse uno stinco cli santo ce ne eravamo accorti ~a un pezzo. Come Fanfani in politica, cosi Bianchi d'~spmosa in giurisprudenza, è J'in\'entorc degli --opposti estremismi". La faina di democratico se rcra conquistata a furor di bombe, per quella inchiestucola sui fascisti.: rob;1 per i gonzi. Questa storia gl_i a, 1e_va perm~ss~~ eh _pr~ndcr1! Je distanze da altri su01 noti colleglu, µm d1ch1aratamentc fascisti, come il procuratore cli Torino Colli. o dl quelJ'altro che dirige la baracca della giustizia romana, tale Guarner,a. Ma il diavolo fa le pentole e non i coper chi e così Ja lotta di classe ha appianato le differenze esistenti all'interno della magistratura italfana. Per i proletari un Bianchi d'Espinosa vale un Colli. Nel docwncnto di cui diamo notizia si distine-uono quattro titoli: iJ primo tratta dei compiti del pcrsow1lr ùi polizia giudJziaria, il secon~~ si. rifE:ris~c aU~ :·m.anifc_ stazioni secLiziose"; iJ ter.to. da md1caz10111sugLi mc1dcnti stradali; il quarto esamina le 1nisure da prendere nei confronti dei pregiudicat.i. Ai poliziotti Bianchi d'Espinosa dà la facoltà di interrogare gli indiziati di reat~, nei casi cosiddetti :·di e1~1cr: genza" in presenza deJ _ difensore, n1en_tre nei casi d1 "estrema urgenza" non e neanche 11rev1sta Ja prcsc1H;\ del difensore. I poliziotti insom1na a-ssun1ono le funzioni che normalmente ha un giudice. JI volo cli Pinelli è l'esempio tipico cli un caso di interrogatorio di '"estrema urgenza". Quello che riportavamo in apertu.ra dell'articolo è un brano che si trova alla voce "manifestazioni seclizici'sc". Per il procuratore di :\1ilano sono manifestazioni sedi• ziose le manifestazioni di piazza e in generale tutte le forme in cui si manifesta la lotta fra le classi. che, come tutti sanno, è illegale per il nostro codice. Rller.- gendo il codice il Bianchi cl'Espinosa si è ricordato d"l reato previsto dall'articolo 110 primo capoverso, 'ii iratta del ··concorso". Fino ad oggi molti compaguj erano :iusciti a sgonfiare le montature dei poliz:iotti propr1o perché nella maggior parte dei casi i questurini non aYevano alcuna proYa dei reati contestati, ma quando si afferma che "anche quando non sia possibile provare oj?'g-ettivamente il grado di 1>artecipazione delle persone singole .. l'obbUgo ... della denuncia" si vuole semplicemente dire che chiunque J}artecipi ad una manifestazione anche :rntorizzata, che sfoci in incidenti, non ùnporta provocn'i rh clii. è passibile cti denuncia in quanto la presenza al1... nurnifestaz.ionc è di per sé w1 indice di concorso ncP.'li ,--. ·,·.-,,tuali casin.i che possono nascere. E' il solito discoso elci lupo e dell'agnello e i1 giudice Bianchi di pretesti e cli favole se ne intende. E siccome cli pretesti i llOJi ziotti ne hanno sempre bisogno, H procuratore fornisce l'alibi. Non solo. ma dà anche un av,.rcrtimcnto a quei Jriuclici, un minimo democratici. a non intralciare l'one rato della polizia. Perché la polizia comanda e gli ordini cli Rumor sono ciliari. Così nel caso dell'occupazione di edifici (che djvcnterà sempre pii1 frequente nella misura in cui i proletari la riforma della casa se la fanno da st". " n:.1anrlo l?'li operai occupano la fabbrica o gli studc11ti le scuole). in tutte queste situazioni non c'è bisot!'no •li "'""rtabellare coctici per fare denunce. o richit.'str ,,., ,. .,rt,. dri proprietari percJ1é ..J'ufficiale di polizia z-iurli 7iari2 nii.1 elevato in grado, don·à impartire l'orclinr rii n::nctrare negli ccliCci". ··La prassi cli attendere la richir sta dell'interessato - continua la circolare - o l'ordint> cl<-1 rmbOlico ministero deve reputarsi contrario alla le~ e-r qualora risulti 1>er constatazione diretta la connni" sione di reati (...) contro l'orcline pubblico. la pubbli•1 incolumità. la libertà personale''. E basta un crimin'lle rome Calabresi per vedere dappertutto w1 attentato con tro l'ordine pubblico quando è sufficiente firmare un -• ·<'l'Q innocuo in cui si dà per ammazza.lo Frllrinrlli 1"·1· finire in tribunale come pcrturùatori dcJrun.li11e pubblico. 1no 1anco Vietcong Oa una s<.•ttirnana i , iet- "'"'~ sono all'attacco su tut ti i fronti. I guerriglieri 1lrcn1ono sulle basi a1neric:•ne intorno a Saigon e sugli altipiani centrali. 11a, soprattutto. hanno lanciato una ~rande offensi\'a \'erso Sud. nei pressi della fascia smilitariz,ata che fa da conflnC' tra i du(' ViC'tna111. llan110 conquistato deC'inc di basi militari, mettenuo fuori combattimento circa 10.000 mercenari del governo fantoccio. Hanno liberato un vasto territorio, n1inaccianclo da \'icino citH1 impor. t?nti. come I' e~ capitale lluè. In più, a testimonianza dell'unità di tutto il popolo indocinese nella lotta contro l'in1pcrialis1no. le forze rivoluzionarie hanno sr•atenato importanti offen- :,ive. negli ultimi tc111pi. anche nel Lao; e soprattutto in Ca1nbogia, dov«~ la capi. tuie Pnon1-Pl'nh i· ~ottoposta ad un duro assedio. E' difficile prevedere se questa offensiva g-eneralizzata, annunciata da qualche mese, possa portare in un breve tempo al tracollo ctcfinilivo del regime fantoccio cli Saigon. Quello che è certo è che i tempi poliHci cli questo attacco sono stati scelti come sempre con grande intelligenza. Negli ultimi mesi. mentre i con1pagni vietnamiti n1a. nifestavano la loro disponibilità a trattare, gli americani au1nentavano i bornbar~ <lamenti e insistevano su una posizione cli pieno apMilano:altre sospens1om alla Pirelli Oggi, al 2° turno, è toccBto al reparto 9131 della Pirelli Segnanino, sospeso in blocco. Anche qui il pretesto è uno sciopero delle operaie delle cinghiette, che non sono da meno delle loro compagne dei cerchietti. Da settimane ormai le compagne delle cinghiette riducono la produzione a 250 punti, contro i 450 della produzione « regolare ». • vince po~gio al rc.~gin1c> cli Thieu. lino a sospender(• le C'ln, ('rsazioni ùi Parigi. Attaccare il nen1i<.:o in questo 1non1ento significa, per i compal{ni vietnamiti. molte co;e: l) mostrare la debolezza di quell'esercito fantoccio, numeroso. IJl•n armato l' foragKiato dagli aincricani. cui "\i'\on aH•,·a dato il con,pito di difrndl•n· il rc•(!"iJnt· di ~aigon. durante e dopo la partenza delle truppe LSA; :~) provocare una crisi nel l,!'O\'erno di Saigon; 3) rilanciare le trattati\'e rii pace, ma l'Ìpartcndo, questa volta, <la posizioni pii, fa\'orevoli, grazie ai successi politici e militari ottenuti con l'offensil·a; ~) metlere .._-ixon di fronte ad una grave contraddizione tra la politica. chiaramente perdente. della vietna111izzazione e il ritiro clel!e truppe, e il suo impeg-110 a difendere fino in fondo il g-o, erno fantoccio di Chi paga Alla notizia dell'uscita del quotidiano " Lotta Continua», a partire dall' 11 aprile, si è scatenata la campagna su cc chi ci paga"· Vecchia storia. Il nazista cc Tempo » - quello dell'assassino Rauti, pagato dal petroliere Monti e dai colonnelli greci - scrive nel suo editoriale: cc Oggi si annuncia ad.dirittura l'uscita di un quotidiano di Lotta Continua, la setta rivoluzionaria che ha messo il segno della sua presenza in tutti i tumulti di questi anni. Se la Costituzione servisse a qualche cosa, Lotta Continua non potrebbe esistere, perché si propone fini vietati dal Codice Penale, è segreta, ha struttura paramilitare. Invece non solo vive e prospera. ma dispone anche di organi di propaganda, e si appresta a fare uscire un quotidiano. Chi paga? ». Ma non è solo, il 1U1ZistaTempo. C'è anche il « democratzco » Paese Sera, che scrive che « la notizia dell'uscita del quotidiano ha destato una certa perplessità. perché risulta che Lotta ConThieu; una contraddi,ione t,1nto piu grave in quanto 1 ischia di pregiudicare. o quantoineno rendere a',sai più difficile, la cam11agna di ,b.on per la sua rielezione. Cosi mentre Van Thieu con1incia a confe~sare il suo fallimento, gli americani i111barazzati continuano a sosterwre che re,crcito fantoccio cc la farà. Intanto mobilitano le por• taerei e bon1bardano rabbiosamente a tutto spiano. :\1a l'iniziativa ri111ane ancora e sempre nelle mani dei co1npa~ni; i cannoni e i carri arn1ati arnericani che i fa nlocci abbandonano nella loro fuga precipitosa, finiscono nelle mani dei rivoluzionari e vengono U"iati <'()ntro i sen·i dell'imperialismo. ,\ Saigon domina il caos. e il fallimento dell'imperialismo in Asia si fa Ol{ni e-iorno più evidente e definitivo. tinua è in netta crisi e alla vigilia di una scissione. In tale situazione ancor più gravi diventano gli interrogativi sui forni.i di finanziamento del nuovo giornale ». E chissà quanti altri ne sentiremo. Si può rispondere in molti modi. Prima di tutto rovesciando la domanda, e chiedendo a questi signori chi li paga, e quanto. In secondo luogo ricordando che è un vecchio trucco quello di ricorrere a insinuazioni di questo livello per squalificare i nemici politici. Ai moi tempi, Lenin era accusato di essere pagato dai capitalisti tedeschi... Ma soprattutto a questi signori non occorre rispondere. Delle nostre cose noi rispondiamo ai proletari, e solo a loro. Pubblicheremo 'ntti i dati del nostro bilancio dopodomani - il numero di domani è dedicato al convegno che abbiamo tenuto. senza nessuna scissione. a Rimini - e tutte le informazioni sul nostro fi· nanziamento. Per i proletari. appunto. I borqhesi nuotino nel loro brodo L'autunnofrescodiPiccoliePreti « L'esperienza ha dimostrato che si sono oltrepassati in molti settori i limiti di sopportabilità e di resistenza delle aziende. Bisogna preparare un autunno fresco, ossia un nuovo e diverso autunno fondato sulla freschezza delle idee e sul senso di responsabilità». A predicare la necessità di un radicale abbassamento di temperatura della situazione sociale in Italia è questa volta l'ex ministro delle finanze Preti, che entra cosi in concorrenza con gli altri colonnelli Bernac- ~:z. quelli del monocolore DC, Andreotti e Piccoli. Di idee sull'autunno questi ne hanno, fresche e chiare: Andreotti per quanto riguarda la regolamentazione degli scioperi. E Piccoli che perfeziona e rifinisce il suo progetto che si chiama « salario minimo garantito per 1 lavoratori licenziati ». Che cosa è? Semplice. Per riaffezionare gli operai al lavoro, visto che da soli non sono disposti a farlo, il mezzo migliore è aggravare il ricatto e la paura della disoccupazione. Ma il licenziamento. dice il ministro, rischia di essere troppo spesso « traumatico »: non per gli operai licenziati, si intende, ma per il padrone che si trova contro una fabbrica intera in lotta. E allora bisogna Il boiaMitolo ancoraalla ribalta "Siamo fascisti abbiamo ~~coltellata tre operai Ignis, nnesta è la nostra politica ~---, operai" con questo cart0llo al collo il boia Mitolo i'l comoagnia del fascista della Cisnal, Del Piccolo, avevano percorso le strade rii Trento alla testa di un c~rteo di operai. Per questa azicne esemplare. per aver messo alla gogna popolare i fascisti assassini, numerosi rompagni furono incrimiPati. Oggi a quasi due anni di distanza il boia Mitolo è riconosciuto fascista e colpevole anche per i giudici barSupplemento quotidiano a ,Lotte Conllnua, R•qlstraz del Trlb41m'lle di Tnrlrm n ?(14;: del IS·lf-69 Olt Ao,p Ghm1p1111rc- />.l11gh1,,1 Tlpo-L110 OAPCO • Via Dandolo. e RV,~Ji ghesi. Lo hanno incriminato per "associazione a delinquere", per aver finanziato un gruppo di fascisti che s: addestravano al Passo Pennens, in Alto Adige. Il boia Mitolo si chiama Andrea, oltre a fare l'avvocato è consigliere regionale e segretario del MSI. Ha un passato di fascista irrepre;i. sibile. Nel 1945 rastrellava i partigiani nel Trentino collaborando attivamente con fascisti italiani e tedeschi. Il suo nome tornò alla ribalta nel luglio del 1970: la rabbia proletaria ed un corteo che i compagni di Trenro e di tutta Italia ricordano ~,·n11ll'{'come un esempio di giusti,aa proletaria. « sdrammatizzare i licenziamenti». dando il salario minimo garantito ai licenziati. cioè una specie di sussidio di disoccupazione. che li metta a tacere. La fantasia del ministro si scatena: mettiamo al ministero del lavoro un centro elettronico di controllo del- /' occupazione, chiudiamo tutte le piccole fabbriche che la lotta operaia ha costretto finora a tenere aperte. creiamo un esercito di disoccupati che metta finalmente paura alla classe operaia e la costringa a produrre. Ma purtroppo le idee chiare non sono una prerogativa del ministro Piccoli. Anche gli operai le hanno. Perciò i licenziamenti saranno una cosa sempre più drammatica per i padroni. Come è alla Pirelli, con la lotta per il pagamento delle ore di scivolamento. Come all:z Oreal di Settimo Torinese. dove uno scontro durissimo ha costretto il padrone a riassumere una parte dei licenziati e a dare per 15 mesi il salario intero agli altri. Come in decine di fabbriche piccole e grandi. dove la rappresaqlia, la minaccia. il ricatto. trovano la risposta più dura. Il ministro può mettere in soffitta il suo calcolatore. Padroni e ministri proqram- "-iiio i licenziamenti. La risnosta proletaria che diventa semvre più qenerale è· « lovoro o no vogliamo viirere - il salario non si tocca - i sospesi e i licPnZi'lt i devono essere pagati interamente». Cosi la classe operaia si />rr'pnra oi contratti. L·autunno non sarà fresco N. 28 San Benedetto è rossa, maAscolipure Nonostante l'ordine di Almirante di starsene buoni e fermi i fascisti hanno picchiato a sangue Iuned.i scorso tre compagni ad Ascoli. "Il Resto del Carlino" e "Il Messaggero" hanno ten. tato di far passare la provocazione fascista come un tafferuglio tra capelloni e giovani ascolani, ma la risposta proletaria è stata immediata. Ieri mentre i compagni dànno in piazza i volantini, i fascisti ci riprovano. Ci sono i primi scontri. Operai, disoccupati, studenti escono dai bar e al grido di "I fascisti non devono parlare, questa è la nostra campagna elettorale", li picchiano, li mettono in fuga e formano un corteo. La polizia che si presenta per individuare i compagni e intimidire la gente è costretta ad andarsene di corsa. Oggi a ile I q ci sarà una manifestazione proletaria. I fascisti avevano dichia.. rato· ··san Benedetto è rossa, Ascoli è nera", i proletari ascolani hanno risposto con i fatti. Altro "Sud che fascista'' A Crotone i proletari si scontrano con la polizia schierata a difesa di Almirante, cacciano i fascisti, si prendono le piazze. A Ururi - Campobasso - l'attacco proletario è addirittura anticipato: i fascisti che preparano il comizio del loro capo vengono buttati fuori dal paese a calci nel sedere. Due episodi degli ultimi giorni, che danno una buona lezione a tut. ti i porci borghesi che strombazzano calwmie sul "sud fascista". Al sud come al nord, i fascisti vengono riconosciuti per quel che sono: strumenti vigliacchi della violenza capitalista contro la lotta di classe. La complicità fra fascisti e poliziotti è clamorosa. A Gela, dove i compagni rivoluzionari sono saldamente legati ai disoccupati, agli operai delle imprese, ai proletari dei quartieri, sei militanti sono stati incarcerati con una provocazio;ie spinta fino all'estremo. Vale la pena di ricordarla, non solo perché ci sono i compagni in galera, ma perché Gela è lontana, e Milano è vicina, e di Milano si parla, e di Gela no. I compagni diffondono tranquillamente delle pubblicazioni. Arrivano i carabinieri, qual che fascista insulta e immediatamente i carabinieri si scagliano sui compagni, gridando i nomi di quelli da prendere, li picchiano, e li sbattono dentro. Un compagno, che sta cercando di sottrarre un altro, fisicamente infermo, alle botte di tre carabinieri, viene aggredito, picchiato, e poi incarcerato per tentato omicidio di un ufficiale con un coltello, che non esiste. Fascisti e carabinieri d'accordo a Gela per sbattere dentro i militanti più coscienti e combattivi. Fascisti e poliziotti contro i proletari a Crotone e Ururi. Altro che "sud fascista". L'ultima di Andreotti L' u I t i m a frase celebre dell'extraparlamentare Artdreotti è stata pronunciat'l ieri. « Noi non ci sostituiamo ai giudici per dire chi sia stato a mettere le bombe. Di una cosa sola il D'l· polo italiano è sicurissin10: che non sono stati i democristiani ». Questa storica frase ~t può interpretare in due modi. Il primo, che il popolo può pensare che le bomb, le abbiano messe i liberali. o i socialisti, o le ACLI. Il ~ecordo, alla lettera, che il popolo sa che le bombe 1~ hanno messe i fascisti, e che i democristiani si sono lim'- tRti a farle mettere e a usarle contro la lotta operaia. Diamo ad Andreotti quel che è di Andreotti.

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