Processo Valpreda - n. 22 - 27 marzo 1972

L. 30 27 MARZO 1972 N. 22. , G. Saba: il terroristasbadato Hanno trovato il « signor X ", l'uomo che era con Feltrinelli sotto il traliccio, il proprietario del Loden grigio lasciato sul camioncino. Gli italiani possono dormire tranquilli, anche quelli che si chiamano Saba di cognome e che rischiavano di essere tutti interrogati prima di trovare quello giusto. Perché così hanno fatto. giusto in tempo per trovare i segni di una precipitosa fuga. Il pericoloso terrorista, che dai giornali era venuto sicuramente a conoscenza della girandola dei Saba, scappa mezz'ora prima dello arrivo della polizia lasciando sul fuoco un pentolino di pasta, anzi da alcuni giornali sembra addirittura mezza pa• stasciutta nel piatto. Oltre la pastasciutta, lascia anche: un paio di scarpe infangate dello stesso terriccio del prato di Gaggiano (notare lo straordinario spirito di osservazione del giornalista-poliziotto Zicari: non è il terriccio di Segrate, è proprio quello di Gaggiano, dove c'era il secondo traliccio minato). L'Avanti dice che veramente scarpe infangate non ce n'erano, ma per fortuna « questo, secondo gli inquirenti, ha pochissima imporUna volta appurato che il signore che aveva fatto aggiustare il camioncino Volkswagen aveva firmato G. Saba, hanno preso la guida del telefono e si predisponevano a portare in questura tutti i malcapitati che rispondevano a questo cognome. Dopo l'interrògatdtio del secondo slgntll"" 'Saba, la polizia piomba in casa del terzo e veritiero possessore del loden grigio e aggiustatore del camioncino Volkswagen. 4 Procedimento penale contro Francesco Mauri e altri 10. Letto il rapporto n. 55349/273 dell'S-31972 del gruppo Carabinieri di Milano con il quale sono stati denunciati per le ipotesi delittuose di cui all'art. 414 del c.p. 11 persone come componenti dell'Esecutivo del movimento politico extra-parlamentare Lotta Continua che ha un manifesto programma delittuoso da attuarsi mediante reati contro la libertà e l'incolumità individuale con il precipuo scopo di sovvertire gli ordinamenti economici e sociali costituiti nello stato; considerato che vi è il sospetto logicamente plausibile che nelle abitazioni di tali persone denunciate possono trovarsi armi o documentazione idonea a confortare maggiormente la responsabilità di essi ai fatti di cui sono denunciati; ritenuto quindi necessario e opportuno sottoporre tali abitazioni o appartenenze di esse a perquisizioni ai fini di reperire le cose di cui sopra e di assicurare le prove del reato e di sequestrare anche sulla persona degli interessati eventuali armi esplosivi documenti e quant'altro possa servire a provare ulteriormente le attività delittuose del movimento Lotta Continua in generale e dei sottoposti a perquisizione domiciliare e personale in particolare, p.q.m., dispone la perquisizione domiciliare di Marchello Giancarlo Gaydou .Maurizio Cannella Maria Gioia Alberto Milich Mario Napoleone Domenico Mario Saviori Sergio Savoldelli Mauro Sartori Vittorio da eseguirsi anche in tempo di notte. li sostituto Procuratore della Repubblica Gino ALMA 24 Marzo 1972 Questo è il testo dell'incriminazione per la quale il sostituto procuratore Gino Alma, noto fascista, ha dato l'ordine di perquisire case e persone di 11 compagni. li capolista Francesco Mauri non è mai stato un militante di Lotta Continua. Attualmente si trova a fare il militare. ecali1no 1a tanza, poiché infatti il Saba è fuggito soltanto due giorni fa quando un giornale del pomeriggio ha riportato a grandi caratteri la notizia che era stato rintracciato l'uomo del loden ». Oltre alle misteriose scarpe, il terrorista avrebbe dimenticato a casa: una tuta mimetica verde-marrone identica a quella indossata dall'editore Feltrinelli; una lastra di rame identica a quelle usate per collocare l'esplosivo sul traliccio di Gaggiano; filo elettrico dello stesso tipo di quello usato per minare i piloni di Segrate e di Gaggiano. Per fortuna, dopo aver dimenticato scarpe, fili, piastre e tuta, il Saba alrmt!\9 è riu• scito a « distruggere documenti compromettenti ». E' stata trovata infatti un'agenda con alcuni fogli « malamente strappati ». c·e n'era a sufficienza, si vede bene, per dichiarare questo smemorato dinamitardo individuo « estremamente pericoloso " e fargli un man. dato di cattura. E ce n'è a sufficienza per una ricostruzione scientifica dei fatti: lui, il « basista " dell'operazione, prepara il furgone, i fili, l'eMILANO splosivo e tutto, e va a prelevare Feltrinelli. Non si conoscono, ma il segno di riconoscimento c'è: si dice che in casa del Saba sia stato trovato perfino l'altro mezzo biglietto da mille (il primo era in tasca a Feltrinelli). E allora, perché non suppcrre, come fa l'Avanti, « che il lu9go dell'appuntamento fosse la parrocchia dei Santissimi Giovanni Battista e Paolo Apostoli, in via Catone 10, di cui Feltrinelli aveva in tasca un'immagine»? E chi più ne ha più ne meL ta. Come nei teleromanzi a puntate. Intanto nel corso di un sopraluogo al traliccio, uno dei periti cl; parte della kimi9'itt Feltrinelli, dottor Maccacaro, ha spiegato i motivi per cui è sicuro che Feltrinelli è stato assassinato: probabilmente bastonato (ci sono tracce di gravi lesioni alla base del cranic), e poi fatto saltare, d;steso e in stato di incoscienza, (o già morto) alla base del traliccio. Il perito balistico, il maresciallo Bizzarri, ha confermato che l'errore di farsi scoppiare addosso l'esplosivo era tecnicamente impcssibile. Chefare dei fascisti A Milano i fascisti non devono parlare. cosi facciamo la campagna elettorale. . Lo slogan scandito da migliaia di operai e studenti durante gli scontri di sabato 11 marzo contro la polizia e i fascisti, diventa ogni giorno di più programma politico e di massa, e pratica costante dell'avanguardia. Domenica 12 a s. Giuliano brucia la locale sede della Cisnal. Nelle scuole nei giorni seguenti, i fascisti ricevono dovunque dure lezioni. Dopo che la notte di mercoledi un proiettile infrange una vetrata dell'abitazione di Servello, federale del MSI a Milano, nipote di un fascista giustiziato nel '47 a colpi di pistola, Servello stesso ribadisce il proposito di aprire la campagna elettorale domenica 26 al cinema Dal Verme. Nella notte tra sabato e domenica brucia la sede del MSI in via Giuriati, base di partenza delle squadre armate fasciste. Ieri, domenica, al Dal Verme i comizi di Servello, Romeo, Nencioni sono bruscamente interrotti. Scoppiano tre bombe. Panicc in sala. Nella fuga precipitosa i camerati travolgono, oltre a vecchiette monarchiche e generali in pensione, pile di volantini che sono intitolati: « IL CORAGGIO E' A DESTRA"· FORLÌ Giovedì 23 a Forlimpopoli, a qualche chilometro da Forlì, l'avv. Giovanni Fontana, federale del MSI, voleva fare il suo comizio: un comizio preparato molto rapidamente e fatto ai soliti 7 o 8 fascisti che lo accompagnano sempre. Ma i fascisti si sono trovati di fronte in piazza molti compagni e proletari venuti da tutta la zona. Hanno tentato di parlare lo stesso, allora un compagno partigiano ha detto che in quella piazza vicino alla lapide dei partigiani caduti, i fascisti non dovevano parlare. Infatti non hanno parlato. Quelli che non se ne sono andati in fretta hanno ricevuto una dura lezione, e Fontana ha tenuto un com1z10, pare, agli infermieri dell'ospedale, in cui è stato ricoverato. Di fronte ali 'esercizio della giustizia proletaria anche la giustizia borghese non si è fatta attendere, sostenuta dalla delazione del « Resto del Carlino " e dal silenzio dei giornali di « sinistra ». Cosi tre compagni dirigenti di Letta Continua di Forlì hanno ricevuto prima un avviso di procedimento che si è tramutato nell'arresto per violenza privata e lesioni aggravate. La questura non ha nessuna prova e i compagni sono stati scelti solo sulla base degli schedari dell'ufficio politico. OGGI LUNEDI' SCIOPERO IN TUTTE LE SCUOLE DI FORLI'. E il signore disse al suo servo: « Giulio, vai e pasci miei Agnelli ». E Giulio rispose: «Signorsi». _,.: ..... POTEREOPERAIO QUERELA'AVANTI Emilio Vesce, direttore di Potere Operaio, ha inviato al direttore dell'Avanti una lettera in cui smentisce le affermazioni, riportate sul foglio del PSI in data 22 Marzo. che tendevano ad accomunare il direttore di P.O. con i fascisti Freda e Ventura. Il comunicato stampa annuncia una querela per diffamazione contro il responsabile del giornale cui verrà concessa anche facoltà di prova. Tra le altre cose il comunicato dice: «Ricordiamo il caso Stendardi e Ottaviano, i due agenti della CIA che hanno lavorato per anni all'Ufficio Esteri della direzione del PCI... che con la loro attività hanno causato l'arresto di centinaia di compagni comunisti in Brasile, Portogallo e in Grecia». Il comunicato ricorda inoltre che « il responsabile dell'Ufficio Esteri del PSI, De Pascalis, in gioventù ha militato nella X MAS». I compagni di P.O. dicono che per questo non si sognerebbero di dire che il De Pascalis sia in contatto con J.V. Borghese, magari perché, aggiungiamo noi, è già amico personale de11'onorevole Servello. Come, ahimè, non si sognerebbero di dire che il Piero Comacchio «uomo vicino a Mancini, amministratore della ERI-Rai TV che ha fondato con Ventura la casa editrice Litopress, che milita nel PSI» sia uno spione dei servizi segreti. Siamo perfettamente convinti che ora più che mai non ci si può permettere il lusso di sognare, ma occorre tenere gli occhi bene aperti. E allora chiamiamo le cose con il loro nome!

27 M·ARZO1'972 MILANO,22 gennaio 1971 25 famiglie che abitano nelle baracche del centro sfrattati occupano un elegante palazzo dell'IACP a via Mac Mahon. Sono appartamenti « popolari» che costano 4 milioni in contanti: si mette un cartello « casa dei proletari », e si preparano le barricate. 2.000 poliziotti armati sgomberano il palazzo e arrestano 25 compagni. Le famiglie occupano il centro sociale di Quarto Oggiaro e continuano la lotta. Rifiutano i compromessi offerti dalle autorità, tengono prigioniero il sindaco nel centro sociale finché non garantisce la casa a tutti. L'Unità dice che le famiglie si sono lasciate strumentalizzare dagli estremisti, che quello che conta è la riforma della casa. Al processo contro i compagni arrestati, i proletari si presentano a fare gli accusatori: imputati sono le autorità, il sindaco, il questore, il presidente dell'IACP, che si contraddicono e si sputtanano l'un l'altro. Il tribunale è costretto ad assolvere tutti e a dichiarare che i proletari hanno diritto ad occupare le case. CONTRO LA STRAGE ELETTORALE E LA PROVOCAZIONE DI STATO CONTRO IL GOVERNO FUORILEGGE E IL SUO MINISTRO DI POLIZIA CONTRO LA PACE ELETTORALE MARTEDI' 28 ALLE 18 IN PIAZZA ESEDRA A ROMA Cl SARA' UN COMIZIO ORGANIZZATO DAI GRUPPI RIVOLUZIONARI , ?lt ;,f. ~ ~ " " ; e r ~ MILANO, 8 giugno 1971 67 famiglie occupano un palazzo di Via Tibaldi. E' un'altra di quelle case "po1>olari" che Vcnegoni, presidente dell'IACP, dà a riscatto agli amici suoi, ( nell'elenco degli assegnatari c'è il fratello del sindaco di Milano). Attorno a questa lotta, preparata dagli operai nelle fabbriche, si schiera tutta la città: da una parte le famiglie senza casa, gli operai, gli emigrati, gli studenti. Dall'altra i padroni, il sindaco, i dirigenti dell'IACP, la polizia e i burocrati del PCI. Questi ultimi cercano cli ripetere il ritornello di Va Mac l\1ahon: "le famiglie esasperate strumentalizzate dagli estremisti". I capi famiglia rispondono in GeneraleProcuratore • D, Pe;p1o, spos to e parlre d1 tre figlie, è alto circa un metro e 65. veste abiti completi di tintv piuttosto scurz con panciotto. Gli occhrali a stanghetta valgono a conferire al suo volto florido un'espressione enigmatica. leggermentn prelatizia. Usa tenere le mani intrecciate davanti al petto. con i gonl'ti sul tavolo. Ha lunghissima l"unqhra del mignolo. secondo una tradizione del meridione orma, abb;indonata dai giovani. Quell'unghia stava - alle origini - a dimostrare che chi poteva permettersi il lusso di conservarla era • gentiluomo•. Ossia estraneo ai lavori manualr. Quando si riferisce ai sostituti procuratori alle sue dipendenze egli non parla di collaboratori ma di colleghi. Li tratta con il "tu" confidenziale a senso unico usato nell'esercito dai generali. quando interpellano bonariamente i tenenti. Il suo "grado IV' (ma gii\ è ritenuto promuovibile al grado terzo) ee L •vale infatti al , greca di generale di divisione •. (Da • li Messaggero • J L"unìco aspetto consolante, dì questo generaleprocuratore, è che il 16 ottobre prossimo compirà 70 anni e andrà finalmente in pensione. SherlockHolmes « I duecento milioni pagati per il riscatto di Gadolla, rapito dai « gappisti », sono finiti nelle mani del fascista Vandelli, già candidato del MSI a Savona, e pare che nel gruppo genovese "22 ottobre" si fosse insinuato qualche estremista di destra. Una voce insistente lascia sospettare rapporti di Vesce, direttore del mensile Potere Operaio, con Freda e Ventura. L'anarchico Pinelli aveva incontrato, poco prima della strage di Milano, "Nino il fascista". Nel circolo anarchico di Roma c'era Merlino, appena uscito da un gruppuscolo nero: insieme con l'enigmatico Delle Chiaie, fuggito all'estero subito dopo l'attentato nella banca dell'agricoltura, stabili un contatto tra Rauti e Valpreda? n. (Da • La Stampa •l Alserviziodell'imperialismo Il soldato BRUSCHEI'TI ERNESTO, militare di leva del 2• contingente 1971, ARTIFICIERE, ha avuto una gamba e tre dita della mano amputate per lo scoppio di un detonatore che stava disinnescando nel deposito ;\lunizioni di Cecina (direzione artiglieria di Firenze). Ritmi di lavoro pesanti, condizioni pericolose perché non sono tenute in considerazione le norme di sicurezza, baracche di lavorazione straripanti di g,·anate sbossolate piene di tritolo: non è la situazione particolare di questo depo. sito ma è la situazione generale delle polveriere dell'esercito dei padroni. Lo scopo c'è, è che si deve fare in fretta a fornire bronzo per bombe più efficienti e nuove all'esercito imperialista degli USA che le usa nel Vietnam. In ogni polveriera dell'esercito italiano vengono disinnescate 5.000 bombe al giorno. 1.000 soldati e altro personale civile sono uno dei contributi che i generali italiani danno ai loro compari americani. Tra questi soldati c'è Ernesto Bruschetti, che come ogni altro era stato "specializzato" e fatto lavorare con una ridicola indennità di rischio < 500 lire al giorno). .. t • I I I ID J f i i •:•g 1~........ r~ _....._ ~.lilla --- . . ~ ' una conferenza stampa "la nostra azione è fruito di una grande maturità politica. Sa1>piamo che questo è l'unico modo per avere una casa. Tutto quello che si fa, è stato prima discusso da tutti". In 15 ~iorni di lotta, i proletari occupano tutto: la casa, la strada, il Comune, i pulman della poli7ia la facoltà di Arclùtett4ra. 2000 poliziotti assaltano l'Università. Le famiglie la rioccupano. 12 giugno: un corteo di 30.000 compagni di. mostra che i proletari hanno vinto. Infatti il sindaco darà le case non solo alle 60 famiglie cli Via Tibaldi ma a tutte le famiglie dei centri sfrattati. I burocrati del PCI continuano a dire che quello rhe conta i- la riforma della casa. otecaGinoBianco N. 22 MILANO Gli occupantisonopronti per unalotta lungae dura RO;\IA, 26 aprile 1971 Le 94 famiglie degli occupanti hanno fatto del1 'Oratorio alla Bovisa la base della loro lotta. Sabato mattina hanno organizzato cinque piccoli cortei andando per il quartiere con i megafoni, non a chiedere solidarietà, ma a spiegare ed estendere a tutti i proletari il loro programma. Nel pomeriggio c'è stato un comizio di 1500 compagni, organizzato dall'assemblea degli occupanti. Lo sorvegliava un esercito di poliziotti. E' stato arrestato un fascista armato di pistola. Le famiglie operaie che con straordinaria decisione e coraggio hanno affrontato questa lotta, sono coscienti che la lotta sarà lunga. Non è possibile oggi ripetere un braccio di ferro e una vittoria come quelli di Via Tibaldi. torali; che la campagna terroristica contro le organizzazioni rivoluzionarie non è riuscita a isolare le avanguardie dalle masse. Ammettere che la classe operaia dopo tre anni di lotte è indomabile, nonostante la crisi, le denunce, i licenziamenti, la repressione, e che anzi è capace di combattere per un programma che è giusto perché sta bene a tutti i proletari, perché i proletari hanno forze sufficienti a farlo vincere. « Il Corriere della sera» continui a riempire le sue pagine con i rapporti polizieschi di Giorgio Zicari: servirà a illudere i borghesi che la lotta di classe è stata ridotta al silenzio insieme al suo «finanziatore» e ai suoi «tecnici del terrorismo». Una trentina clj famiglie occupano le case popolari cU Casalbruciato. La voce si cW'[onclc in tutti i quartieri 110polari in poche ore le famjglie diventano 500. Discutono e decidono la lotta in assemblea. Giornali, radio, partiti, sindacati, tacciono, ma i proletari cli Roma sanno che cosa sta succedendo. L'occupazione rischia cli allargarsi a macchia d'olio. Per il fronte nemico (dal sindaco socialista al baraccone democristiano dello IACP, dai magistrati-poliziotto, ai poliziotti senza toga) cedere oggi significherebbe ammettere che la pace elettorale non esiste; che i bisogni e gli obiettivi proletari sono p1u forti delle promesse e dei ricatti eletCi penseranno gli operai che stanno all'oratorio della Bovisa, con le loro donne e i loro bambini, e con l'appoggio dei militanti comunisti, a spiegare ai proletari, nelle fabbriche e nelle scuole, che la lotta è viva, che il suo successo dipende da quanto riuscirà a diventare generale, organizzata, capace di estendersi e di resistere. Per impedire questo, 3.000 fra poliziotti e carabinieri occupano militarmente il quartiere, lo iUumin~n? a giorn~ con i fari, lo presicUano. Ci sono duri scontri, 1 proletari ciel quartiere sono a fianco degli occupanti. I clirigenti ciel PCI chiudono la loro sezione e la picchettano. Espulsi 1 compagni irlandesi Servizio segreto inglese e polizia italiana si sono precipitati a espellere dall'Italia i due compagni militanti irlandesi invitati da Lotta Continua. Accompagnati al confine dalla questura dopo la conferenza stampa di Milano, quando hanno tentato di rientrare hanno trovato tutte le vie sbarrate: l'Intelligence Service aveva già avvertito tutti i posti di frontiera di impedire ai due compagni il rientro in Italia. Per essere più persuasivi si sono anche inventati un immaginario furto di auto in Svizzera. Con misure di polizia internazionale si illudono di bloccare le rivoluzioni alla frontiera. Ma la lotta prole. taria, che dilaga per l'Euro. pa, non passa attraverso le dogane. NICAST-RO L'll marzo c'è stata una assemblea popolare a 11a quale hanno partecipato molti apprendisti delle se- ~herie di Nicastro. Il giorno dopo era in programma un comizio del fascista Tripodi a San Biase, l'assemblea de. cide che la volontà popolare è di impedire il comizio. Infatti i gestori dei bar che si trovano sulla piazza del comizio rifiutano di dare la corrente elettrica per l'altoparlante: Tripodi può farne a meno, visto che nessuno ha interesse a sentirlo. La polizia interviene, ci sono scontri. Dieci giorni dopo arrivano le denunce: un insegnan. te, 6 studenti e-5 operai sono incriminati per resistenza, oltraggio, violenza, danneggiamento delle auto dei poliziotti. Supplemento quotidiano a ,Lona Contlnu,1, • Reglstraz. dal Tribunale di Torino n_ 2042 del 15-11-69 · Dir. Ae.sp.: Giampiero Mughlnl Tlpo-L110 DAPCO · Via Dandolo, 8 • RO~A ~~~J!J~ ~~ ABBIAMO OCCUPATOUNACASA 8 PERC:HE': . ► NC.'-1A5S!A,V.0UN,\ CA.SI-.. ► Cl COST.'~lNGO.\lO/.\\JIVEREAMMUCC\-\1/,TI INCf.{3EMALSANE DOVi::I !,'OSTRIeAMB\NI S'AMMALANO SEMPRE ► ClRUi3AN8UNTERZODEL SALARIOCONAfFITTI ALTISSIMI ► DA ANNIC\ LEV.A_NO DALLABUSTAPAGA ·t SOLDI DELLE TRl\1TENUTEGESCAL E NO\ICI DANNOLACASA. ► LE CA5E DESTINATEAl LAVORATOP-\VENGONO ASSEGNATE AGENTE RICCAO Al RUFFIANI ► NON ClASPETTIAMOPIU'NIENTE DALLE PROMESSEE DALLE RIFORME DEIPADRONI ► LA CASA CHEABBIAMO OCCUR\'TO E.' NOSTRA NO\ !..:ABBIAMOCOSTRUITA.N81L'.ABBIAMO ~GI\TA W®@r!:i□~Ja TORINO, 27 gennaio 1972 Trenta famiglie di operai occupano una casa popolare, sempre di quelle da 80.000 lire al mese a riscatto. E poi occupano anche il lussuoso palazzo della SIA!, la società assicuratrice di Agnelli. Dopo un mese, le famiglie sono diventate 120, e continuano la lotta. Hanno fatto blocchi, cortei, occupato il municipio, fatto assemblee con gli operai della Fiat e con gli altri proletari. Agnelli, il sindaco Porcellana, il presidente dell'IACP Dezzani, il bandito Voria preso a pugni e schiaffi da due donne, non sono di sposti a cedere, se non parzialmente. Hanno troppa paura: a Torino ci sono 70.000 famiglie che vivono in soffitte schifose, e altre 200 mila che pagano affitti spropositati. E ci sono 20.000 appartamenti privati vuoti. La lotta delle 120 famiglie per avere una casa è diventata un programma, il programma di lotta per tutti i proletari. I proletari di Torino, con gli operai della Fiat alla testa, fanno proprio questo programma. E questo A gnelli non se lo può permettere. Perciò lo scontro non si può risolvere subito, la prospettiva è di lunga durata.

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