Processo Valpreda - n. 18 - 22 marzo 1972

L. 30· 22 MARZO 1972 N. 18 , Laprovocazione crescesicopre di ridicolo ••:•.•,•;•;-,.;•,:•'.•:•\:t\. :~).{ Nelle foto in alto: notare la straordinaria somiglianza fra il compagno Scalzone (a sinistra) e il compagno Scalzone (a destra). Nelle foto in basso: notare la straordinaria somiglianza fra il commissario Calabresi (a sinistra) e l'assassino di Pinelli (a destra). E bravoDe Peppo!Eccola "svoltaneUein_dagini" Ieri sera è stato perquisito l'appartai:nento in via Legnano 32, intestato a Fioroni, ma molto conosciuto perché ci abitavano molti compagni di Potere Operaio. Quando la polizia è arrivata non c'era nessuno; è entrata e ha cominciato a frugare dappertutto. Intanto è arrivato un compagno di Potere Operaio, Emilio Vesce. La polizia gli ha puntato contro le pistole, lo hanno ammanettato e portato in questura in,stato di fermo. La polizia è rimasta nell'appartamento e si è ripetuta la stessa scena con un altro compagno di Potere Operaio Giovanni Corradini, di Firenze. Vesce è stato rilasciato, Corradini invece è stato arrestato e portato a S. Vittore. Si sta facendo una grossa montatura per far passare l'appartamento come la centrale del terrorismo per la manifestazione di sabato. Il che è falso: la polizia non ha trovato ASSOLUTAMENTENIENTE. iblio caGinoBianco Abbiamo detto, e ripetiamo, che consideriamo ogni attacco borghese teso a colpire i compagni di Potere Operaio come diretto a tutta la sinistra rivoluzionaria e a noi stessi. La montatura repressiva e ricattatoria contro Potere Operaio è talmente maldestra da apparire ridicola, se non fossimo abituati a vedere come il potere sostituisce la sua imbecillità con la sua violenza vigliacca. L'ultima vicenda, quella delle loto di Scalzane, supera ogni segno. La ricostruiamo qui col compagno Scalzane, protagonista involontario di questa fotostoria in cui le redazioni dei giornali e /e questure non si distinguono più. Le prese di posizione di P O sulla morte di Fe/trinelli sono in larga parte diverse dalle nostre. E soprattutto, la rivendicazione incondizionata delle attività di Feltrinelli e dei GAP come giuste espressioni della lotta armata rivoluz,onaria rischia di esser fatta più per rovesciare meccanicamente gli argomenti del nemico, e;he non per fare chiarezza tra le masse. E rischia anche di essere involontariamente contraddittoria con l'ipotesi assai probabile della provocazione poliziesca che ha preparato e attuato /'uccisione di Feftrinel/i. Ma su questo avremo modo di tornare. La sostanza è una sola: che in Potere Operaio si vuole colpire /'affermazione del diritto del movimento di classe a organizzare e praticare la propria forza Come spieghi l'« equivoco " della tua foto spacciata per quella di Carlo Fioroni? E' evidente ohe non si tratta di un errore. Prima di tutto perché non è credibile che le « autorità inquirenti » (poliziotti, carabinieri e magistrati) che hanno ripetutamente interrogato in queste settimane il compagno Fioroni, che affermano di avere nelle loro mani una carta d'identità falsa che reca la foto di Fioroni, abbiano potuto scambiare me per lui. In secondo luogo perché - come sappiamo bene - i poliziotti ci conoscono tutti. A Milano esistono migliaia di schedature, Allegra e Calabresi ostentano una memoria di ferro, figurati se non conoscono me, sia dalle lotte del '68 a Roma, sia perché faccio lavoro politico a Milano da tre anni, ho parlato centinaia di volte nelle assemblee, mi hanno visto nelle manifestazioni, nei comizi organizzati dalla sinistra rivr Juzionaria etc. Bisogna tener presente che lo scorso settembre sono stato denunciato assieme ai compagni Negri e Piperno dopo la nostra III Conferenza d'organizzazione di Roma; che il giorno dopo la manifestazione dell'll marzo i carabinieri mi hanno perquisito la casa (assieme ad altri 26 compagni delle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria l; che è evidente che la squadra politica della questura sa be ne che in questi anni ho diretto il giornale « Potere Operaio». Quale potrebbe essere la manovra specifica che vogliono attuare? Possiamo fare un ventaglio di ipotesi. Il comunicato di « Potere Operaio " (che abbiamo diffuso ieri) parla giustamente di « invito alla caccia all'uomo » e anohe di pericoli molto gravi per l'incolumità personale. E' chiaro che quando pubblicano Ja tua fotografia sulla prima pagina dei giornali come ricercato, basta un passo falso (e magari non c'è bisogno neanche di quello) perché ti possano sparare addosso e poi dire che « ad un poliziotto che inseguiva il ricercato Fioroni è partito accidentalmente un colpo d'arma da fuoco ... "· Nei giornali di oggi, poi, il « giallo » si infittisce. Qualche giornale lascia intendere che, forse, nemmeno esiste un Fioroni, che forse Scalzone-Fioroni sono la stessa persona e carabinieri, magistrato e poliziotti hanno sempre interrogato - sotto il nome di Fioroni - Scalzone. Altri, come Il Corriere, parlano di «sosia" (ma chi sarebbe il sosia. di chi?), e tentano di dar corpo alle più ridicole ipotesi da " thrilling». L'articolo del Corriere di stamattina. dice che l'identità della persona fotografata era stata confermata da "un procuratore della Repubblica, un tenente colonnello, un maggiore, un capitano e un maresciallo"· Tutta questa gente non può aver fatto un errore, ma una manovra precisa. Certo, che senso ha infatti tutto questo? E' l'ultimo, piccolo anello di una catena precisa che tenta di « incastrare » l'organizzazione di « Potere Operaio». Da parecchi mesi ( a partire, potremmo dire, dal dibattito sviluppatosi nel movimento rivoluzionario sulla questione della violenza proletaria come fatto organizzato. preordinalo rispetto ai comportamenti di lotta del movimento) ci tenevano gli occhi addosso. Cosi, si comincia da « Potere Operaio », che il 12 dicembre ha avuto otto compagni arrestati per « fabbricazione, detenzione e porto » di 250 bottiglie incendiarie. Quali sono z fatti determinati che dimostrano questo disegno di provocazione? Elenchiamo alcuni fatti: 1) domenica 12, il giorno dopo la manifestazione di Milano, la polizia comunica che in casa di due compagni di P.O., Giuseppe Scarpina e Orlando Pozzi, è avvenuta un'esplosione. Questura e giornali vicini alla polizia parlano in un primo tempo di « autocombustione " di una cinquantina di bottiglie incendiarie, poi di un « ordigno a strappo » che sarebbe esploso. C'è da rilevare che la casa era vuota da più di un giorno, e che l'ingresso nJ suo interno è molto facile per chiunque, per.'hé r.tcun,a porte-finestre affacciano su un ballatoio a ringhiera. Il giorno dopo, La Notte e Il Corriere d'Informazione si affrettano a scrivere che nella casa è stata trovata un'agenda con su un nome: Feltrinelli < si trattava in realtà del numero di telefono della casa editrice l. 2l Mentre accadono questi fatti, I~ stampa milanese e nazionale scatena la campagna sugli scontri di sabato. Da lunedì, i giornali insistono sulla ricerca, non tanto degli « organizzatori », quanto dei " mandanti » e dei « finanziatori "· Come se la lotta di strada e Je bottiglie incendiarie non fossero lo strumento più economico di lotta, come se i compagni sabato avessero rotto i vetri del Corriere con spranghe d'oro e lancio di brillanti e altre pietre preziose. 3) Giovedì mattina, esce la notizia del " terrorista venuto dal nulla » trovato morto a Segrate. Dopo poche ore la bomba: è Feltrinelli. Ecco, un primo cerchio viene chiuso· "era lui il mandante e il finanziatore", concludono i giorna1. borghesi. 4 l Giorno dopo giorno, dal momento in cui esplode il "caso" Feltrinelli, emerge chiaro il tentativo di coinvolgere il movimento rivoluzionario, e di usare come riferimento di questo coinvolgimento l'organizzazione di Potere Operaio. Prendiamo il "caso Fioroni". Fioroni è chiamato in causa perché ha s v o I t o le p r a ti c h e di assicurazione del pulmino: Fioroni ha spiegato al giudice che era stato un compagno conosciuto in un convegno di insegnanti a chiedergli il favore di sbrigargli la pratica d'assicurazione di un automezzo presso un agente assicuratore suo amico. Fioroni aveva una carta d'identità intestata a un certo "Maggi", nome simile al "Maggioni" riportato sul docu. mento falso di Feltrinelli, e per di più coincidente con quello del preside della sua scuola. E qui c'è da osservare, da un lato che i collegamenti tra i nomi sono veramente paranoici, dall'altro che questa carta d'identità falsa deve essere una cosa ben misteriosa, se non è servita agli inquirenti ad escludere che la foto di Scalzone ritraesse Fioroni. Fioroni è di Potere Operaio (e invece tanto lui nell'interrogatorio, che la nostra organizzazione con un comunicato, precisano che da più di tre mesi questo compagno aveva chiesto di ritirarsi dalJa milizia politica attiva e da allora non aveva più alcun rapporto d'organizzazione con P.O.). Fioroni sarebbe addirittura l' "uomo del loden", quello che accompagnava FeltrineJJi, ecc. Scrivono che Fioroni sta fua. gendo a bordo di una NSU Prinz che invece è i; riparazione dal 3 marzo in un garage milanese. Scrivono che ormai è l' "uomo.chiave" delJ'intera vicenda. Ma ci sono prove per dimostrare tutto questo? Nessuna, solo che - dicono - la. prova è data dal fatto che si è reso irreperibile, che non si presenta a dare tutti i chiarimenti del caso, che non si dichiara disponibile a "collaborare con la giustizia". Ma quale giustizia? Ma chi credono di ingannare? Non solo non c'è comunista rivoluzionario che creda neJJ'imparzialità delJa giustizia - che è una diavoleria inventata dai borghesi. Diciamo di più: qual'è quel "democratico" che - dopo la strage di Stato -:-- si fida dei poliziotti e dei magistrati, e pensa che chi non ha nulla da nascondere non ha nuJJa da temere? Pinelli insegna: anche lui non aveva nulla da nascondere, e lo hanno fatto volare dal quarto piano. •

22 MARZO 1972 Unprocuratoreal di sopra di ognisospetto ~,., Il Procuratore De Peppo Massimiliano Ferretti « Il dott. De Peppo ha fama di magistrato serio e indipendente, non legato ad alcuna ideologia » scrivono i quotidiani fascisti « Il rispetto dovuto al magistrato ci vieta di commentare come forse meriterebbe il lodevole gesto compiuto dal Procuratore capo della Repubblica di Milano accentrando nel/e sue mani tutti gli atti fino ad oggi compiuti nel corso delle indagini sulla fine dell'editore Feltrinelli e assumendo la direzione personale della ulteriore inchiesta giudiziaria ». Vegliamo per ora ricordare, di questo campione della serietà e dell'indipendenza, che un anno fa è stato additato a tutti i proletari come uno dei responsabili della morte di MASSIMILIANO FERRETTI,di mesi 6, durante lo sgombero delle case occupate di Via Tibaldi a Milano. Il sindaco di Milano Aniasi, il presidente dell'JACP Venegoni, il procuratore De Peppo e il vicequestore Vittoria sono stati i responsabili di questa morte. Debole e malato come tutti i figli di proletari cresciuti in case umide e fetide, Massimiliano è stato sgomberato dalla polizia insieme agli altri alle 5 del mattino, sotto la piogga. E non ha resistito. Il procuratore De Peppo, che è un magistrato s,;rio, non voleva che i proletari di Milano si mettessero in testa che si possono impunemente occupare case per dare ai propri figli un posto asciutto e pulito dove crescere sani. I medici dell'ospedale dove è stato ricoverato Massimiliano dichiarano che « non è possibile escludere che la situazione ambientale in cui il bimbo ha vissuto e gli avvenimenti immediatamente precedenti alla morte abbiano influito sull'aggravamento delle condizioni di salute ». Si ottiene l'autopsia. I periti nominati dalla magistratura sono gli stessi che hanno fatto l'autopsia di Pinelli e di Saltarelli. Ma non c'è bisogno di false perizie, qualcuno ci ha già pensato: il corpo di Massimiliano viene ritrovato aperto e ricucito, mancano gli intestini, il cErvello, il cuore, i polmoni. Al loro posto il corpo è stato riempito con due chili di segatura. Il procuratore De Peppo ha fatto proprio bene a prendere in mano l'indagine su Feltrinelli. Di cadaveri di stato, lui è uno che se ne intende. Pirellia·ttacca,gli operairispondono MILANO, 21 Marzo. Questa mattina alla Pirelli il padrone ha compiuto una gravissima minaccia di rappresaglia contro gli operai che stanno lottando da alcuni mesi nella fabbrica. La direzione ha infatti annunciato che se gli operai continueranno ad adottare la riduzione dei punti di rendimento, non gli pagherà più il salario intero, secondo le norme contrattuali, ma soltanto la parte del salario corrispondente alla produzione concretamente effettuata. Questa minaccia ha lo scopo di contrastare la lotta condotta con la riduzione dei punti, che sta toccando in questi giorni la maggior parte dei reparti della Pirelli Bicocca, con alcuni episodi particolarmente irnportant1: il reparto cerchietti, composto in prevalenza da donne ha portato la produzione a soli Assembleeconi compagniirlandesi Domani 22 marzo ore 21 a Genova al teatro della Gioventù in via Cesarea, ci sarà un'assemblea sulla lotta armata in Irlanda. Interverranno due compagni irlandesi. Giovedì 23 l'assemblea sarà a Milano alle ore 21 in. via Colletta nella sede del circolo « La cc mune "· L, 80 punti con la richiesta della categoria per tutti. Già la settimana scorsa la direzione della Pirelli aveva preso misure di rappresaglia contro queste forme di lotta sospendendo a più riprese gruppi di operai dei reparti successivi a quelli che autolimitavano la produzione. Con la minaccia di questa mattina ha deciso di fare un nuovo salto in avanti nella repressione. Appena avuta la notizia gli operai della Pirelli hanno immediatamente reagito. Gli operai della vulcanizzazione del reparto 86-91 sono andati subito in direzione. Domani si riunirà alla Bicocca un'assemblea generale di tutti gli operai per decidere una risposta alla rappresaglia antisciopero. Tra· galantuomini « L'on. Gonella, uomo del cui spirito democratico e antifascista davvero nessuno, che non sia un imbecille, potrebbe dubitare, aveva tutto il diritto di escludere, per quanto riguarda il caso Feltrinelli, l'ipotesi del delitto di Stato" dice il Tempo di Roma. Il motivo di tanta fiducia? Ma è lampante per chiunque conosca un minimo il mi• nistro della giustizia: « l'onorevole Gonella ha tutto il diritto di far sapere - da quel galantuomo che è - che a nessun patto accetterebbe di fare il ministro Guardiasigilli di uno Stato organizzatore di delitti e di stragi ». N. 18 Comunicatodel centrodi controinforma1zionedellasinistrarivoluzionaria E' noto come gran parte della stampa borghese. su sollecitazione degli stessi ambienti economici e settori dell'apparato statale più pesantemente coinvolti nella strage del 12 dicembre 1969. tenti di accreditare - prendendo a pretesto le drammatiche circostanze della morte di Feltrinelli - una presunta responsabilità della sinistra nella catena di attentati terroristici che ha caratterizzato, in Italia, la fase della strategia della tensione. Tra gli obiettivi principali dell°• operazione recupero ". c·è il tentativo di screditare la funzione e il ruolo svolti dalla sinistra rivoluzionaria nello smascheramento. di fronte alla classe operaia e all'opinione pubblica in genere, dei veri mandanti ed esecutori materiali del massacro di Piazza Fontana. Che siano i fascisti e il socialdemocratico Preti a sostenerlo non ci stupisce. L'istinto di conservazione suggerisce spesso al delinquente colto in flagranza di accusare altri per salvare se stesso. Ci stupisce però che tale scoperto tentativo di riArrestatoun compagno dalle pattuglieantiscippo Napoli. 20 marzo Una pattuglia antiscippo del questore Zamparelli tenta di fermare una moto con due giovani. Il guidatore, scambiando i poliziotti antiscippo per fascisti, scappa, inseguito. Riescono a prendere quell'altro: è Mauro Co:ombo, un compagno di Lotta Continua. Un buon colpo per la pattuglia antiscippo, che non si lascia scaopare l'occasione. Dopo Feltrinelli, lo sa tutta Italia che i mili. tanti dei gruppi rivoluzionari girano sempre con una scorta di tritolo, dinamite e bottiglie Molotov. E così anche Mauro Colombo si ritrova arrestato con l'imputazione di tentato omicidio. E' "Il Tempo", il giornale di Pino Rauti, che di bombe se ne intende, a raccontare tutti ì particolari: i due inseguiti sarebbero riusciti a speronare una moto della polizia e a lanciare due bottiglie Molotov contro i po. liziotti. Adesso CJlrcano il g·uidatore della moto per arrestarlo. Zamparelli continua a far- ~i onore: le riunioni con Rumor cominciano a dare buoni frutti. baltamento delle responsabibilità possa trovare, sia pure strumentalmente, appiglio e argomenti proprio all'interno della sinistra rivoluzionaria. Sul numero 5 di Potere Operaio del 26 marzo 1972 si sostiene infatti. nel contesto di un articolo dedicato all'attività dei G.A.P. - l'organizzazione politico-militare che avrebbe fatto capo a Giangiacomo Feltrinelli - che essa avrebbe, tra l'altro. contribuito al lavoro di controinformazione che ha portato alla pubblicazione del libro La strage di stato. Che si tratti di un equivoco è confermato dal fatto che. nello stesso articolo, si lissa la data di costituzione di tali G.A.P. al settembre ·10 mentre, com'è noto, il libro in questione è stato edito quattro mesi prima. nel giugno dello stesso anno. Ci è sembrato tuttavia opportuno chiedere un·esplicita rettifica. Non entriamo nel merito dei contributi che tale organizzazione - a giudizio di Potere Operaio - ha dato alla causa del proletariato italiano, rinviando ad altra sede il dibattito teorico sui compiti e le prospettive delle avanguardie rivoluzionarie. Escludiamo però nel modo più assoluto e per cognizione diretta che tra gli eventuali contributi ci sia quello di aver partecipato al lavoro di contro-inchiesta culminato nel libro La strage di stato. Dal momento della sua pubblicazione in poi detto libro è stato di volta in volta attribuito a vari gruppi, organizzazioni e partiti (anarchici, I "drogatipiù importantid'Italia" sinistra del PSI, lntelligence Service, Mario Capanna, servizi segreti albanesi, ecc.) e rivendicato più o meno esplicitamente da giornalisti democratici, carabinieri in pensione, ex partigiani e mito• mani senza ulteriori qualifiche. Anche se ciò ci è servito a verificarne l'efficacia e ci ha fornito un'obiettiva anche se purtroppo parziale copertura dalle rappresaglie fasciste, dobbiamo ribadire che esso è esclusivamente frutto det lavoro svolto dai militanti del •Centro di Contro· informazione», un collettivo autonomo che ha sede a Roma e che conta, per svolgere la sua attività, esclusivamente sulle proprie forze. Per quanto riguarda i nostri rapporti con Giangiacomo Feltrinelli, non abbiamo difficoltà ad ammettere, anche se ciò può apparire attualmente poco consigliabile, di aver tentato di stabilire un contatto con lui nel maggio '70. Dopo aver inutilmente offerto il manoscritto a vari editori di sinistra: o sedicenti tali, per la pubblicazione, ci rivolgemmo ad un funzionario della sua casa editrice affinché glielo desse in visione. Dopo quattro giorni i I manoscritto ci fu restituito con molti complimenti ed un rifiuto di pubblicazione, motivato dalla •scarsezza di prove a sostegno delle tesi, pur interessanti, che in esso vengono sostenute•. L'editore Giulio S;ivelli - com'è noto - non fu dello stesso parere. Questo per la verità che - com'è altrettanto noto - è sempre rivoluzionaria. Quellidell'ordineproduttivo e soc·iale Come abbiamo scritto nel n. 13 del 15 marzo, un certo Bruno Ruggeri, arrestato durante l'indagine sulla dro. ga nei 'locali notturni di Roma, aveva promesso di fare i nomi dei "tre o quattro drogati più importanti d'Italia". Per la precisione quello che si sa dalla stampa borghese è che i nomi fatti dal Ruggeri sono quelli di cinque personaggi. Due di essi appartengono ad u:ia "casa regnante in un paese europeo"; uno al mondo delI ferrovieri l'industria; uno a quello della finanza; e infine l'ultimo al "giornalismo d'alto bordo". Il Ruggeri viene quindi incriminato per calunnia, senza che i giornali dicano clù ha calunniato. A parte il fatto che, dato che si parla di "drogati italiani", non si capisce cosa c'entrino le case regnanti europee (forse è che i pa. droni sono di casa dappertutto), le rivelazioni dei giornali si sono fermate qui. controla pace elettorale COMITATO UNITARIO DI BASE DEI FERROVIERI DI ROMA. COMUNICATO STAMPA. Il CUB dei ferrovieri di Roma, raccogliendo le giuste esigenze di lotta espresse da tutti i ferrovieri degli impianti di Roma, che vogliono concretamente opporsi all'intensificazione dello sfruttamento portato avanti dall'azienda e dal governo, che utilizzano a questo fine la opportunistica posizione di freno delle varie organizzazioni sindacali (« unitari », fascisti ed autonomi), DICHIARA PUBBLICAMENTE LO STATO DI AGITAZIONE DELLA CATEGORIA PREANNUNCIANDO L'ORGANIZ• ZAZIONE DI UNA SERIE DI SCIOPERI A BREVISSIMA SCADENZA, SENZA ALCUNA PREVENZIONE DELL'ATTUALE PERIODO ELETTORALE. Il CUB invita tutti i ferrovieri di tutti gli impianti di Roma a mobilitarsi e ad unirsi per esprimere al massimo il loro potenziale di lotta più che mai necessario oggi per respingere ogni prevedibile tentativo che sarà portato avanti dal governo e dall'azienda unitamente alle direzione opportunistiche dei vari sindacati per indebolirci e dividerci. li CUB invita tutti i ferrovieri a respingere la pace elettoraie che le varie forze politiche vorrebbero imporre ai lavoratori mentre sempte più pesante si fa lo sfruttamento padronale e a prepararsi alle prossime scadenze di lotta. I principali obiettivi della lotta dei ferrovieri sono: AUMENTO DEGLI ORGANICI DI 85.000 UNITA', per realizzare le 40 ore settimanali per tutti, 36 per i settori più pesanti, e l'abolizione integrale degli appalti. AUMENTI ECONOMICI INVERSAMENTE PROPORZIONALI ALLE QUALIFICHE, cioè 30.000 lire mensili ai gradi bassi, 15.000 ai gradi intermedi, e niente ai gradi alti. Roma li 18-3-72 ORE 17,30 IL CUB DEI FERROVIERI DI ROMA Noi li diciamo invece questi nomi, che non usciranno mai dalle procure, perché tre di essi sono fra i caporioni dello sfruttamento operaio e della menzogna antiproletaria, sono quelli che vogliono e predicano il ritorno all'ordine produttivo e sociale. Ecco i nomi !fatti dal Ruggeri al magistrato (alcuni di essi li avevamo già detti, ma non abbiamo paura di fare delle ripetizioni): I. e 2. - TONY ARMS'DRONG JON'ES e sua moglie, la principessa MARGARET D'INGHILTERRA, parassiti coronati e intimi amici dei più grossi banditi capitalisti di tutta Europa. D'estate si ritrovano con tutta la gente implicata nel caso della droga a fare fa. volose vacanze in Sardegna. Il Messaggero ha la camicia n fascismo, spesso aggiornato in socialdemocrazia, del "Messaggero" ha radici profonde e precise che arrivano fino ai personaggi che siedono ai tavoli del consiglio <l'amministrazione: i cugini ALESSANDRO e FERDINANDO PERRONE e le loro quattro sorelle, due a testa. ALESSANDRO PERRONE, direttore politico del giornale, è personale amico del capo missino Luigi ( Gigino) Turchi. Una sua sorella, Isabella sposata col duca Grazioli, ha un figlio unico, che appartiene ad un gruppo di estrema destra che gravita intorno al MSI. E' così che sono nati molti servizi di esaltazione dei missini, commissionati a un ex redattore del "Secolo d'Italia" ( il giornale missino). Per esempio sul campo scuola del Fronte della Gioventù a Montesilvano qualche mese fa, o sugli ultimi comizi di Almirante. E invece il silenzio sull'inchiesta su Rauti. 3. - GIANNI AGNELLI, capo dei drogati e del capitalisti italiani. 4. - GUIDO CARLI, "governatore" della Banca d'Italia. Le sue relazioni annuali sulla situazione economica dell '1talia prevedono sempre I' "aumento della produttività operaia". 5. - AIJESSANDRO PERRONE, direttore e proprie. tario ( col fratello Ferdinando) del quotidiano di Roma "Il Messaggero". Negli ultimi tempi questo quo\idiano "indipendente" dedica sempre più spazio all'esaltazione del boia Almirante e dei suoi seguaci. In particolare ha parlato del raduno fascista di sabato 18 a Roma, con entusiasmo ancora mag. giare dell'altro quotidiano fascista romano, "Il Tempo". \ nera \ FERDINANDO PERRONE, presidente del consiglio d'amministrazione, è ancora più legato ai fascisti. Ma non solo. E' esponente ciel Rotary e presiden~ della Associazione fra i Romani ( che riunisce la borghesia nera); è legato alla corrente scelbiana della dc, è molto amico di Luigi Preti (per ragioni anche fiscali naturalmente) e degli altri socialdemocratici Paolo Rossi e Italo De Feo. Anche il consulente editoriale del "Messaggero". Gianni Granzotto, è legato in vario modo ad ambienti fascisti. Tra l'altro la suocera ciel figlio Paolo ( che fa il giornalista nel quotidiano romano) è una nota cliri, gente del MSI, Amelia Baccinì. Né vanno dimenticati i numerosi, almeno otto, re. dattori provenienti d,irettamente dal "Secolo d'ftalia" e dalle file ciel 'M'ST. Supplemento quotidiano a •lotta Continua•. Reglstraz. del Tribunale di Torino n. 20c2 del 15-11-69- Dir. Resp.: Giampiero Mughlnl Tloo-llto OAPCO · VI• D•ndolo, 8 . RQ~.U

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